LEZIONE DEL 15 FEBBRAIO : LE MAPPE MENTALI

Il terzo appuntamento della 10° edizione del Master Manageriale Lecco 100 ha affrontato il tema delle mappe mentali.

La lezione è stata tenuta da Alessio Sperlinga, informatico, imprenditore e formatore, nonchè vice-presidente di Lecco100, all’Istituto Superiore G. Bertacchi di Lecco.

Una mappa mentale è una rappresentazione grafico del pensiero ideata dall’inglese Tony Buzan e finalizzata a sfruttare la memoria visiva per meglio strutturare, memorizzare e presentare le informazioni. Per ottenere ciò, le mappe mentali adottano un modello gerarchico-associativo analogo alle connessioni neurali di un cervello, rafforzato dalla ricchezza di colori ed immagini.

Le applicazioni delle mappe mentali sono molteplici, dalla facilitazione dell’apprendimento fino alla gestione ed al supporto di molti processi aziendali. Ad esempio:

  • Selezione del personale
  • Gestione di progetti
  • Brainstorming
  • Ricerca e sviluppo
  • Mappatura e verbalizzazione di riunioni
  • Condivisione della conoscenza

Chi volesse approfondire il mondo delle mappe mentali non può non iniziare dal libro del loro ideatore “The Mind Map Book: How to Use Radiant Thinking to Maximize Your Brain’s Untapped Potential”, tradotto in italiano come “Mappe mentali: Come utilizzare il più potente strumento di accesso alle straordinarie capacità del cervello per pensare, creare, studiare, organizzare…”.

Infine, la tecnologia, come spesso accade, viene in supporto anche su questo tema. Esistono difatti diversi strumenti informatici per l’elaborazione delle mappe mentali:

Un ringraziamento ad Alessio Sperlinga per il savoir-faire e la passione con cui ha presentato questo interessante argomento!

Elia Mariani

Lezione del 14 febbraio : Mediazione e gestione degli obiettivi

La giornata di Venerdi 14 febbraio è cominciata con l’intervento del dott. Massimiliano Ferrari ,che con passione, ci ha spiegato il tema della Mediazione analizzando i meccanismi di ADR: alternative dispute resolution , ovvero quelle tecniche specifiche che aiutano le parti coinvolte a trovare una soluzione.

Massimiliano Ferrari approfondisce il tema della Mediazione

Durante il corso della mattinata, ci è stato spiegato che mediare non significa trovare un semplice punto d’incontro ma ha più precisamente lo scopo di supportare le parti a trovare una soluzione che possa essere la migliore per entrambe, con valore legale e senza l’intervento del giudice.

La figura del MEDIATORE, ci dice Ferrari, non decide chi ha ragione nè ricopre la figura di giudice o arbitro ma ha il compito di utilizzare un metodo alternativo per far si che le parti giungano ad un accordo che risulti conveniente ad entrambe. Questo metodo però ha valenza soltanto se le parti riescono a capirne il valore aggiunto, ragion per cui il mediatore durante il primo incontro ha il compito di convincerle, esponendo le varie ragioni che dimostrano che risolvere attraverso la mediazione è conveniente.

Per fare tutto questo ci sono delle tecniche specifiche:

Innanzitutto, secondo Ferrari , in una mediazione  è necessario lo spostamento dell’attenzione della posizione presa dalle parti verso i reali interessi e bisogni di ciascuno: il mediatore deve essere molto bravo nell’ascolto attivo, non deve favorire le domande chiuse ma quelle aperte utilizzando anche tecniche posturali e linguaggio del corpo. Deve riuscire ad essere empatico, quindi in grado di mettersi in terza persona se necessario: si tratta di “allargare la torta” ovvero lasciar parlare le parti interessate con lo scopo di andare oltre al problema in se , tenendosi aperte altre questioni.

Il linguaggio GIRAFFA

Un altro argomento affrontato, per gestire una mediazione è il Linguaggio Giraffa.

Ci è stato fatto l’esempio in cui ,durante una mediazione , uno dei due avvocati delle parti arriva in ritardo: partendo da questo presupposto abbiamo analizzato la gestione dell’evento con gli occhi del mediatore. Ci è  stato quindi spiegato che questo metodo (chiamato della giraffa perche quest’ultima è l’animale con il cuore piu grande di tutti e la maggior distanza tra cuore e cervello,)  risulta efficace perchè  determina la distinzione tra i fatti reali e le emozioni: questo linguaggio non deve essere troppo tecnico ne macchinoso, non deve dare fastidio a nessuno ne favorire qualcun altro: deve far sentire le parti allo stesso livello rispettando tutti.

Una volta terminata la mattina, dopo una piacevole pausa pranzo, il pomeriggio è continuato con Alessio Sperlinga che ha condotto il suo intervento sull’analisi degli obiettivi. 

