Lezione del 9 febbraio 2018 – La comunicazione interpersonale. Conoscere sé stessi e gli altri dagli studi delle neuroscienze.

Viviamo in un Mondo in cui, per un motivo o per l’altro, si ha sempre a che fare con gli altri…”.

Inizia  così l’incontro di venerdì 9 febbraio tenuto dalla Dott.ssa Gabriella Vigo, esperta di comunicazione interpersonale, coach e docente di vari corsi di formazione, la cui professione  è rivolta ad aziende sia private che pubbliche.

Tema centrale del giorno: la comunicazione interpersonale. Cos’è?  Contestualizzato  nell’ambito di una comunicazione lavorativa e delle difficoltà che si possono creare se questa comunicazione risulta inefficace.                                                                                                                                A questo proposito Gabriella ha evidenziato attraverso esempi concreti casi di Comunicazione Non Efficace e di Comunicazione Efficace.                                                                                                                                           –    È il caso dell’IT (Information Technology).  Nelle aziende, tra i vari dipartimenti, sorgono spesso difficoltà nel trovare una chiave di comunicazione “tra chi è tecnico e chi non è tecnico”. Questo perchè,  mittente e destinatario parlano spesso due linguaggi diversi. Se i tecnici non si rivelano abbastanza flessibili nel tradurre in termini più generali il linguaggio tecnico, a fronte delle richieste dei colleghi, difficilmente la comunicazione andrà a buon fine.                                            –  Un muratore si trova in ospedale a seguito di una operazione al cuore e chiede informazioni su come dovrà comportarsi al lavoro in conseguenza dell’operazione.  La dottoressa invece di usare un corretto ma probabilmente poco comprensibile linguaggio medico, semplicemente risponde al muratore: “Se prima sollevavi una carriola, adesso puoi sollevarne la metà”. L’uomo capisce esattamente il messaggio della dottoressa per via della spiegazione molto pratica.                                                                                                                     Quindi : Non è sufficiente ciò che dico ma devo curare anche come lo dico”.

L’incontro si è poi strutturato con la definizione dei seguenti obiettivi:

  • Conoscere i compagni di Master
  • Apprendere alcune basi teoriche del modello delle neuroscienze
  • Individuare le preferenze cognitive di chi si ha di fronte
  • Comprendere come agire per “sintonizzarsi” al meglio con chi si ha di fronte

Attraverso una modalità divertente, noi ragazzi ci siamo  presentati tra di noi, descrivendoci in breve ed evidenziando ciascuno un’aspettativa per la giornata (un possibile Successo) e un eventuale timore (un Insuccesso). Anche qui sono emersi diversi spunti interessanti. Tanto per citarne uno : per alcuni compagni uscire dalla Zona di Comfort, cercare nuove sfide, rischiare, era visto come un’aspettativa, veniva percepito come un successo. Per altri, la stessa Zona di Comfort, rappresentava invece una tranquillità ed una sicurezza  tali da essere mantenute ed il fatto di uscirne  rappresentava un timore. In questo senso è interessante capire come gli stimoli di qualcuno possano essere le paure di qualcun altro e viceversa.

L’incontro è così continuato con le parole della dottoressa “… è difficile riuscire a programmarsi una vita… nel corso della stessa a volte ti si presentano opportunità che non avevi immaginato e allo stesso tempo difficoltà a cui non avevi mai pensato…”. A questo punto ci si chiede: “Come cogliere queste opportunità e come affrontare le varie difficoltà?”. La risposta non viene presentata in questa sede, sia perché siamo solo all’inizio, sia perchè ognuno di noi ha una sua risposta. Questa tematica sarà ripresa più avanti nel corso.

Riprendendo il tema della giornata che è la Comunicazione :                    “Non esistono comunicazioni sbagliate di per sé ma esistono comunicazioni non efficaci”.  Pertanto, quali sono gli ingredienti che si devono mettere in atto per far sì che la propria comunicazione sia efficace?                                                                                                                             Scelto un canale di comunicazione, ad esempio la Comunicazione  Orale : il risultato della mia comunicazione sarà rappresentato da Cosa Dico (comunicazione verbale) e da Come lo Dico (comunicazione non verbale e paraverbale).

