Testimonial #10

CHIARA BELLINGARDICiao!

Mi chiamo Chiara Bellingardi, ho 28 anni  e ho avuto la fortuna di partecipare al Master Lecco100 nel 2014. Proprio da quello stesso anno sono in Confartigianato Imprese Lecco dove mi potete trovare all’ Ufficio Formazione con Matilde e Larissa e all’ Ufficio Competitività, come referente per lo sportello Europa.

Ma facciamo un salto indietro.

Poco prima di incominciare l’esperienza positiva del Master, terminavo il mio percorso di studi con la laurea magistrale, si chiudeva una collaborazione lavorativa e mi rimettevo in cerca di una nuova occupazione. Ho spesso lavorato e studiato contemporaneamente e ho sempre creduto che per eccellere e raggiungere i propri obiettivi serva una costante attività di crescita personale. Per questo motivo, quando venni a conoscenza che tra le finalità del Master c’era quella di far emergere la consapevolezza di esprimere al meglio le mie potenzialità oltre al fatto che gli organizzatori ritenessero i ragazzi iscritti dei veri “talenti”e non dei classici studenti, non ci pensai due volte e mi dissi:”Perché no?”.

Ciò che mi ha colpito favorevolmente della programmazione didattica è stato il pragmatismo delle lezioni interattive con il docente  e con il gruppo. In particolar modo, grazie alle simulazioni sperimentate in prima persona, durante la giornata dal titolo “Conoscere gli altri”, riuscì a vivere la “sfida” della selezione, nei colloqui di lavoro che sostenni contestualmente al Master, in modo più consapevole e sicuro.

L’Associazione Lecco100, inoltre, mi ha dato la possibilità di apprezzare l’impegno e l’entusiasmo di imprenditori, provenienti da realtà diverse del territorio, che portando la propria testimonianza in aula mostrarono come il mettersi in gioco, il rischiare e l’avere passione siano essenziali per primeggiare e distinguersi.

Alla luce della mia esperienza, posso dire ai giovani lecchesi di non avere paura e di buttarsi in un percorso come questo perché non è solo gratuito e vicino a casa, ma è un’ ottima occasione da non perdere! In più aggiungeteci  che la chiave di successo del Master risiede nel suo slogan “Con Vivo Entusiasmo!” che caratterizza dapprima il suo fondatore e i suoi collaboratori e che poi contagia a macchia d’olio tutti i suoi partecipanti.

In bocca al lupo!

Testimonial #9

Valeria-GilardiMi chiamo Valeria Gilardi, ho 29 anni e ho frequentato il master manageriale “Competenza, Convinzione, Cuore” di Lecco 100 nell’edizione 2012, quando mi ero da poco laureata ed ero alle prese con le prime esperienze lavorative. Attualmente mi occupo da quasi 3 anni dell’intera gestione del sito di vendite online Italiadoc.it. Ricordo con molto piacere i venerdì passati al master, i compagni di corso e gli argomenti trattati. In particolare, tra i vari argomenti, ero rimasta affascinata da quello della comunicazione non verbale, a cui avevo anche dedicato la mia tesina finale. Ancora oggi spesso mi capita di fare attenzione a gesti e atteggiamenti che un tempo non avrei nemmeno notato. Dato però che, con il mio lavoro, i contatti con clienti, fornitori, partner, ecc, sono tenuti prevalentemente via email o al telefono, ho la possibilità di sfruttare solo una piccola parte di quegli “insegnamenti”. Così mi ritrovo a sorridere quando rispondo al telefono, per avere un tono di voce più positivo, e a fare attenzione alla velocità con cui parlo e al timbro della voce, mia e di chi sta dall’altra parte, per cercare di far passare chiaramente il messaggio. Anche il breve stage in azienda è stata una componente rilevante del master. La possibilità di parlare con un imprenditore, che nel mio caso aveva in azienda il ruolo di Direttore commerciale e Marketing, mi aveva fatto capire come quello che stavo imparando era poi realmente applicabile in ambito lavorativo. Questo succede raramente nei percorsi di studio universitari, che invece sono sempre molto teorici e poco pratici. La possibilità di entrare in contatto con imprenditori, credo non sia da sottovalutare: è una delle poche occasioni in cui ci si può confrontare senza la tensione di un colloquio di lavoro, o i vincoli di un rapporto imprenditore-dipendente. Quello del Master di Lecco 100 è sicuramente un percorso interessante, che mi sento di suggerire a tutti i ragazzi che hanno voglia di avere quel “qualcosa in più”. E’ un percorso particolare, che porta a migliorarsi cercando di superare anche dei propri limiti. Sembra banale, ma per una persona tendenzialmente riservata e timida, può essere difficile ad ogni giro di tavolo dover esprimere il proprio parere o porre una domanda, però ci è sempre stato ricordato che l’aula era una “palestra”, un modo per imparare ed esercitarsi, quindi il timore di sbagliare viene presto messo da parte. Le modalità di insegnamento sono spesso “non convenzionali”, basti pensare che durante la prima lezione ci è stato chiesto di posizionarci in cerchio, a occhi chiusi, e ci siamo trovati mani nelle mani a chi ci stava davanti. Un modo decisamente particolare per rompere il ghiaccio! L’esperienza che si fa quindi non è utile solo ai fini del curriculum, ma è una vera e propria crescita a livello personale.