Alessio Sperlinga, parla della gestione degli obiettivi

                                      

Ci ha parlato in maniera generale della comunicazione definendo che non esistono regole certe sul suo utilizzo essendoci canali di comunicazione differenti a seconda di quello che ci serve; che è piu difficile fare qualcosa piuttosto che dirla e che siamo tutti divergenti l’uno dall’altro ma che qualunque cosa noi faremo avremo sempre l’esigenza di raggiungere un Obiettivo.

Attraverso un esempio ci è stato spiegato che un Obiettivo per essere tale

  • deve essere CONCRETO  e MISURABILE (quantificato e tempificato)
  • deve essere in primis RAGGIUNGIBILE
  • deve essere STIMOLANTE, perché se non lo è non è un obiettivo ma bensì un compito.  Se non è stimolante non è nemmeno raggiungibile perciò queste due caratteristiche risultano strettamente legate tra di loro.
  • deve essere SCRITTO per diventare un impegno da prefiggersi.

Nel momento in cui affido un obiettivo da raggiungere a qualcuno,si parte da una situazione che deve essere condivisa ma la strada che quest’ultimo deve percorrere per raggiungerlo non la devo dirigere io, altrimenti gli sto soltanto affidando un compito.

La giornata si è conclusa con la spiegazione del pensiero positivo americano:

si parte da un desiderio che è l’obiettivo, da qui c’è la necessità di concentrarsi sulla visualizzazione del risultato e quindi la pianificazione delle azioni che servono per giungere alla realizzazione di esso. Considerando questo procedimento, va calcolata anche la probabilità che un imprevisto rovini il processo.

Tutto questo è spiegato attraverso il metodo Woop

W (wish) desiderio, trasformato in obiettivo ben definito

O (outcome) visualizzazione del risultato

O (obstacle) sono gli imprevisti : ma se gia si mette in conto che potranno verificarsi degli ostacoli, comincerai a visualizzare in anticipo il modo di superarli.

P (planning) il modo giusto per raggiungere quel risultato.

Utilizzando questo metodo, in classe ognuno di noi ha visualizzato il suo personale obiettivo, analizzato gli imprevisti e pianificato la realizzazione.

Laura Rota                                      

E’ INIZIATA la decima edizione del master

Oggi, 7 febbraio 2020, presso la sede di Confcommercio Lecco, è iniziata la decima edizione del Master manageriale; il tema, per quest’anno, sarà la Responsabilità.

Sono le 9 del mattino, sta per iniziare una nuova esperienza. I sette ragazzi, desiderosi di intraprendere questo nuovo percorso, si incontrano nell’aula; i responsabili del progetto si presentano, poi tocca ai nuovi giovani. La prima parte della giornata è stata dedicata alla presentazione del tema della Responsabilità.

Alessio Sperlinga introduce il tema della Responsabilità

Alessio Sperlinga, project manager, informatico ed informatore freelance, definisce la responsabilità come una caratteristica tipica della persona umana (non dell’individuo), legata all’agire sociale; è responsabile colui che sa dare una risposta alle proprie azioni e alle relative conseguenze, colui che si fa carico delle proprie azioni assegnandole il giusto peso, colui che vive in un mondo aperto e continuamente instaura relazioni interpersonali.  Per qualsiasi azione che si intende effettuare, è necessario intraprendere prima una fase di riflessione.

La responsabilità porta con sé degli imprevisti (algoritmi, parole, opere ed omissioni): l’avvento della rivoluzione industriale rende sempre più difficile prevedere con certezza le conseguenze delle proprie azioni e comportamenti.

Come porre rimedio a questa situazione?

Gli imprevisti possono essere “aggiustati” e lo si può fare attraverso 3 metodi:

1) la “retta visione” che prevede lo studio e la riflessione;

2) la “retta parola” che ingloba al suo interno la capacità di scelta;

3) la “retta azione” riferita alle modalità di azione.

Parlare di responsabilità significa parlare anche di libertà: “la responsabilità di essere liberi, la libertà di essere responsabili”.

Alessio Sperlinga passa la parola all’imprenditore Angelo Cortesi, titolare del mollificio Co.El. Srl a Torre de’ Busi.

Angelo Cortesi, attraverso la sua esperienza imprenditoriale testimonia la Responsabilità Sociale d’Impresa.

Cortesi ha raccontato la sua storia e quella della sua azienda, soffermandosi sulla figura dell’imprenditore come seme della responsabilità (“intraprendere” e “farsi carico” sono due azioni tipiche di un imprenditore) e dotato di caratteristiche vincenti quali: la capacità creativa ed innovativa, l’ars combinatoria (capacità di organizzare e coordinare capitale, persone e tecnologie) e la propensione al rischio accompagnata da una profonda fiducia nell’avvenire.

L’Italia tra il 2007 e 2008 è stata colpita da una grave crisi economica; non tutti ne sono usciti, sono sopravvissuti soltanto coloro che hanno fatto di tale momento negativo uno stimolo per la crescita, per l’innovazione e per il cambiamento.

