Testimonial #15

Giulio Criscuolo

Giulio Criscuolo, 27 anni.

 

Laureato in Ingegneria Gestionale (specialistica in sostenibilità ed energia) e da 4 anni lavoro come International Special Flow Specialist presso il gruppo Rhiag, distributore a livello europeo di ricambi per auto nell’aftermarket. Il master lecco100 mi è servito sopratutto perchè si focalizza sulla gestione delle relazioni e delle emozioni, e nel mio lavoro devo sempre confrontarmi con figure di diverse direzioni aziendali, ognuna coi propri obiettivi e punti fermi a cui non può e non vuole rinunciare. Quindi capire in che modo porsi di fronte alle persone in determinate situazioni, ti porta poi a raggiungere risultati condivisi, senza mai perdere di vista gli obiettivi.

 

Lezione del 13 maggio. Una “self made woman”, un “no comfort” man ed i colloqui di lavoro 2° parte – la ricerca del lavoro “perduto”

La mattinata del 13 Maggio si è aperta con la testimonianza dell’imprenditrice Loretta Lazzarini, che, ripercorrendo la propria storia professionale e personale, ha elettrizzato i partecipanti del master con il suo entusiasmo e la sua energia.

foto LORETTA LAZZARINI
In una situazione lavorativa confusa e senza indicazioni come quella attuale, la voce di Loretta ha dato una direzione forte e chiara.
Ciò che da sempre l’ha contraddistinta nell’arco degli anni sono stati l’entusiasmo, l’ambizione, la voglia di approfondire e di accrescere le proprie conoscenze.
Dopo aver lavorato per 15 anni presso un’impresa edile, decide di scommettere su se stessa e avvia quindi la propria attività, con l’obiettivo di occuparsi a 360° del mondo immobiliare.
Loretta ci ha dimostrato attraverso i fatti che il segreto del suo successo è stato prettamente dato dalla volontà di sfidare continuamente se stessa e dal porsi obiettivi sempre più alti, tutti organizzati con un’ottima strategia -ossia con un metodo- ed un’efficiente gestione del tempo.

E’ attraverso l’impegno nel lavoro, infatti, che riesce ad emergere il nostro talento. E’ all’interno di un progetto che le abilità diventano competenze e si acquisisce consapevolezza e fiducia nelle proprie forze.
L’onestà nei confronti dei clienti e dei collaboratori è inoltre la base fondamentale che permette sul lungo periodo ad un’impresa di farsi un buon nome e di essere considerata seria, affidabile e trasparente.
Un’altra stella fissa di Loretta è la formazione continua, una persona istruita infatti amplia le sue prospettive ed acquisisce professionalità sempre più specifica. Per questo è essenziale che parte del tempo e delle risorse siano investite nella ricerca di formatori eccellenti e nel caso di Loretta, il metodo Mike Ferry è stato una rivoluzione, che l’ha portata a veder crescere vertiginosamente il suo volume d’affari.
Fortemente impegnata in politica e madre di due splendidi ragazzi, Loretta è attualmente presidentessa delle donne imprenditrici della Camera di Commercio di Lecco ed ha sottolineato l’importante apporto delle donne nel campo lavorativo, dando in prima persona l’esempio.
“Non sono una superwoman” ha fatto notare verso la fine Loretta. Anche a lei infatti la vita ha riservato dei momenti difficili che ha affrontato con l’importante sostegno dei familiari e del marito.  Le crisi inoltre, in una prospettiva più ampia, devono essere fronteggiate con prontezza e disposizione al cambiamento, sapendo di poter contare sui propri traguardi raggiunti con sforzo ed impegno e anche con  eleganza e  stile.
La testimonianza successiva è venuta da Giuseppe Brusadelli, imprenditore che per la prima volta ha dato il proprio contributo al master Lecco100.