Valeria

LINKEDIN E LA GESTIONE DELLA PAURA

La settima giornata di master è stata contraddistinta da due argomenti di carattere sociale: l’uso di LinkedIn per la promozione di se stessi e la Gestione della Paura.

Dopo una breve introduzione sui rapporti tra individui nella società moderna, evidenziando le differenze tra le interazioni nel mondo reale e in quello virtuale, Alessio Sperlinga ci ha presentato il concetto di Personal Branding. Cosa significa? In due parole: l’arte di farsi scegliere dal cliente. In altri termini, indica una serie di tecniche atte a manipolare l’immagine che traspare di noi sul Web, al fine di guadagnare followers e di renderci maggiormente professionali e credibili agli occhi di clienti e potenziali collaboratori.

“Ogni «verità» per essere creduta necessita di essere trasmessa in maniera persuasiva.”

– Giorgio Nardone

Di privacy e social networking se ne è già parlato ampiamente nella precedente lezione, ma in questa sessione mattutina abbiamo concentrato l’attenzione sullo strumento di personal branding online per eccellenza, LinkedIn. Nato qualche anno prima dei giganti Twitter e Facebook, LinkedIn si è attestato fin da subito come il social network professionale per eccellenza. Se il tuo scopo è quello di trovare un lavoro, contattare potenziali clienti o semplicemente promuovere te stesso, LinkedIn è il posto giusto per farlo.

Strutturato essenzialmente come qualsiasi altro social, LinkedIn misura la qualità del nostro profilo non in base al numero di contatti ma al numero di referenze ottenute e dai contenuti pubblicati. Se sei particolarmente esperto in un ambito e i tuoi contatti possono confermarlo, potrebbero scrivere una buona segnalazione su di te e consigliarti ad altrettanti utenti entro la loro cerchia.

“Le parole insegnano, gli esempi trascinano. Solo i fatti danno credibilità alle parole. ”

– Agostino d’Ippona

 Si potrebbe altresì pubblicare, con intervalli regolari, contenuti che possano essere d’interesse per i propri contatti (scegliendo argomenti opportuni che non possano essere reputati offensivi).

Questo permette di accrescere l’efficacia del profilo (mostrata da un apposito indicatore in bacheca), andando tutto a vantaggio della nostra immagine.

Ma come realizzare un profilo efficace? In linea di massima, sono necessari 5 accorgimenti:

  1. COSTANZA: Riservare almeno 15 minuti al giorno per controllare il  profilo ed eventualmente arricchirlo con nuove informazioni.
  2. DISABILITA GLI AGGIORNAMENTI: Appena creato il profilo, LinkedIn inoltra  in modo automatico i nostri aggiornamenti di stato alla nostra cerchia di contatti. Per evitare di sembrare invadente, è consigliabile disabilitare l’opzione Vuoi informare la tua rete? prima di effettuare modifiche.
  3. PERSONALIZZA L’INDIRIZZO: Esattamente come ogni sito internet, anche il nostro profilo ha il suo indirizzo. Per essere più facilmente raggiungibili, è consigliabile personalizzarlo, ad esempio sostituendolo con il nostro nome.
  4. ISCRIVITI AI GRUPPI: Come accade su altri social, su LinkedIn è possibile seguire dei gruppi (una sorta a di mini-forum) in cui persone con gli stessi interessi si iscrivono e condividono la propria conoscenza.
  5. MANTIENI VIVO IL PROFILO: Esattamente come in un blog, se non pubblichiamo nulla di nuovo per parecchie settimane rischiamo di far perdere totalmente interesse verso il nostro profilo. E’ consigliabile pertanto postare un nuovo contenuto almeno 1 volta a settimana.

Ci è stato inoltre mostrato, in chiusura della mattinata, come sia possibile sfruttare strumenti proprietari come LinkedIn Resume Builder o altri di terze parti per realizzare un completo Curriculum Vitae basato sulle informazioni contenute nel nostro profilo.

Insomma, ad oggi LinkedIn è diventato uno strumento imprescindibile per chi nella rete, ma anche nel mondo reale, voglia investire su se stesso e mostrare una buona immagine di sé.

Nella parte pomeridiana dell’incontro abbiamo invece trattato la paura: cos’è, come funziona, come si affronta.

La paura è quel meccanismo ben noto a cui noi tutti, più o meno inconsciamente, facciamo ricorso ogni volta che la nostra mente associa una data situazione ad un pericolo, sia esso reale o immaginario. In natura ci permette di sopravvivere, ci tiene lontani dalle situazioni sconosciute e potenzialmente letali, ma nella quiete delle nostre vite può divenire un ostacolo, se non opportunamente gestita. Abbiamo visto come in casi specifici ed estremi, un carico eccessivo di paura possa addirittura sfociare in gravi disturbi come nevrosi e acuti attacchi di panico.

Come affrontare nel modo giusto, quindi, la paura? Per poter rispondere bisogna prima comprendere il meccanismo che la genera. Ci è stato mostrato come nel cervello, lo stimolo esterno venga elaborato dall’amigdala, a livello sub-conscio, rilasciando dopamina e adrenalina, per poi innescare una reazione di combattimento, fuga o più in generale uno stimolo ad agire.

Già secoli fa la potenza di questo processo fu riconosciuta e sfruttata nella strategia militare. Nel celebre libro L’Arte Della Guerra, Sun Tzu indica come sfruttare la paura della morte per sovrastare il nemico o stimolare il proprio esercito a combattere fino alla fine.

“Porta i tuoi uomini su posizioni elevate senza via d’uscita, e vedranno la morte: pronti a morire, cosa non riusciranno a fare? È nelle situazioni disperate che ufficiali e soldati dimenticano la paura e danno il meglio di sé. “

-Sun Tzu, L’Arte Della Guerra

 Ora che sappiamo, in linea di massima ,come la paura agisce, qual’è il modo migliore di combatterla? Innanzitutto non ignorandola, sarebbe uno sforzo inutile, poiché non è possibile evitare le emozioni. Bisogna tenere da conto è completamente frutto delle nostre elaborazioni cerebrali e potrebbe non esservi una reale situazione d’emergenza dal quale scappare ma soltanto una nostra presunzione, ma non è un buon motivo per tentare di reprimerla. La paura va accettata e sfidata.

“Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno.”

– Martin Luther King Jr.

Per fare un esempio, una delle paure umane è quella del cambiamento, vedere la propria vita e le proprie abitudini stravolte da un momento all’altro, può essere affrontata efficacemente nel modo seguente:

  • Rendersi conto del cambiamento
  • Non subirlo, lasciare che la paura ci attraversi
  • Accettare il cambiamento
  • Guidarlo

Così come nel business abbandonare le proprie convinzioni e cedere al cambiamento permetta alle imprese di non fallire, nella quotidianità ci aiuta a superare nel modo migliore i problemi che inevitabilmente ci si pareranno davanti.

