LE MAPPE MENTALI docente Alessio Sperlinga
La prima forma di apprendimento è l’IMITAZIONE e quando il cervello si sforza di apprendere questo migliora progressivamente le sue capacità. La memorizzazione infatti dà migliore elasticità a tutte le altre parti del cervello.
La nostra mente ha innanzitutto due grandi capacità:
-l’IMMAGINAZIONE, il cervello infatti è fatto principalmente per macinare immagini.
“Probabilmente non siamo tutti grandi artisti poiché qualcuno la prima volta che abbiamo disegnato ci ha detto che era brutto o sbagliato;”
-l’ASSOCIAZIONE, cioè colleghiamo il nostro pensiero a qualcosa, che sia esso positivo, negativo o un’immagine per l’appunto. La capacità associativa cresce con il passare del tempo, infatti chi è molto piccolo ha la capacità immaginativa sviluppata maggiormente.
Le mappe mentali si basano proprio su questi due principi cardine.
Il concept delle MAPPE MENTALI è rappresentato da un PUNTO CENTRALE e da RAMI che stanno ad identificare ciascuna parola. Lo sviluppo è quello di un albero orizzontale, poiché questa forma ci permette di ottenere graficamente quello che pensiamo e quello che diciamo in maniera libera. Se ci fosse una sola direzione sarebbe tutto unicamente sequenziale, l’albero invece attraverso i suoi rami si espande in più direzioni permettendoci di diramare il nostro pensiero e il nostro messaggio.
Infatti la nostra mente non funziona banalmente in maniera sequenziale.
Lo sviluppo orizzontale è scelto inoltre poiché il nostro campo visivo è più ampio lateralmente e riesce ad abbracciare una porzione di spazio maggiore.
L’immagine del ramo viene quindi riproposta con linee curve, questa infatti tende a dare movimento e a legarsi con la parola che accompagna e che deve ricordare e rappresentare.
Le parole che seguono il ramo, preferibilmente scritte in stampatello maiuscolo, devono essere lunghe come il ramo. L’immagine del ramo quindi ci permetterà di condensare un pensiero e/o un’informazione con poche parole vincenti e rappresentative. Il significato dell’informazione sta nel collegamento delle parole.
Solitamente il numero consigliato di rami è 6, questi sono sufficienti ad immagazzinare l’informazione.
Ogni ramo è identificato da un colore oltre che da una parola, questo permette una memorizzazione migliore dell’immagine e quindi dell’informazione che vi si associa. Si può inoltre associare un’immagine simbolo che condensi l’informazione.
Le mappe sono naturalmente utili all’apprendimento, un processo che non possiamo arrestare, poiché man mano che procediamo nel tempo impariamo.
Umberto Santucci, ospite dell’incontro, ci ha indicato come la mappa rappresenti un RIDUTTORE DI COMPLESSITA’, e come attraverso questa si possano SBROGLIARE, quindi ordinare le cose.
Nella mappa infatti il l’IDEA centrale rappresenta la definizione del PROBLEMA. Il problema va subito riconosciuto e a volte farlo diventa anche più importante che risolverlo. I rami diventano dunque i concetti chiave, i collegamenti relativi al problema riconosciuto.
Nello sviluppo della mappa è fondamentale capire cosa vogliamo mostrare, ma soprattutto mostrare cosa abbiamo capito.
Purtroppo però non tutto può essere semplificato, come ad esempio concetti filosofici o la religione stessa. E’ solo attraverso alcune analogie che possiamo aiutarci nel visualizzare quasi tutto.
La mappa usa concetti come la gerarchia, lo spazio, il colore a differenza di un diagramma di flusso che è puramente sequenziale e che soprattutto si sviluppa conoscendone già la fine. La mappa invece sfrutta ed esercita la creatività.
La mappa rappresenta quindi il nostro pensiero, l’informazione, graficizzata e associata, così da permetterci immaginandola di immagazzinare l’informazione associando il sapere al disegno stesso.
Un ringraziamento ad Alessio Sperlinga per questo fantastico viaggio in una visione nuova del mondo.
Nadia Coppola