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Giuseppe, laureato dapprima in economia e poi impiegato in banca, decide ad un certo punto di uscire dalla propria “zona comfort”, compiendo il grande passo dell’attività in proprio.
Apre così lo StudioBrusadelli che offre servizio di consulenza finanziaria alle piccole e medie imprese.

Abbiamo parlato di Businnes Plan, ossia del documento attraverso cui viene presentato il piano di fattibilità. Grazie al piano di fattibilità l’azienda riesce ad ottenere una serie di dati utili a portare avanti i propri progetti e sopratutto ad ottenere finanziamenti.
In seguito alla crisi, infatti, l’ambiente bancario è diventato sempre più reticente a concedere prestiti e richiede garanzie sempre più solide e dettagliate. Per questo è utile saper “parlare” il linguaggio numerico richiesto dalle banche e presentarsi già preparati rispetto ai dati e alle documentazioni necessarie per poter dare credibilità e sostenibilità al proprio progetto.
Di seguito alla spiegazione tecnica, Giuseppe ha sottolineato l’importanza del mettere in campo le nuove idee e del necessario lavoro di network attraverso portali come facebook o linkedin che ci permettono di sviluppare un “personal branding” competitivo.
Giuseppe Brusadelli inoltre ha messo l’accento sul continuo aggiornamento professionale nelle proprie aree di competenza attraverso podcast, libri, materiali online, eventi e conferenze.  Conoscenze che lui stesso ha provveduto a condividere nel suo blog http://farenumeri.it, di cui recentemente la pagina facebook ha “fatto i numeri” di 100 like.

 

Nel pomeriggio Mario Attilio Ostidich ha proseguito con la tematica cominciata la settimana precedente riguardo i colloqui di lavoro.
Inizialmente è stata avviata un’esercitazione di autoanalisi che ha visto alcuni dei partecipanti del master parlare delle proprie esperienze passate o attuali in campo lavorativo. Durante il dialogo aperto l’accento è stato messo sui valori-guida che spingono una persona a non demordere, ad affrontare le difficoltà e a fare sacrifici in vista di un obiettivo maggiore come la realizzazione personale o la volontà di creare una famiglia.

In seguito abbiamo analizzato alcuni esempi di “lettera d’accompagnamento” e di curriculum vitae, commentandone i pregi e le carenze e cercando di metterci dal punto di vista di un selezionatore di personale.
In seguito il signor Ostidich, vestendo “i panni” di un giovane d’oggi in cerca di lavoro, ha effettuato delle ricerche statistiche per tentare di definire le migliori scuole ed università italiane, le città autoctone o europee in cui si vive meglio, i lavori meglio retribuiti ed i paesi in cui la differenza di retribuzione tra uomo e donna è minima.
Dal punto di vista di una persona che ha avuto molti anni di esperienza, Mario Ostidich ritiene che il mondo odierno sia pieno di possibilità e che al fondo di tutto ci deve essere la persona, tesa ad un continuo miglioramento sia dal punto di vista attivo, sia dal punto di vista ricettivo.
Un validissimo esempio di come l’esperienza possa essere fonte di ispirazione e l’anzianità possa essere intesa come un valore e come un’utile guida per le nuove generazioni.
Luna Dell’Oro

Testimonial #14

Cristina Pedretti

cristina pedrettiHo frequentato  il master Lecco 100 nel 2013, mentre insegnavo collaborando come libera professionista  presso i centri di formazione professionale Enaip e Fondazione Luigi Clerici.
Il percorso ha stimolato il mio naturale interesse per la formazione  e lo sviluppo personale, catalizzando un processo di crescita che forse avrebbe tardato ad emergere  autonomamente.
Nel complesso, il vantaggio  maggiore che ne ho tratto  sono stati una maggior consapevolezza  delle mie potenzialità e una rete di relazioni  che continuo ad alimentare  a ormai  tre anni di distanza. Ora lavoro come progettista e project manager nell’ambito dell’innovazione didattica, curando percorsi di formazione per docenti e proseguendo la mia formazione personale: al momento sto seguendo un master per Esperti di Didattica assistita dalle nuove tecnologie ed altri percorsi di certificazione paralleli (in PNL e certificazioni Apple).