Un’ulteriore esempio utile a comprendere il corso della paura è il modello elaborato della psichiatra svizzera Elisabeth Kübler Ross, le famose 5 fasi dell’elaborazione del lutto.

  1. Rifiuto
  2. Rabbia
  3. Negoziazione
  4. Depressione
  5. Accettazione

Ancora una volta, il “punto d’arrivo” è l’accettazione. Passando per le altre fasi, il cui ordine può variare, si finirà sempre e comunque con il rendersi conto che l’unico modo per superare completamente il lutto sia quello di guardare in faccia la realtà e ammettere l’esistenza del fatto, poi lavorare sodo per ritornare alla normalità.

Riassumendo: qualunque sia il problema alla radice della paura, per quanto possa essere grave, banale, reale o immaginario, la soluzione è accettare la sua esistenza e agire, sfidarlo, per porvi rimedio.

Prima di chiudere:

“Sono più le cose che ci spaventano che quelle che fanno effettivamente male, e siamo travagliati più per le apparenze che per i fatti reali.”

– Seneca

Mattia Moneta

 

 

 

 

 

 

GESTIONE PERSONALE DEL TEMPO

Ieri è storia. Domani è un mistero. Oggi è un dono.

Giornata 6.

Quale massima provereste a comunicare al mondo se sapeste di avere un’ultima possibilità di farlo?

Alessio Sperlinga, conduttore della sesta giornata del Master, ci ha presentato un personaggio molto interessante: Randy Pausch, professore di informatica, di interazione uomo-computer e design presso la Carnegy Mellon University di Pittsburgh in Pennsylvania, morto nel 2008 per un cancro al pancreas.

Divenuto famoso in tutto il mondo per la sua the Last Lecture – really achieving your childhood dreams, tenuta in seguito ad una serie di lezioni in cui prestigiosi accademici hanno dibattuto sul tema di un ipotetico, non per lui, esposto finale.

Il tempo è tutto quello che avete. E potreste scoprire un giorno di averne meno di quanto pensavate.

Come gestire quindi al meglio il nostro tempo?

Motivazione: troviamo il lato piacevole delle cose e soprattutto non smettiamo di sognare.

Scegliere gli obiettivi: scegliamo le cose giuste da fare e poi facciamole adeguatamente.

Pianificare: una volta individuati gli obbiettivi, suddividiamoli in sotto-obiettivi più semplici da raggiungere singolarmente e in tempi brevi. Ogni giornata, settimana, ogni mese, deve essere pianificato e se la situazione cambia improvvisamente, siamo pronti ad attuare il piano b.

Definire le priorità: ogni scelta comporta una rinuncia, le ore spese a fare qualcosa non potranno essere spese per cogliere un’altra opportunità.

Uno strumento di supporto per questa fase può essere il Diagramma di Eisenhower, dove si intrecciano importanza ed urgenza della cosa da fare, ottenendo così quattro situazioni possibili:

  1. Importante ed Urgente
  2. Importante e Non urgente
  3. Urgente e non importante
  4. Non urgente e Non importante

diagramma di eisenhower

Nel caso 1 la nostra scelta è AGIRE.

Nel caso 2 la non urgenza ci permette di PIANIFICARE e puntare sulla qualità.

Nel caso 3 è consigliato delegare.

Nel caso 4 l’oggetto in considerazione essendo privo di importanza e di urgenza non sarà preso in considerazione.

Evitare le perdite di tempo.

Se ci troviamo in una situazione in cui non troviamo cose, significa che abbiamo più cose di quanto noi possiamo gestire: evitiamo il disordine.

Esistono agende cartacee ed elettroniche, metodi comprovati ed efficienti, per appuntare tutto ciò che serve: non dobbiamo memorizzare tutto.

Dedichiamo il giusto tempo a tutte le attività previste durante la giornata, considerando la priorità del nostro obbiettivo: organizziamoci.

Dopo un’interruzione, occorre un certo tempo per riportare la nostra testa su quello che stavamo facendo: concentriamoci.

Fare le cose all’ultimo momento e’ più costoso, fonte di stress e qualsiasi intoppo che si presenterà, perché sarà così, renderà critica la situazione: non rimandiamo.