È anche e soprattutto da questi avvenimenti negativi che emerge la responsabilità.

Giunge l’ora di pranzo, i ragazzi dovranno ritrovarsi alle 14, pronti per l’incontro con Antonio Peccati presidente di Confcommercio Lecco e manager di Allianz Bank.

Antonio Peccati, presidente di ConfCommercio testimonia la sua esperienza imprenditoriale nel settore finanziario.

Peccati racconta le sue esperienze giovanili come l’arrampicata e l’alpinismo e quelle successive prima come bancario e poi come consulente finanziario.

È importante crescere, fare ciò che ci permette di crescere, essere sempre pronti alle occasioni che si presentano ed essere in grado di impegnarsi perché tanto più è maggiore l’impegno, tanto più grande sarà la responsabilità.

Davvero una bella testimonianza!

La giornata sta per giungere al termine e l’aula accoglie gli ultimi ospiti: alcuni giovani che negli anni precedenti hanno frequentato il Master.

Daniele Redaelli, ingegnere
Marta Perego, ingegnere ed architetto

Ciascuno raccontando la propria esperienza è in grado di stimolare, creando la giusta carica per affrontare questo nuovo percorso.

Lucia Ciampaglia, laureata in giurisprudenza
Erica Riganelli, psicologa

Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla” (Martin Luther King).

Buon Master a tutti!

Alessia Lombardi

TESTIMONIAL #25

Sono Marco Piatti, ho 32 anni e ho frequentato l’ edizione 2015 del Master promosso dall’Associazione Lecco100.

La passione per il marketing e per i social mi ha portato ad entrare in contatto con l’Associazione Lecco100 e il suo Master.

Nel 2014, verso dicembre, stavo progettando il mio futuro post universitario. Mi sarei laureato a marzo e non avevo la minima idea su cosa mi avrebbe riservato il futuro.

Laurea specialistica? Un Master per approfondire gli argomenti che tanto mi piacciono? Iniziare a lavorare?

Aprii il mio pc e iniziai a cercare su Google se nella zona di Lecco c’era la possibilità di frequentare un corso che trattasse, in modo approfondito, del marketing.

Mi ritrovai sul sito di una “strana” Associazione lecchese che proponeva a giovani talenti un percorso formativo gratuito e poco impegnativo in termini di tempo (le lezioni si svolgono un giorno a settimana).

Scrissi subito una mail per chiedere maggiori informazioni e mi ritrovai, dopo pochi giorni, ad un pranzo conoscitivo con i responsabili del Master e con alcuni miei futuri compagni. In realtà non si trattava di un semplice pranzo ma di un test per verificare la mia motivazione e probabilmente riuscii a trasmetterla perché poco dopo mi fu comunicato che ero stato selezionato per partecipare al Master 2015.

Le lezioni iniziarono proprio in questo periodo (inizio febbraio 2015) e capii subito che non era un corso “ordinario”.

Le lezioni in aula sono completamente diverse da quelle universitarie. Non c’è un professore/formatore che spiega la sua materia seduto alla cattedra ma gli incontri sono strutturati per essere un continuo scambio di informazioni e di opinioni.

I giovani hanno inoltre l’opportunità di incontrare alcuni imprenditori del territorio lecchese che dedicano parte del loro tempo per raccontare le loro esperienze e per rispondere alle curiosità.

C’è la possibilità di lavorare in gruppo a progetti reali, offrendo così l’occasione ai giovani di mettersi in gioco e imparare dai propri compagni.

Sarei falso se dicessi che tutte le lezioni mi sono piaciute allo stesso modo ma sicuramente tutti gli argomenti trattati mi hanno permesso di ampliare le mie conoscenze e di poter crescere.

Il Master è pensato per offrire degli spunti ai giovani che ancora non hanno le esperienze e le conoscenze degli adulti, per poter in questo modo costruire il proprio bagaglio culturale.

Una delle cose che ho imparato grazie a questo Master è di guardare (o almeno cercare di farlo) le cose da un punto di vista diverso per risolvere i problemi che mi trovo ad affrontare nella vita quotidiana e nel lavoro.

Un’altra cosa che ho potuto apprendere riguarda l’importanza di lavorare su sé stessi. Ogni persona deve seguire le proprie passioni e i propri sogni, concentrarsi su tutti gli aspetti in cui si sente preparato, unico e forte e sviluppare queste conoscenze per diventare “iper-qualificato”.

In futuro vorrei partecipare ancora a qualche lezione del Master per tenermi aggiornato e per ampliare le mie conoscenze su determinati argomenti.

Concludo consigliando la partecipazione al Master solo a quelle persone che realmente vogliono cambiare la loro vita e affrontare una sfida.

Se sei una persona convinta di non poter apprendere nulla di nuovo e che non è motivata a mettersi in gioco NON è un corso adatto a te.

Marco