Lezione del 06 Maggio. LA MEDIAZIONE ED I COLLOQUI DI LAVORO – 1° parte

La giornata del 06 maggio 2016 si apre con l’intervento del Dott. Commercialista Massimiliano Ferrari per affrontare il tema della mediazione. Dopo una breve presentazione in cui il docente sottolinea quali sono le aree in cui si trova ad operare, tra cui vi è quello della mediazione, si entra nel vivo del tema.

Il termine mediazione in senso generale lo si può attribuire a molti ambiti, da quello legale alla linguistica; ciò di cui ci siamo occupati durante la giornata di master si riferisce al primo. Per prima cosa sono state introdotte le PROCEDURE STRAGIUDIZIALI DELLE CONTROVERSIE . Infatti due persone in conflitto possono mettersi d’accordo senza ricorrere al giudizio: in questo caso si parla di MEDIAZIONE CIVILE o COMMERCIALE, un tempo indicata con il termine CONCILIAZIONE. Solo dal 2010 con il termine CONCILIAZIONE si inizierà ad indicare l’accordo, frutto della mediazione.

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Il meccanismo della mediazione necessita di una terza parte: il MEDIATORE. Per capire meglio chi sia e quali siano le sue mansioni occorre precisare che non si tratta né di un ARBITRO né di un GIUDICE.

Può essere utile evidenziare quali sono le caratteristiche del buon mediatore:

  • inizia presentandosi e dicendo qual è il suo ruolo, sottolineando che è assolutamente NEUTRALE;
  • per dare maggior solidità a favore della sua neutralità NON DEVE MAI DARE RAGIONE a una delle due parti;
  • deve stare molto attento anche alla COMUNICAZIONE NON-VERBALE : non annuire, non stare troppo avanti o indietro col busto sol per citare alcuni esempi;
  • deve dare lo stesso tempo per esporre i fatti ad entrambe le parti;
  • deve fare molte domande aperte;
  • cerca di mettere a loro agio le parti poiché lasciarle sfogare spesso è necessario per arrivare ad un accordo;
  • deve specificare che tutto ciò che succede in sede di mediazione è assolutamente riservato e inutilizzabile in qualsiasi altra sede in modo da rendere più tranquille le due parti;
  • cerca di aiutarle lasciandole parlare liberamente e ALLARGANDO GLI ARGOMENTI, ovvero collegandosi ad argomenti non direttamente legati alla disputa ma che possono rivelarsi fondamentali per la sua risoluzione ( cosa che non è possibile fare in giudizio);
  • se necessario può sentire le parti separatamente ( ovviamente entrambe ) e utilizzare ciò che è emerso per aiutarle a trovare un accordo solo nel caso in cui le parti autorizzino il mediatore a esplicitare ciò che è emerso nel colloquio separato;
  • deve cercare di mettere in evidenza i LATI POSITIVI;
  • NON DECIDE ma semplicemente FACILITA le parti a poter decidere come risolvere la lite; è questo il principale elemento che li differenzia da un giudice o arbitro che invece emetto una sentenza;
  • utilizza TECNICHE DI MEDIAZIONE ;

La MEDIAZIONE è più vantaggiosa se paragonata al giudizio in quanto presenta :

  • tempi e costi ridotti;
  • una ridotta burocrazia;
  • dopo un tentativo di mediazione si può comunque andare in tribunale;
  • approccio a 360° ;
  • cerca soluzioni condivise;
  • crea accordi duraturi;

Occorre precisare cosa si intende per ‘approccio a 360°’ : significa, attraverso le tecniche della mediazione, spostare le parti dalla POSIZIONE, quello che emerge, all’INTERESSE, ossia quello che davvero vogliono ottenere ; se risulta che l’interesse per entrambe le parti è il medesimo generalmente è molto difficile risolvere la controversia.