Incontriamoci con i collaboratori in una riunione che non duri più di un’ora, dove le persone sono presenti per intero e non per metà, seguono un ordine del giorno preciso e al termine dell’incontro riassumiamo le conclusioni e i compiti stabiliti.

Perchései cappelli una riunione sia efficace si può avvalersi di metodi come lo stand-up meeting, breve incontro in cui tutti i membri del team devono stare in piedi in modo da ridurre il rischio che la riunione si prolunghi inutilmente e rispondendo alle domande: quali risultati ho raggiunto ieri? Che cosa farò oggi? Quali sono gli ostacoli che rallentano il raggiungimento dei miei obiettivi? Oppure si può utilizzare il metodo dei sei cappelli di Edward de Bono, che consente di valutare situazioni da diverse prospettive indossando cappelli colorati che corrispondono a personaggi diversi: il calcolatore, il passionale, il giudice severo, il positivo, il creativo e il direttore.

 

Ma niente ansia, il tempo è recuperabile! O meglio, possiamo illuderci che sia così sfruttando ad esempio il tempo sospeso durante un viaggio in macchina o in treno nel riflettere e nell’ascoltarci. Oppure dilatando il tempo proiettandoci nel passato o nel futuro, a seconda delle esigenze, con un tuffo nelle parole di un libro.

 

Non battiamo la Mietitrice vivendo più a lungo, la battiamo vivendo bene e pienamente, perché ella verrà’ per tutti noi. La domanda e’ quindi ‘Cosa fare tra il momento in cui nasciamo ed il momento in cui la Mietitrice si farà vedere? ’, perché quando si farà vedere sarà troppo tardi per fare tutte le cose che avevamo in mente.

 

Due sono le parole chiave di questa giornata di master: opportunità e passione.

 

Ascoltiamo ciò che da dentro ci alimenta, lasciamolo uscire e seguiamolo: passione.

Scegliamo qualcosa di bello, di divertente, che ci dia sollievo e ci faccia esprimere le nostre potenzialità: cogliamo le opportunità.

Ricerchiamo il nostro stato di flusso, ma ricordiamoci Il tempo è la prova dell’esistenza. Il tempo è l’unica, vera, unità di misura. Prova l’esistenza della materia. Senza il tempo, non esistiamo.”

 

Per il video di Last Lecture: https://www.youtube.com/watch?v=RcYv5x6gZTA

 

Libri consigliati: Il punto critico. I grandi effetti dei piccoli cambiamenti. Malcolm Gladwell

L’ One Minute manager. Più produttività più profitti più benessere. Kenneth H. Blanchard

La brevità dell’esistenza. Seneca

La trilogia di Adamsberg. Fred Vargas

Come rapinare una banca svizzera. Andrea Fazioli

Film consigliati: 32 Dicembre di Luciano de Crescenzo

Alla ricerca della felicità di Gabriele Muccino

Lucy di Luc Besson

 

Clara G. Galbini

 

 

