Tiago Forte: come costruire un secondo cervello

Tiago forte negli ultimi 10 anni ha avuto una forte influenza sul modo di studiare e di lavorare di moltissime persone perché ha creato un metodo trasversale agli strumenti analogici e digitali per sfruttare al meglio la possibilità di organizzare idee e contenuti.

Online si stima che Tiago Forte abbia circa quarant’anni.

A 22 anni ha affrontato una malattia neurologica dalle caratteristiche sfuggenti. Negli anni ha incontrato molti medici e ha imparato ad osservare ogni minimo aspetto di sintomi e stati fisici e mentali fino a riuscire a realizzare un equilibrio, una vita quasi normale.

I was able to search through years of observations and findings, tagging anything that seemed to help. I was able to identify almost a dozen practical measures – for sleeping, eating, exercising, and stretching – that when practiced regularly, helped minimize the pain and allowed me to function normally.

traduzione:

Sono stato in grado di cercare tra anni di osservazioni e scoperte, etichettando tutto ciò che sembrava essere d’aiuto. Sono riuscita a individuare quasi una dozzina di misure pratiche – per il sonno, l’alimentazione, l’esercizio fisico e lo stretching – che, se praticate regolarmente, mi hanno aiutato a ridurre il dolore e mi hanno permesso di funzionare normalmente.

Nell’affrontare questa esperienza Tiago Forte ha messo le radici per creare il suo metodo per costruire un “secondo cervello”.

Il tema

Il tema di cui stiamo parlando è la produttività personale. A differenza degli altri articoli che riguardano persone e metodi che hanno avuto decenni per affinarsi ed affermarsi come eccellenti, in questo caso ci muoviamo su territori che possono essere ancora largamente inesplorati.

Secondo Tiago Forte tutto è legato a come gestiamo i contenuti, a come li rielaboriamo e a come li archiviamo.

Un concetto di base è che i contenuti non sono una biblioteca, bensì un flusso di informazioni finalizzate a gestire progetti attivi, e quindi l’archiviazione dei dati è dinamica in funzione della loro utilità nelle fasi di un progetto. Ad esempio, Tiago Forte afferma che non ha senso approfondire qualcosa più di quello che ci serve adesso.

Ci sono illustri predecessori e diversi libri interessanti sul tema, una sorta di filo logico nel tempo che io farei partire con il libro “How to Read a Book: The Classic Guide to Intelligent Reading per proseguire con How to Take Smart Notes: One Simple Technique to Boost Writing, Learning and Thinking”, infine Paul Allen con “Detto, fatto! L’arte di fare bene le cose. Il metodo GTD

La tecnologia

Potremmo datare la nascita degli strumenti digitali che rendono possibile l’applicazione e l’automazione dei nostri processi di gestione della conoscenza a circa 10 anni fa.

Ovviamente prima di tutto è necessario avere a disposizione internet, e anche qui ci sono delle rilevanze storiche interessanti.

Molti ad esempio fanno risalire al Memex la nascita dell’idea di World Wide Web, ma nessuno mi impedisce di pensare che Vannervar Bush che l’ha concepito sia stato influenzato dal metodo Zettelkasten, un metodo di classificazione e collegamento di testi nato fra il sedicesimo e il diciassettesimo secolo.

Per descrivere gli strumenti di cui sto parlando ho scritto un piccolo testo a parte che potete trovare qui: https://alessiosperlinga.notion.site/Personal-Knowledge-Management-Method-and-Style-621d277d000a42409d380a47dd73559b

Il secondo cervello in pratica

Prima di tutto dobbiamo abituarci a selezionare con solo le parti di contenuto che ci interessano, vuol dire le frasi, non l’intera newsletter o articolo.

A seconda della loro utilità li ORGANIZZEREMO in una struttura fissa, uguale per tutti gli strumenti che useremo e così divisa:

  • Progetti: tutti i progetti che hanno una scadenza futura.
  • Area di responsabilità: tutti i progetti che vengono gestiti ripetutamente, aggiornamenti, manutenzioni, revisioni.
  • Risorse: tutte le fonti che ci possono servire trasversalmente alle due sezioni precedenti.
  • Archivio: cose che hanno cessato la loro utilità nell’attuale, progetti chiusi.

Le note che contengono tutti i contenuti dovranno essere DISTILLATE, ovvero

  • Ogni nota è un piccolo pezzo di conoscenza equivalente a uno o più fogli di carta.
  • Inserite in blocchi note digitali.
  • Taggate con parole chiave che permettono ricerche e indicizzazioni successive accurate.

La terza fase fondamentale è ESPRIMERSI, ovvero:

  • Scrivere in modo evidenziato perché abbiamo deciso di conservare la nota.
  • Eventualmente riscriverla con parole nostre che descrivono quello che abbiamo capito.
  • Applicarla praticamente in un progetto.

oltre alla mia mappa completa che ho creato mentre leggevo il libro di Tiago forte potete trovare le spiegazioni di ogni parte del metodo nel sito: ForteLabs.com e ovviamente su YouTube.

In sintesi, per gestire un progetto cominciate con in mente dove volete arrivare.


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