Quella che è stata appena descritta è la MEDIAZIONE CIVILE, che può essere FACILITATIVA oppure VALUTATIVA. In questo secondo caso il mediatore cerca di suggerire una soluzione o di dare un consiglio, cosa assente nel primo caso.

Un altro tipo di mediazione è quella TRIBUTARIA: questa riguarda soluzioni che coinvolgono il fisco e infatti si parla di CONTENZIOSO FISCALE. Generalmente quando si ha un RECLAMO si procede o con l’annullamento dell’atto oppure con una MEDIAZIONE TRIBUTARIA, all’interno del contenzioso fiscale che si occupa di gestire i problemi con l’agenzia delle entrate, equitalia ed altri organi simili.

In  questo tipo di mediazione quindi le due parti risultano essere lo STATO e il CONTRIBUENTE, e lo scopo risulta essere lo stesso di quella civile, ossia cercare di trovare una soluzione senza arrivare al tribunale. Sebbene si chiami mediazione non vi è in questo caso un vero e proprio mediatore ma semplicemente le due  parti. Per questo motivo il dott. Ferrari ha cercato di evidenziare quali caratteristiche della mediazione civile potessero essere portare a quella tributaria al fine di migliorarla; prima fra tutte la possibilità di spostare il fisco dalla posizione all’interesse.

Il pomeriggio invece ha visto come protagonista  il dott. Mario Attilio Ostidich che ha affrontato il tema dei colloqui di lavoro.  Per prima cosa è stato evidenziata la differenza tra OCCUPAZIONE ed OCCUPABILITA’ (EMPLOYABILITY): la prima si riferisce al lavoro mentre la seconda rappresenta la capacità di trovare, mantenere e cambiare un posto di lavoro rimanendo sempre sulla “cresta dell’onda”.

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Entrando più nel merito della questione il dott. Ostidich si sofferma sulla valutazione dei CV: essi ormai si presentano scadenti, tutti uguali o molto simili (colpa dei formati europei), con informazioni fasulle in cui ci si vende come “fotomodelle disposte a tutto” ; la mancanza di sincerità rappresenta il problema principale.

CV e colloqui d’altronde sono ancora il mezzo per assumere più utilizzato anche se  oggi i social sono moto importanti: la reputazione in rete è fondamentale, costruirsi un buon profilo linkedin ad esempio può aiutare molto. Bisogna quindi evitare di pubblicare sui social network tutto ciò che potrebbe compromettere una carriera professionale.

Il problema  reale è trovare la propria identità e riuscire a comunicarla con comportamenti e modi di fare.

Andare a  cercare lavoro difatti è un lavoro di marketing: riesco se ho un prodotto di qualità soddisfacente in rapporto al mercato, ovvero che sappia rispondere alle esigenze della domanda.

Dopo questa panoramica generale il dott. Ostidich evidenzia come agisce un buon selezionatore :

  • scartare i piantagrane perché moltiplicano i problemi;
  • non assumere persone troppo insicure, nemmeno se brave, perché fanno perdere tempo;
  • non assumere persone troppo sicure di sé perché tendono ad essere troppo autonome e non si coordinano con gli altri;
  • a seconda del tipo di lavoro cerca una persona che abbia quelle caratteristiche, come ad esempio creatività piuttosto che meticolosità;

Colui che cerca lavoro invece deve:

  • essere sincero;
  • dare del Lei;
  • non dire mai “mi va bene qualsiasi cosa”;
  • mostrare sempre garbo, orgoglio, dignità senza però essere aggressivi o arroganti;
  • trovare le motivazioni;
  • essere puntuale e curato nell’abbigliamento;
  • salutare dando la mano con garbo;
  • ascoltare;
  • controllare la gestualità;
  • mostrare di conoscere l’azienda in cui si vorrebbe entrare a lavorare;
  • limitare l’ansia;

Nel mondo del lavoro le azienda usano strumenti e consuetudini che non insegna l’università; per questo motivo ci vuole:

  • volontà di capire;
  • capacità di agire con entusiasmo, volontà e prudenza;
  • mantenere dei buoni rapporti interpersonali;

Al lavoro bisogna starci 8 ore al girono e quindi se non ci si trova bene diventa pesante.