Testimonial #8

Sono Elisabetta e ho 27 anni, lo scorso anno ho partecipato al masterLECCO100. Mi sono laureata in giurisprudenza nel Febbraio 2014, di quel giorno, complice l’ansia con la A maiuscola, ricordo veramente poco. L’unica cosa ancora nitida nella mia mente è il ritardo dei miei genitori. Ebbene sì, sono passati quasi due anni e ancora quella paura provata che i miei genitori non arrivassero in tempo per assistere alla mia discussione è il primo ricordo di quella giornata. Comunque, sono arrivati mentre chiamavano il mio nome e sono riusciti a vedermi e a partecipare con me a quel piccolo momento di gloria. I cinque anni di studio universitario mi avevano aiutata a capire che, non volevo fare l’avvocato né tantomeno il giudice o il notaio. Credo si debba avere una grade vocazione per intraprendere queste professioni e soprattutto una forte dedizione e io mi sono resa conto di non possederle. Quello stesso anno a Dicembre facevo il passo più importante della mia vita sposando il mio primo amore, Filippo. Ho avuto una grande fortuna e grazie a lui e alla mia famiglia, ho potuto permettermi di non iniziare un lavoro qualsiasi per forza, ma di provare a cercare di capire cosa effettivamente mi avrebbe appassionato e mi sarebbe piaciuto “Fare da Grande”. E’ iniziato così un anno fantastico, durante il quale, tutto quello che mi passava per la mente provavo a fare. Inizia in questo modo anche la mia esperienza e la mia frequenza al MASTER LECCO100, ero stata attratta dal fatto che durante il primo incontro con Angelo e Alessio, loro avevano accolto la mia convinzione di non voler intraprendere una professione giuridica come una cosa del tutto possibile, quasi anche normale e in quel periodo, vi assicuro, che non erano in molti ad accettare che non volessi fare nulla di tutto quello per cui avevo studiato cinque anni. Il 2015 è stato un anno meraviglioso e questo anche perché una volta alla settimana, il venerdì, era dedicato alle lezioni del Master e al confronto con ragazzi che avevano formazione, approccio, caratteri e forma mentis totalmente diversi dai miei. Ci sono stati grandi confronti, qualche litigata, ho incrementato le mie capacità di lavorare in gruppo, ho scoperto l’esistenza di “nidi famiglia” e soprattutto delle mappe mentali. Ho potuto fare la conoscenza, grazie al master, di molti professionisti che presentavano la loro attività, ogni presentazione si completava con una descrizione su cosa consistesse il loro lavoro, come ci erano arrivati, cosa li appassionava e come si svolgeva. Sono una persona abbastanza, anzi forse per la maggior parte delle volte troppo sicura di quello che fa, di quello in cui crede e di quello che le piace o che al contrario non le piace il bello di questo Master è che ha messo a dura prova tante delle mie convinzioni e la cosa è stata, stranamente, molto piacevole. Certo, ci sono state personalità che non mi sono piaciute dal primo momento in cui entravano in aula fino a quando smettevano di parlare e di cui non mi sono ricreduta, ma è stato un caso rarissimo. Molte volte, confrontandomi, ascoltando, sforzandomi di capire, utilizzando tutti i recettori possibili e non solo l’istinto, scoprivo in chiunque un lato da cui imparare qualcosa, un qualcosa che poteva ispirarmi ad essere e diventare migliore. La stessa sensazione positiva è valsa per tutte le lezioni in aula, anche quando da programma era il turno di argomenti che per una persona realista e poco incline a parlare di emozioni come me, potevano sembrare argomenti poco interessanti o poco appetibili per un futuro lavorativo, succedeva che mi appassionavo e che mi interessavo ancora di più e cercavo di capire come e quando poter utilizzare quei metodi. Qui lo dico e qui lo nego, non si arrabbi il caro Piero nostro docente; il primo pensiero durante la prima lezione sui colori delle personalità è stato che non mi sarebbero mai state utili…e invece oggi, cerco di sforzarmi pensando ai colori ad essere migliore in tutte le circostanze e a cercare di capire le persone pensando proprio a quelle lezioni, soprattutto in ambito lavorativo. Quindi grazie, grazie davvero perché anche attraverso questo Master, iniziato un po’ per caso, adesso ho una meta da raggiungere, un obiettivo da sognare. Perché grazie alla conoscenza con uno di questi Professionisti e ad un continuo innescarsi di nuove idee, adesso ho un’idea su cosa voglio fare e mi sto impegnando per riuscirci. Forse solamente e finalmente, sono “diventata grande”. Forse… 😉

Internet e il sesso (opposto), manuale per l’uso

La quinta giornata del Master Lecco100 ha avuto due temi e un’appendice.

Il primo tema era “Internet per l’impresa e il Web Marketing”.

la_condizione_postmodernaPartendo da filosofi come Jean-Francois Lyotard e Jacques Derrida ci è stato spiegato come la tecnica faccia parte dell’idea e quindi la tecnologia sia parte dell’esistenza; inoltre nella società moderna il sapere è una merce, non conta tanto la verità ma la potenzialità di guadagno che può portare la conoscenza.

Ci sono state poi impartite nozioni base sul funzionamento di Internet, la rete, la trasmissione delle informazioni e da cosa dipende la maggiore velocità di download, cioè dalla compressione di dati digitali grazie ad algoritmi che semplificano il codice numerico con cui si invia il contenuto.

