Il terzo appuntamento
della 10° edizione del Master Manageriale Lecco 100 ha affrontato il tema delle
mappe mentali.
La lezione è stata tenuta
da Alessio Sperlinga, informatico,
imprenditore e formatore, nonchè vice-presidente di Lecco100, all’Istituto Superiore G. Bertacchi di
Lecco.
Una mappa mentale è una
rappresentazione grafico del pensiero ideata dall’inglese Tony Buzan e finalizzata a sfruttare la memoria visiva per meglio
strutturare, memorizzare e presentare le informazioni. Per ottenere ciò, le
mappe mentali adottano un modello
gerarchico-associativo analogo alle connessioni neurali di un cervello,
rafforzato dalla ricchezza di colori ed
immagini.
Le applicazioni delle
mappe mentali sono molteplici, dalla facilitazione dell’apprendimento fino alla
gestione ed al supporto di molti processi aziendali. Ad esempio:
Selezione
del personale
Gestione
di progetti
Brainstorming
Ricerca
e sviluppo
Mappatura
e verbalizzazione di riunioni
Condivisione
della conoscenza
Chi volesse approfondire
il mondo delle mappe mentali non può non iniziare dal libro del loro ideatore “The Mind Map Book: How to Use Radiant
Thinking to Maximize Your Brain’s Untapped Potential”, tradotto in italiano
come “Mappe mentali: Come utilizzare il
più potente strumento di accesso alle straordinarie capacità del cervello per
pensare, creare, studiare, organizzare…”.
Infine, la tecnologia,
come spesso accade, viene in supporto anche su questo tema. Esistono difatti
diversi strumentiinformatici per l’elaborazione delle
mappe mentali:
La giornata di Venerdi 14 febbraio è cominciata con l’intervento del dott. Massimiliano Ferrari ,che con passione, ci ha spiegato il tema della Mediazione analizzando i meccanismi di ADR: alternativedispute resolution , ovvero quelle tecniche specifiche che aiutano le parti coinvolte a trovare una soluzione.
Durante il corso della mattinata, ci è stato spiegato che mediare non significa trovare un semplice punto d’incontro ma ha più precisamente lo scopo di supportare le parti a trovare una soluzioneche possa essere la migliore per entrambe, con valore legale e senza l’intervento del giudice.
La figura del MEDIATORE, ci dice Ferrari, non decide chi ha ragione nè ricopre la figura di giudice o arbitro ma ha il compito di utilizzare un metodo alternativo per far si che le parti giungano ad un accordo che risulti conveniente ad entrambe. Questo metodo però ha valenza soltanto se le parti riescono a capirne il valore aggiunto, ragion per cui il mediatore durante il primo incontro ha il compito di convincerle, esponendo le varie ragioni che dimostrano che risolvere attraverso la mediazione è conveniente.
Per fare
tutto questo ci sono delle tecniche specifiche:
Innanzitutto, secondo Ferrari , in una mediazione è necessario lo spostamento dell’attenzione della posizione presa dalle parti verso i reali interessi e bisogni di ciascuno: il mediatore deve essere molto bravo nell’ascolto attivo, non deve favorire le domande chiuse ma quelle aperte utilizzando anche tecniche posturali e linguaggio del corpo. Deve riuscire ad essere empatico, quindi in grado di mettersi in terza persona se necessario: si tratta di “allargare la torta” ovvero lasciar parlare le parti interessate con lo scopo di andare oltre al problema in se , tenendosi aperte altre questioni.
Un altro argomento affrontato, per gestire una mediazione è il Linguaggio Giraffa.
Ci è stato fatto l’esempio in cui ,durante una mediazione , uno dei due avvocati delle parti arriva in ritardo: partendo da questo presupposto abbiamo analizzato la gestione dell’evento con gli occhi del mediatore. Ci è stato quindi spiegato che questo metodo (chiamato della giraffa perche quest’ultima è l’animale con il cuore piu grande di tutti e la maggior distanza tra cuore e cervello,) risulta efficace perchè determina la distinzione tra i fatti reali e le emozioni: questo linguaggio non deve essere troppo tecnico ne macchinoso, non deve dare fastidio a nessuno ne favorire qualcun altro: deve far sentire le parti allo stesso livello rispettando tutti.
Una volta terminata la mattina, dopo una piacevole pausa pranzo, il pomeriggio è continuato con Alessio Sperlinga che ha condotto il suo intervento sull’analisi degli obiettivi.
Ci ha parlato in maniera generale della comunicazione definendo che non esistono regole certe sul suo utilizzo essendoci canali di comunicazione differenti a seconda di quello che ci serve; che è piu difficile farequalcosa piuttosto che dirla e che siamo tutti divergenti l’uno dall’altro ma che qualunque cosa noi faremo avremo sempre l’esigenza di raggiungere un Obiettivo.