Se il Cosa Dico  lo ho ben chiaro nella testa,  il Come lo Dico gioca un ruolo molto importante nel comunicarlo efficacemente agli altri. Per questo motivo è fondamentale  comprende ed essere consapevoli  degli atteggiamenti che riguardano il Come lo Dico. Atteggiamenti che vanno dal tono della voce (Paraverbale), ai gesti, alle movenze, alla postura, all’abbigliamento che utilizzo (Non Verbale).                   Cosa risulta? Risulta che nella comunicazione non sono solo “io con me stesso” ma ho almeno un interlocutore di fronte a me (in una comunicazione orale) o dall’altra parte di un computer (in una comunicazione via mail) e così via.

Conoscere l’interlocutore non è cosa semplice. Essere in grado di farsi un’idea (corretta) di chi ho di fronte può rivelarsi una scelta vincente.

Altra cosa interessante: quando inizia la comunicazione?                            Si può dire che inizi già nel momento in cui ho qualcosa nella mia testa da dire a qualcuno. Conseguenza diretta è che se utilizzo con attenzione i due punti appena visti (COSA DICO e COME LO DICO) probabilmente la mia comunicazione potrà risultare molto efficace.

Successivamente l’incontro ha riguardato la conoscenza, semplificata ma estremamente interessante, delle aree del nostro cervello. Semplificando gli studi delle neuroscienze, si può affermare  che in un cervello si possono identificare tre zone alle quali si possono ricondurre :

  • RETTILIANO : istinti, sensazioni
  • LIMBICO  : pensieri , capacità di linguaggio, affetti, coinvolgimento, praticictà
  • CORTICALE: capacità di analisi, ragionamento, coscienza di sè

Esistono poi i due Emisferi (il destro e il sinistro) che rendono l’argomento ancora più articolato:

  • l’emisfero sinistro si contraddistingue per la Logica e il Rigore,
  • quello destro per la ricerca dell’Insieme e la capacità di Sintesi.

Ricombinando le due zone, limbica e corticale con gli emisferi destro e sinistro si ottiene una matrice a quattro quadranti. Si ha così una divisione degli stili di comunicazione personale secondo le caratteristiche predominanti.

  • Limbico Sinistro   – rigore e organizazione – Organizzativo
  • Limbico Destro    – apertura umana – Partecipativo
  • Corticale Sinistro   – rigore e ragione – Direzionale
  • Corticale Destro   – apertura al mondo – Creativo

Ognuno di noi ha un mix di tutte queste caratteristiche, rendendoci unici con  un proprio mondo interno.  Alcune caratteristiche distintive di ciascuna persona possono essere molto marcate prevalendo su altre. Si ha così uno strumento per comprendere le persone che ci si trova di fronte e di conseguenza “tarare” la comunicazione per renderla maggiormente efficace. Si riesce finalmente a capire il perchè di alcuni atteggiamenti che altrimenti potrebbero indurre a confusione o pregiudizio.

Quindi un’altra attività svolta in aula è stata quella di far emergere, grazie all’ausilio di un questionario, in quale quadrante si trovasse ognuno di noi. Successivamente, sempre in base alla matrice, ci si è spostati nei quadranti secondo le nostre  preferenze in ambito lavorativo; Preferenze e non Competenze, proprio per restare legati alla parte più spontanea di noi stessi, quasi a dire “voglio fare un certo lavoro perché mi piace”. Il risultato è stato stimolante e ha fatto emergere come, in un lavoro qualsiasi,  una persona può caratterizzarsi per: Doti Direzionali, Doti Creative, Doti Parteciaptive e Doti Organizzative.

Una volta finito il questionario, abbiamo sperimentato che effettivamente per alcuni “collaborare” poteva essere una cosa semplicissima, per altri recava parecchie difficoltà; per alcuni “schematizzare la giornata” era una cosa banale, per altri una cosa impossibile; alcuni non avrebbero fatto fatica a dire “voglio fare il capo”, altri, il capo, non lo avrebbero mai fatto.

L’incontro si è chiuso con la visione di due spezzoni di film, in cui emergevano chiaramente, nei comportamenti dei protagonisti, le quattro caratteristiche (Direzionali, Creative, Partecipative e Organizzative) precedentemente elencate. Questi video, estremamente d’effetto, hanno dato un riscontro molto forte a qualcosa che, a inizio giornata, poteva sembrare solo una curiosità.

In chiusura, un video divertentissimo, ha testimoniato quanto il nostro cervello possa essere flessibile per adattarsi e riadattarsi alle più diverse circostanze, anche insolite e inaspettate.

Vi lascio il link del video. È davvero forte.

Daniele Redaelli

The Backwards Brain Bicycle – Smarter Every Day 133

https://www.youtube.com/watch?v=MFzDaBzBlL0