Passando per Alessandro Baricco siamo arrivati a definire la realtà e il modo di vivere moderno, da lui chiamato barbarico, in contrapposizione a quello classico; prima veniva considerato importante e meritevole approfondire lungamente un tema e soprattutto dedicarsi ad un’azione alla volta; oggi grazie alle tecnologie è molto diffuso, inconsciamente, soprattutto tra i giovani, il Multitasking, cioè la capacità di compiere più azioni contemporaneamente.

Pensando in modo classico può sembrare che una persona stia facendo tante cose male insieme, ma invece sta compiendo un solo gesto molto bene, le azioni vengono scarnificate fino a mantenere solo l’essenziale, la parte necessaria per poter passare oltre con rapidità.

Non interessano i contenuti statici, ma le connessioni per passare oltre; internet offre tutto questo, ha rapidità, possibilità di compiere svariate azioni quasi contemporaneamente e soprattutto può permettere di socializzare, soddisfacendo, seppure in maniera non tradizionale, uno dei più antichi bisogni dell’uomo.

Risulta evidente come Internet sia fondamentale per avere visibilità, qualsiasi prodotto o servizio si offra; ancora più importante è essere rintracciabili rapidamente, prima dei concorrenti; questo dipende fondamentalmente dalla posizione sulle pagine di ricerca di Google, il motore di ricerca da cui passa più del 90% degli accessi alla rete. 9 persone su 10 si fermano alla prima pagina e quasi nessuno va oltre la seconda; scegliere tag giusti, costruire un sito in maniera da comparire in alto nella lista di ricerca di Google e non sbagliare tecniche di pubblicità sono quindi gli aspetti più importanti per lo sviluppo di un E-commerce personale.

Per avere successo su internet è necessario riconoscere un bisogno potenziale degli utenti, offrire un servizio e capire come trasformare il servizio in un business senza minarne la credibilità.

Il tema pomeridiano aveva per oggetto “La comunicazione di Genere”, si tentavano cioè di evidenziare differenze intrinseche tra uomo e donna, poiché conoscere è il primo passo per comprendere.

Tutto deriva da quando la donna era dedita alla cura della prole e l’uomo cacciatore; la prima aveva ruoli intercambiabili, doveva socializzare per dimostrare la propria utilità e garantirsi il sostegno del gruppo anche in caso di morte dell’uomo e pensava al bene dei singoli, cercando di farsi apprezzare come risorsa sociale; il secondo doveva essere silenzioso, concentrato, specializzato e svolgeva le azioni per il prestigio personale e il bene dell’intera comunità.

Da qui derivano sia i modelli di comportamento nel mondo del lavoro, tipicamente maschili, ma soprattutto le differenze e le problematiche nelle relazioni tra i due sessi.

gli-uomini-vengono-da-marte-le-donne-da-venereUsando come base il libro “Gli Uomini vengono da Marte, Le donne da Venere” di John Gray abbiamo analizzato le differenze nel dialogo e nel modo di affrontare lo stress dei due sessi, scoperto le paure e i limiti più frequenti e soprattutto ascoltato consigli su come migliorare la comunicazione e trucchi per ottenere buoni risultati.

La prova di quanto fosse centrata l’analisi erano le risate che seguivano quasi tutti i comportamenti tipici evidenziati che rievocavano in ognuno di noi aneddoti personali, che ora possono essere inquadrati in modelli più generali e forse meglio compresi; chissà, magari in futuro riusciremo ad evitare qualche litigata…

L’appendice riprendeva l’argomento del mattino, dedicandosi ai modelli di business, ai software, ma soprattutto alla diffusione dei nostri dati personali e all’uso che ne fanno i vari motori di ricerca e altri siti: prelevano ogni minima informazione per personalizzare ciò che ci appare durante la navigazione On line, cercando di invogliarci ad acquistare.

È importante usare Internet a proprio vantaggio, scegliendo noi che informazioni dare, ponendoci degli obiettivi e utilizzando la diffusione e la facilità di “conoscerci” per crearci personalmente l’immagine che vogliamo far apparire.