Attraverso un esempio ci è stato spiegato che un Obiettivo per essere tale
deve
essere CONCRETO e MISURABILE
(quantificato e tempificato)
deve
essere in primis RAGGIUNGIBILE
deve
essere STIMOLANTE, perché se non lo è non è un obiettivo ma bensì un
compito. Se non è stimolante non è
nemmeno raggiungibile perciò queste due caratteristiche risultano strettamente
legate tra di loro.
deve
essere SCRITTO per diventare un impegno da prefiggersi.
Nel momento in cui affido un obiettivo da raggiungere a qualcuno,si parte da una situazione che deve essere condivisa ma la strada che quest’ultimo deve percorrere per raggiungerlo non la devo dirigere io, altrimenti gli sto soltanto affidando un compito.
La giornata
si è conclusa con la spiegazione del pensiero positivo americano:
si parte da
un desiderio che è l’obiettivo, da qui c’è la necessità di concentrarsi sulla
visualizzazione del risultato e quindi la pianificazione delle azioni che
servono per giungere alla realizzazione di esso. Considerando questo
procedimento, va calcolata anche la probabilità che un imprevisto rovini il processo.
Tutto questo è spiegato attraverso il metodo Woop
W (wish) desiderio, trasformato in obiettivo ben definito
O (outcome) visualizzazione del risultato
O (obstacle) sono gli imprevisti : ma se gia si mette in conto che potranno verificarsi degli ostacoli, comincerai a visualizzare in anticipo il modo di superarli.
P (planning) il modo giusto per raggiungere quel risultato.
Utilizzando
questo metodo, in classe ognuno di noi ha visualizzato il suo personale
obiettivo, analizzato gli imprevisti e pianificato la realizzazione.
Oggi, 7 febbraio 2020, presso la sede di Confcommercio Lecco, è iniziata la decima edizione del Master manageriale; il tema, per quest’anno, sarà la Responsabilità.
Sono le 9 del mattino, sta per iniziare una nuova esperienza. I sette ragazzi, desiderosi di intraprendere questo nuovo percorso, si incontrano nell’aula; i responsabili del progetto si presentano, poi tocca ai nuovi giovani. La prima parte della giornata è stata dedicata alla presentazione del tema della Responsabilità.
Alessio
Sperlinga, project manager, informatico ed informatore
freelance, definisce la responsabilità come una caratteristica tipica della
persona umana (non dell’individuo), legata all’agire sociale; è responsabile
colui che sa dare una risposta alle proprie azioni e alle relative conseguenze,
colui che si fa carico delle proprie azioni assegnandole il giusto peso, colui
che vive in un mondo aperto e continuamente instaura relazioni
interpersonali. Per
qualsiasi azione che si intende effettuare, è necessario intraprendere prima
una fase di riflessione.
La
responsabilità porta con sé degli imprevisti (algoritmi, parole, opere
ed omissioni): l’avvento della rivoluzione industriale rende sempre più difficile
prevedere con certezza le conseguenze delle proprie azioni e comportamenti.
Come
porre rimedio a questa situazione?
Gli
imprevisti possono essere “aggiustati” e lo si può fare attraverso 3 metodi:
1)
la “retta visione” che prevede lo studio e la riflessione;
2)
la “retta parola” che ingloba al suo interno la capacità di scelta;
3)
la “retta azione” riferita alle modalità di azione.
Parlare di responsabilità significa parlare anche di libertà: “la responsabilità di essere liberi, la libertà di essere responsabili”.
Alessio Sperlinga passa la parola all’imprenditore Angelo Cortesi, titolare del mollificio Co.El. Srl a Torre de’ Busi.
Cortesi ha raccontato la sua storia e quella della sua azienda, soffermandosi sulla figura dell’imprenditore come seme della responsabilità (“intraprendere” e “farsi carico” sono due azioni tipiche di un imprenditore) e dotato di caratteristiche vincenti quali: la capacità creativa ed innovativa, l’ars combinatoria (capacità di organizzare e coordinare capitale, persone e tecnologie) e la propensione al rischio accompagnata da una profonda fiducia nell’avvenire.
L’Italia
tra il 2007 e 2008 è stata colpita da una grave crisi economica; non tutti ne
sono usciti, sono sopravvissuti soltanto coloro che hanno fatto di tale momento
negativo uno stimolo per la crescita, per l’innovazione e per il cambiamento.
È anche e soprattutto da questi avvenimenti negativi
che emerge la responsabilità.