La giornata si conclude riprendendo il concetto con cui si era aperto il pomeriggio : OCCUPAZIONE VS OCCUPABILITA’, passando attraverso temi collegati al tema del lavoro come quello della crisi.

 

Lezione del 22 Aprile. La sostenibilità attraverso l’Archeologia.

La lezione,  nella mattinata, ha avuto come tema principale la conoscenza del territorio di Lecco attraverso l’Archeologia ed i beni culturali. Mentre il pomeriggio è stato caratterizzato dagli  incontri con  2 professionisti che hanno raccontato  le loro esperienze lavorative.

Paolo Corti

Incominciamo con il tema di Archeologia con Paolo Corti, archeologo operante sul territorio lecchese.
L’archeologia è lo studio dell’uomo e della sua evoluzione.

Quello che differenza gli esseri umani dagli animali quando cessano di esistere è la nicchia ecologica dell’uomo, cioè la memoria. Senza la cultura si dovrebbe ricominciare da capo ogni generazione, quindi è importante sapere chi siamo stati prima per poter fare delle scelte sostenibili.

Sostenibilità ambientale : ” Per sostenibilità ambientale si intende la capacità di preservare nel tempo le tre funzioni dell’ambiente: la funzione di fornitore di risorse, funzione di ricettore di rifiuti e la funzione di fonte diretta di utilità. All’interno di un sistema territoriale per sostenibilità ambientale si intende la capacità di valorizzare l’ambiente in quanto “elemento distintivo” del territorio, garantendo al contempo la tutela e il rinnovamento delle risorse naturali e del patrimonio.”

L’archeologia può sostenere l’economia?

La sostenibilità è che la ricerca archeologica continui.
Se vogliamo che le diverse strutture siano sostenute, dobbiamo fare in modo che siano prese in gestione, bisogna cambiare il modo di pensare.
Molti finanziamenti dovrebbero essere destinati anche per la cultura archeologica, è un modo per potare avanti l’evoluzione dell’uomo e l’economia, è un modo per dare più sostenibilità sia per i bene culturali sia per il turismo.

Cos’è un reperto archeologico?

Il reperto è il sotto prodotto del uomo. È un messaggio che viene dell’antichità e l’archeologo lo deve interpretare affinché si possa capire alcune cose del passato.

Come si svolge il lavoro dell’archeologo?

È un lavoro di gruppo insieme con i vari professionisti delle diversi discipline (chimico,etnologo ecc).

1. Si parte dalla fotografia aerea della zona che si vuole studiare ad esempio (Lecco ).

2. Si va sul terreno e si cercano indizi.

3. Si fa un sondaggio sotto terra , Lo scavo si fa mano a mano tra gli strati.

4. Si Raccoglie il reperto.

Bisogna essere molto attenti nella raccolta dei reperti.
Ci sono due modi di agire:

  • Si raccoglie un pezzo  frantumato e lo si porta al museo in quanto non si può più ricostruire il messaggio (cioè la sua storia);
  • Si raccoglie in modo da ricostruire quello che era prima ( esempio una collana). In questo caso il messaggio viene mantenuto.

    In sostanza il lavoro dell’archeologo deve essere molto accurato e paziente dato che il terreno viene campionato e datato in modo da potere ricostruire quello che c’è stato prima. Anche perché lo scavo non è ripetitivo quindi si dovrà interpretare da ciò che ha rilevato l’archeologo (foto ecc.).

