Eccoci giunti alla nona lezione del Master tenuta da Alessio Sperlinga.
Oggi si parlerà di: “Criptovalute e Blockchain”; un argomento molto interessante ma allo stesso tempo difficile da comprendere all’istante.
Partiamo dalla moneta, tutti noi sappiamo di cosa si tratta e sappiamo anche che la moneta ha una storia, veniva utilizzata già nell’antichità, anche se solamente in forma di dischetto metallico.
L’economia ha caratterizzato la storia dei popoli ed è importante prendere in considerazione alcuni interrogativi:
- Che cosa scambiamo?
- Come si fa a misurare il valore?
- Come è possibile fidarsi dell’altro?
- Come eseguire la transazione?
- Come garantire la proprietà?
Si tratta di domande che sorgono, anche spontaneamente, nel momento in cui ci si trova immersi in una “situazione economica”.
Per comprendere il valore della moneta, A. Baricco (scrittore) sottolinea l’importanza del collegamento tra fatto e storytelling.
MONETA = FATTO + STORYTELLING
La moneta rappresenta la realtà, la forma della moneta (il dischetto) rappresenta il fatto ed infine ciò che viene stampato sulla moneta rientra nello storytelling.
Baricco ricorda che quando la realtà non era “invasa” dal Tg oppure dal Web, la moneta rappresentava un forte strumento di storytelling.
E se la moneta scompare?
In Cambogia, nel periodo dei Khmer Rossi (1975-1980), venne abolito il denaro e la vita economica procedette con un sistema di distribuzione basato sul baratto.
Andando più nello specifico della lezione, prima di parlare di blockchain, è utile distinguere tra “Fiat Money” e “Criptovalute”.
Le prime rappresentano valute nazionali (euro, dollaro, sterlina etc.) e sono legate in larga parte alla fiducia dell’ente (governo o banca centrale) che le emette.
Esse sono riconoscibili per l’uso, fortemente controllate in termini di distribuzione e valutazione, la loro emissione viene regolata dallo Stato, sono soggette a processi inflazionistici.
Le criptovalute sono valute utilizzabili sono nel momento in cui si conosce un determinato codice informatico; non esiste in forma fisica ma viene generata e scambiata per via telematica.
La criptovaluta maggiormente conosciuta è Bitcoin ma non esiste solo questa: vi è ad esempio Ether (verrà spiegato in seguito).
Fatta questa distinzione, seppur breve, entriamo nel mondo della tecnologia Blockchain.
Che cosa si intende per Blockchain?
Letteralmente indica una “catena di blocchi” contenente transazioni, una struttura di dati condivisa ed immutabile, basata su una rete distribuita e permette quindi di gestire un database in modo distribuito.
È una rete decentralizzata che offre immutabilità, trasparenza, privacy e sicurezza.
Grazie alla criptografia viene garantita l’integrità della blockchain.
Come viene realizzata una Blockchain?
Ci sono 3 nuove tecnologie utilizzate per la sua realizzazione:
1. Schede video ad alto rendimento.
2. Firma digitale (indica la chiave di un file) basata sull’algoritmo SHA-256.
Essa è unidirezionale (non è possibile calcolare il file originale), deterministica (il risultato è prevedibile), molto veloce, genera un effetto valanga ed è in grado di resistere alle collisioni (vi è una bassa probabilità di chiavi uguali).
La firma digitale del blocco precedente garantisce il collegamento con il blocco successivo.
3. Rete paritetica distribuita (permette di copiare informazioni ovunque).
Cosa è possibile fare con le Blockchain?
Una Blockchain permette di fare pagamenti.
Utilizzabile nel car-sharing, nella compravendita di azioni, nell’ambito delle assicurazioni, nella sanità, per archiviare dati nel cloud, per la formulazione di contratti etc.
Quali sono le caratteristiche di una Blockchain?
Una Blockchain viene identificata grazie a 5 caratteristiche.
1. Mining: aggiunta di transazioni al registro blockchain. Quantità di lavoro necessaria per trovare la soluzione ad un problema.
2. Consensus Protocol: tutti i peer della rete blockchain raggiungono un accordo comune. Non c’è una un’autorità centrale che convalida e verifica le transazioni, tuttavia ogni transazione, nella blockchain, viene considerata protetta e verificata.
Questo protocollo assicura che ogni nuovo blocco aggiunto alla blockchain sia l’unica versione della verità concordata da tutti i nodi della blockchain.
3. Hash Cryptography: una forma di dati viene convertita in un’unica stringa di testo. Fondamentale per mantenere l’integrità crittografica di una blockchain.
4. Immutable Ledger: è impossibile modificare l’atto nel registro senza che qualcuno se ne accorga, soprattutto se ci sono blocchi di atti successivi.
5. Distributed P2P Network.
Cos’è un protocollo di validazione?
Il protocollo di validazione definisce gli algoritmi validanti e rappresenta l’elemento vitale principale della blockchain: la velocità della catena e la sua sicurezza dipendono da questo protocollo.
Tra i protocolli di validazione ricordiamo il “Proof of Work”. Esso serve a soddisfare particolari condizioni e ha come scopo quello di verificare se i calcoli sono stati effettivamente condotti durante la creazione di un nuovo blocco di criptovaluta.
Ci sono dei limiti tecnici?
Sì, le blockchain presentano due limiti tecnici:
- Consumo spropositato di energia elettrica
- Nessuno ha ancora trovato un modo semplice di fare business con le blockchain (vedi caso di Amazon e Facebook).
Si può fare un esempio concreto di blockchain?
Certo! Come già accennato sopra, quando si parla di blockchain si può far riferimento ad Ethereum.
Si sta qui parlando di un software gratuito, open-source e programmabile che permette agli sviluppatori di utilizzarlo per creare applicazioni decentralizzate (DAPP).
Come altre blockchain, ha una criptovaluta: EHT (Ether). Essa è una moneta digitale, può essere inviata a qualsiasi persona (a basso costo), ovunque nel mondo e in modo istantaneo.
Non vi è alcun governo o azienda che controlla l’emissione della moneta; essa è appunto decentralizzata e limitata.
Stiamo per giungere al termine di questo incontro e, dopo aver ringraziato Alessio Sperlinga per la trattazione di questo tema, passiamo la parola ad Ivan Vitali che si occupa di amministrazione, finanza e controllo e di sviluppo di progetti sociali.
Ivan pone l’accento sulla questione della fiducia, ritenendola tema fondante di blockchain.
La fiducia rimanda ad un rapporto umano. Come ci relazioniamo noi alla fiducia? Quale rapporto abbiamo con essa?
In un rapporto umano, un soggetto interagisce con un altro soggetto, entrambi esseri sociali e complessi, legati da un bisogno di interazione.
Tenere insieme blockchain con la fiducia significa porsi la seguente domanda:
“Quando non posso fidarmi di una persona, come posso usare qualcosa che non è denaro?”
Nella speranza di poterci rivedere presto, vi auguro un buon fine settimana.
Alessia Lombardi