Giunge l’ora di pranzo, i ragazzi dovranno ritrovarsi alle 14, pronti per l’incontro con Antonio Peccati presidente di Confcommercio Lecco e manager di Allianz Bank.
Peccati racconta le sue esperienze giovanili come l’arrampicata e l’alpinismo e quelle successive prima come bancario e poi come consulente finanziario.
È
importante crescere, fare ciò che ci permette di crescere, essere sempre
pronti alle occasioni che si presentano ed essere in grado di impegnarsi
perché tanto più è maggiore l’impegno, tanto più grande sarà la responsabilità.
Davvero una bella testimonianza!
La giornata sta per giungere al termine e l’aula accoglie gli ultimi ospiti: alcuni giovani che negli anni precedenti hanno frequentato il Master.
Ciascuno raccontando la propria esperienza è in grado di stimolare, creando la giusta carica per affrontare questo nuovo percorso.
“Può darsi che non
siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma
lo diventerete se non fate nulla per cambiarla” (Martin Luther King).
Sono Marco Piatti, ho
32 anni e ho frequentato l’ edizione 2015 del Master promosso dall’Associazione
Lecco100.
La passione per il marketing e per i
social mi ha portato ad entrare in contatto con l’Associazione Lecco100 e il
suo Master.
Nel 2014, verso
dicembre, stavo progettando il mio futuro post universitario. Mi sarei laureato
a marzo e non avevo la minima idea su cosa mi avrebbe riservato il futuro.
Laurea specialistica?
Un Master per approfondire gli argomenti che tanto mi piacciono? Iniziare a
lavorare?
Aprii il mio pc e
iniziai a cercare su Google se nella zona di Lecco c’era la possibilità di
frequentare un corso che trattasse, in modo approfondito, del marketing.
Mi ritrovai sul sito
di una “strana” Associazione lecchese che proponeva a giovani talenti un percorso formativo gratuito e poco impegnativo
in termini di tempo (le lezioni si svolgono un giorno a settimana).
Scrissi subito una
mail per chiedere maggiori informazioni e mi ritrovai, dopo pochi giorni, ad un
pranzo conoscitivo con i responsabili del Master e con alcuni miei futuri
compagni. In realtà non si trattava di un semplice pranzo ma di un test per
verificare la mia motivazione e
probabilmente riuscii a trasmetterla perché poco dopo mi fu comunicato che ero
stato selezionato per partecipare al Master 2015.
Le lezioni iniziarono
proprio in questo periodo (inizio febbraio 2015) e capii subito che non era un corso
“ordinario”.
Le lezioni in aula sono completamente
diverse da quelle universitarie. Non c’è un professore/formatore che spiega la
sua materia seduto alla cattedra ma gli incontri sono strutturati per essere un
continuo scambio di informazioni e di
opinioni.
I giovani hanno
inoltre l’opportunità di incontrare alcuni imprenditori
del territorio lecchese che dedicano parte del loro tempo per raccontare le
loro esperienze e per rispondere alle curiosità.
C’è la possibilità di lavorare in gruppo a progetti reali,
offrendo così l’occasione ai giovani di mettersi in gioco e imparare dai propri
compagni.
Sarei falso se dicessi
che tutte le lezioni mi sono piaciute allo stesso modo ma sicuramente tutti gli
argomenti trattati mi hanno permesso di ampliare le mie conoscenze e di poter crescere.
Il Master è pensato
per offrire degli spunti ai giovani che ancora non hanno le esperienze e le
conoscenze degli adulti, per poter in questo modo costruire il proprio bagaglio
culturale.
Una delle cose che ho
imparato grazie a questo Master è di guardare
(o almeno cercare di farlo) le cose da
un punto di vista diverso per risolvere i problemi che mi trovo ad
affrontare nella vita quotidiana e nel lavoro.
Un’altra cosa che ho
potuto apprendere riguarda l’importanza di lavorare
su sé stessi. Ogni persona deve seguire le proprie passioni e i propri
sogni, concentrarsi su tutti gli aspetti in cui si sente preparato, unico e
forte e sviluppare queste conoscenze per diventare “iper-qualificato”.
In futuro vorrei
partecipare ancora a qualche lezione del Master per tenermi aggiornato e per
ampliare le mie conoscenze su determinati argomenti.
Concludo consigliando
la partecipazione al Master solo a quelle persone che realmente vogliono
cambiare la loro vita e affrontare una sfida.
Se sei
una persona convinta di non poter apprendere nulla di nuovo e che non è
motivata a mettersi in gioco NON è un corso adatto a te.
Marco
il patrimonio imprenditoriale per fare impresa in un mercato che seleziona
Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni
Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.