Nella seconda parte della giornata, Gaetano Chiappa ci ha parlato della sua esperienza vissuta sia come Responsabile di Caritas sia come Responsabile dei Volontari del Servizio Civile.
Per imparare ad essere un volontario, per agire con professionalità nel momento del bisogno, occorre  formazione per imparare ad usare i diversi attrezzi a disposizione per ogni operazione.

GaetanoChiappa

Il coordinamento avviene con le diverse associazioni per dare formazione alle persone che aderiscono.
Cosi facendo si riescono ad aiutare all’autorità.

Inoltre è importante conoscere i rischi idrogeologici della zona, se c’è un’emergenza, conoscere già il problema, per questo ci sono i piani di protezione civile provinciali che devono essere conosciuti attraverso convegni, formazione ecc.
Per quanto riguarda la Caritas, in primis la sensibilizzazione sulle diverse problematiche socio-economiche in una società molto esigente è in evoluzione com’è la nostra e di conseguenza dando un piccolo contributo nel servizio d’ascolto a chi ne ha più bisogno anche solo di essere ascoltato.

La giornata si è conclusa con Fabio Valtorta, che ha parlato della sua esperienza lavorativa come consulente assicurativo, in cui è emerso soprattutto l’importanza del lavoro in equipe per raggiungere gli obiettivi preposti.

Fabio Valtorta
Inoltre ci ha dato dei consigli utili per il lavoro in campo tali come:
.Conoscere bene il prodotto che si commercializza.
.Credere in quello che si fa e credere in noi stessi.
.Essere noi stessi,  cercando sempre di essere professionali ed onesti nel nostro lavoro, perche siamo noi che ci esponiamo in prima persona.

Xiomara Jimenez

Testimonial #13

VALENTINA POLVARA

VALENTINA POLVARA“Per quanto riguarda la mia esperienza al master Lecco 100 ho solo che un ricordo positivo da testimoniare. Innanzitutto è stato interessante in quanto fin da subito si è imparato ad apprezzare, attraverso giochi o compiti di giornata, quanto il lavoro di gruppo sia fondamentale. Questo ha inevitabilmente permesso ad ognuno dei partecipanti di rivalutare la propria percezione degli altri e del “modo di comunicare intelligente”. Superare gli stereotipi, giostrarli a proprio vantaggio, e’ la sfida quotidiana che in ogni ambito (lavorativo, sociale, famigliare, politico) risulta rivelarsi essenziale per il raggiungimento degli obiettivi. I fatti, le azioni dovranno sempre essere calibrate ragionando sui pro e sui contro, ma senza dimenticare mai l’importanza del tempo che corre; se non si acquisisce -in tempo utile per l’appunto – una solida capacità organizzativa (e di delega!), il rischio di collassare o fallire sarà matematico, inevitabile. Il master ha avuto la peculiarità di porci costantemente in una logica concreta di “scontro con la realtà”, attraverso casi veri e problemi pratici, ci ha permesso di continuare a lavorare con un occhiale da vista nuovo. Gli istituti universitari infatti non sempre sono organizzati per permettere il proficuo confronto in aula e con la realtà professionale, lasciando alle singole esperienze del singolo l’occasione per farlo. Ecco che il master in questo ha saputo distinguersi. Sicuramente la conferma che ho avuto attraverso il corso e’ stata proprio l’acquisizione della capacità per la quale Non sempre i fatti, i comportamenti, le azioni singole o collettive debbano necessariamente essere o bianche o nere, ma anzi, una sfumatura perenne di grigi. Sta al singolo individuo e al singolo team (grazie al suo leader) comunicare in modo e in tempo utile per rispettare il proprio programma di marcia, cogliere i vantaggi di ogni situazione e farne tesoro. Le relazioni createsi durante il corso non hanno negato amicizie continuative. Ricordo con affetto e stima i professori che si sono presi cura di noi, insegnandoci, ciascuno a loro modo, che di fatti si vive e di fatti si cresce. Oggi come oggi non ci si può più permettere di vivere di retorica, ma di concretezza e dimostrazioni serie di savoir faire.”