Ho ritrovato il filo conduttore della giornata in questa frase di Alessandro Baricco: “Come sarebbe bello dire ‘per caso‘? “Tu credi davvero che ci sia qualcosa che succede ‘per caso’?”

Personal kanban e progettazione bandi europei

PERSONAL KANBAN La quarta giornata del master Lecco100 si è aperta con la proposta di tre progetti di lavoro, a cui i ragazzi del master sono stati chiamati a dare il proprio contributo attivo.

Al primo gruppo è stato affidato il compito di promuovere le politiche di conciliazione famiglia-lavoro, proposte dall’ASL di Lecco, attraverso un video illustrativo.

Il secondo gruppo si occuperà invece di stendere una “mappa valoriale” del territorio lecchese. La mappa valoriale è uno strumento volto ad identificare le trasformazioni culturali e i punti di forza del nostro agire.

Questo progetto sarà realizzato grazie al sostegno del Leo Club Lecco – L’associazione giovanile del Lions.

I risultati verranno presentati in un convegno finale in collaborazione con il “Giornale di Lecco”.

Un operatore della Casa Don Guanella di Lecco ha presentato il terzo progetto.

I ragazzi saranno coinvolti nella preparazione di alcune iniziative di sostegno ai giovani nel passaggio alla vita adulta in merito al progetto Living land.

Nello specifico si occuperanno di progettare percorsi che siano d’aiuto ai giovani a far emergere lo spirito d’imprenditività.

Per facilitare i tre gruppi nell’organizzazione del lavoro Alessio Sperlinga ha introdotto il Personal Kanban, un sistema organizzativo ideato dall’ingegnere industriale giapponese Taichii Ohno. Lavorando presso la nota casa automobilistica Toyota egli sviluppò questo metodo basato sull’immediata visualizzazione per migliorare e mantenere alti livelli di produzione in azienda.

Il Personal Kanban associa in un unico spazio grafico gli obiettivi – generalmente limitati a tre- e l’arco temporale deputato al loro svolgimento.

E’ un sistema che può essere usato sia per un’organizzazione personale, sia per coordinare un gruppo più ampio. Infatti grazie all’agevole scambio di informazioni, tutti hanno la possibilità di cogliere con un “colpo d’occhio” ciò che si deve fare, ciò che è in corso e ciò che è già stato fatto.

Il personal Kanban è un metodo che funziona in quanto propone una semplice soluzione e favorisce una rapida ed efficace comunicazione.

CRISTINA PEDRETTI

Nel pomeriggio, Cristina Pedretti, ex studentessa del master Lecco100, nonché Project Manager e trainer presso Fondazione Luigi Clerici, ha avvicinato i ragazzi al mondo dei bandi locali, nazionali ed Europei.

Cristina si è occupata in prima persona di stendere un bando per il rilancio culturale del Monastero del Lavello di Calolziocorte, proposta che ha avuto successo ed ottenuto finanziamenti.

Grazie alla sua viva esperienza sul campo e al suo stile pragmatico, preciso e diretto, Cristina ha spiegato che le caratteristiche principali di un buon bando sono:

– la pertinenza: ossia la coerenza tra proposta iniziale del bando e la realizzazione nello specifico luogo, con particolare attenzione ai bisogni dei destinatari dell’evento

– la fattibilità: ossia la concretezza di un progetto che bisogna dimostrare realizzabile sia dal punto di vista dell’organizzazione, sia dal punto di vista economico

– la sostenibilità: ossia la continuità delle attività in maniera autonoma anche oltre il termine del bando.

La stesura di un bando richiede dunque innumerevoli conoscenze, creatività e organizzazione dettagliata degli ingredienti necessari affinché la ricetta venga approvata. Per questo, a seguito di una prima infarinatura teorica, i ragazzi hanno subito messo le mani in pasta modellando in team quadri logici, alberi degli obiettivi ed alberi dei problemi (strumenti tecnici utilizzati nei bandi) sulla base dei progetti cominciati la stessa mattina.

La sensazione di fine giornata è quella che al master non si smette mai di imparare, ma soprattutto si comincia subito a praticare!

A venerdì!

Luna