La lezione tenuta da Cristina Pedretti si è concentrata sul Project Cycle Management (PCM).
Questo rappresenta uno strumento trasversale per la gestione e lo sviluppo del ciclo di progetto. Esso è applicabile a qualsiasi tipo di progetto ed è utilizzabile sia per la ideazione che per la gestione di questi, specialmente se finanziati.
Il ciclo di sviluppo nasce ovviamente dall’ideazione. A questa segue la programmazione, al fine di rendere più concreta e realizzabile l’idea. Infatti Anche la Commissione Europea stessa tende a programmare i fondi al fine di avere una giusta ripartizione per i vari tipi di progetti.
Successivamente vi è una fase di identificazione, durante la quale vi è una formulazione della proposta progettuale. In seguito vi è una formulazione del progetto, nel format vi saranno tre sezioni da compilare:
- Una relativa ai dati anagrafici
- La descrizione del progetto
- Una parte di natura economica, con un piano economico – finanziario, al fine di dimostrare che il tuo progetto porta uno sviluppo nel suo campo e quanto questo costa.
Il progetto viene quindi sottoposto alla Commissione dedicata, viene valutato ed eventualmente ritenuto idoneo o meno al finanziamento.
La successiva approvazione prevedere la redazione di un contratto e dunque la realizzazione.
Una valutazione verrà fatta nei vari step di sviluppo, ma sicuramente viene fatta a progetto finito, per verificare se effettivamente sono stati raggiunti gli scopi prefissati.
Lo strumento del PCM è stato introdotto dalla Commissione Europea negli anni ’90 al fine di definire uniformità e fornire uno standard.
E’ importante sapere che il finanziamento viene erogato in un secondo momento, in qualità di rimborso, quindi in un primo momento l’investimento monetario è il proprio.
Vi sono due tipologie di fondi:
- Fondi diretti / bandi (PCM): gestiti direttamente dall’Unione Europea
- Fondi indiretti /strutturali: gestiti in collaborazione con amministrazioni nazionali e regionali.
Un buon progetto, affinchè sia tale, deve avere Pertinenza, Fattibilità e Sostenibilità, oltre che ovviamente Chiarezza. Bisogna infatti focalizzarsi sui reali bisogni dei destinatari dell’intervento.
Vi sono delle tecniche mirate allo sviluppo ottimane di un progetto.
Uno di questi può esserlo “L’albero dei problemi”. Attraverso l’utilizzo di post-it, che si possono spostare e collegare tra di loro, si individuano i problemi, utilizzando tutti post-it dello stesso colore. Si definisce una concatenazione tra questi causa-effetto ed una gerarchia dei problemi. Questo serve a fotografare la
situazione e a definire un’identificazione ed un’analisi.
Con post-it di un altro colore si va poi a definire l’albero degli obiettivi, come deduzione dell’analisi iniziale
Attraverso la “Matrice del quadro logico” risultati micro avvicinano ad un risultato macro. Inseriamo nella matrice i ragionamenti fatti della fase precedente di analisi a sviluppiamo ulteriormente l’analisi fino ad un ragionamento riferito alle spese.
L’obiettivo generale del progetto è spesso espresso nel bando stesso, sta a noi coglierlo e svilupparlo.
L’obiettivo specifico sarà il nostro, sviluppato da noi in maniera connessa al bando.
I risultati dello sviluppo del progetto vanno presentati con allegate le spese. I soldi investiti servono al raggiungimento degli obiettivi.
E’ importante avere flessibilità, inteso come alternativa. A volte può essere una formula vincente presentare un progetto ispirato a qualcosa di già realizzato: imitare e migliorare.
Questa modalità di analisi e sviluppo standardizzata per i bandi europei in realtà si presenta utile anche per lo sviluppo di progetti personali. Ne scandisce infatti le fasi e le necessità e ci guida nell’affinarne i vari aspetti. Ed è proprio quello che ha fatto Cristina, ha preso spunto da una cosa a lei familiare e nota e l’ ha sfruttata per investire sullo sviluppo di un progetto personale.
Nasce così “Chiacchiere da Venere”, un progetto al femminile per mettersi alla prova e migliorarsi. Un progetto dedicato al Soft Coaching al femminile.
Nadia Coppola