Di Noah Galli
Nella mattinata di venerdì 8 marzo si è tenuto il secondo intervento di Angelo Cortesi sul tema dell’economia civile. Questa è una visione dell’economia che si è riaffermata ad inizio ‘900 nonostante il suo fondatore, Antonio Genovesi, l’avesse regalata al mondo già nel XVIII secolo ed essa non ha come destinatario il mero homo oeconomicus, bensì l’essere umano con i suoi concetti di felicità e benessere ed è perciò “speranza per un mondo più giusto ed equo”.
Cortesi, inoltre, ha sottolineato l’intrinseco ottimismo che caratterizza la figura dell’imprenditore, mosso da una costante fiducia nel futuro e nelle persone, ma ha tenuto a specificare che ciò non deve contrastare con la semplice lettura dei numeri che possono anche essere negativi.
Nella seconda parte del suo intervento, Cortesi si è soffermato sui problemi che l’economia odierna, quella capitalista, ha causato nel mondo in cui viviamo; un mondo caratterizzato da disuguaglianze, sfruttamento e problemi ambientali (come il riscaldamento globale) di cui, però, tendiamo a dimenticarci a favore del puro guadagno e del continuo cambiamento cui ambiamo quotidianamente.
Il pomeriggio è stato, invece, caratterizzato dalle testimonianze di Bruno Corti, Mauro Gattinoni e Giovanni Pastorino. I tre hanno descritto il percorso che li ha portati, ognuno nel proprio ambito, a uno sviluppo personale e professionale. Il primo intervento è stato quello di Bruno Corti, educatore presso la Casa don Guanella di Lecco, specializzata nell’accoglienza di minori, il quale ha posto l’accento sull’importanza della solidarietà e dell’agire nel sociale senza però tralasciare la necessità della formazione e della specializzazione nell’ambito di lavoro.
Subito dopo è stato il turno del primo cittadino di Lecco, Mauro Gattinoni che, dopo aver raccontato il suo percorso formativo e professionale partendo dalla laurea in Scienze Politiche, passando per le diverse cariche in API e, infine, arrivando alla candidatura del 2020, si è concentrato sulla gestione delle relazioni, soprattutto quelle più problematiche, sulla importanza del sapersi muovere agilmente tra i progetti a lungo termine e le difficoltà quotidiane e, in ultimo, sul fatto che ogni mezzo abbia le proprie regole.
L’ultima parentesi del pomeriggio ha visto come protagonista Giovanni Pastorino. Egli ha condiviso gli insegnamenti che la barca a vela gli ha trasmesso e che possono essere applicati nei diversi ambiti professionali ai quali ci si dedica. Il primo di questi è il cercare di mettersi sempre nei panni degli altri, il secondo è il saper gestire le proprie energie e il terzo consiste nel fatto che non sempre la strada più veloce sia quella dritta.