Qual è la nostra vocazione? In cosa siamo bravi? Qual è il percorso di vita che può fare emergere la versione migliore di noi?
“Qualunque cosa tu possa fare o sognare di fare, incominciala! L’audacia ha in sé genio, potere e magia.” –Goethe
Venerdì mattina Alessio Sperlinga ha trattato la tematica di come pianificare il proprio futuro.
A tutti è capitato di sentirsi persi, di avere una gran confusione in testa, di non sapere cosa fare. Questo accade perché non poniamo la corretta attenzione sulle nostre azioni, non le sfruttiamo. Ogni cosa che facciamo durante una giornata, o per il futuro, la dobbiamo fare perché ci renda felici. Un’ esempio di questa filosofia di vita è l’Ikigai : ognuno di noi ha qualcosa che ama, un modo in cui vorrebbe trascorrere il suo tempo. Questo può essere rapportato a ciò di cui il mondo ha bisogno. Quindi ciò che ci piace ed in cui siamo bravi ci potrebbe portare un guadagno, potrebbe diventare una professione. Per ogni competenza c’è un lavoro. Questa grande struttura, che ci può dare una dimensione di vita è l’Ikigai, ovvero ciò che ci fa alzare al mattino. Abbiamo bisogno di strumenti per definire e pianificare il nostro futuro. In qualsiasi cosa che facciamo dobbiamo avere un obiettivo.
Ma cos’è un obiettivo? E’ un qualcosa di concreto, immaginabile, misurabile, raggiungibile e deve essere stimolante. Se non ha queste caratteristiche è solo un desiderio. Ricordiamoci comunque che un desiderio può essere trasformato in obiettivo. Qualsiasi cosa facciamo nella vita la facciamo per raggiungere un risultato e se prima di compiere qualsiasi cosa la trasformiamo in obiettivi, avremo la certezza di raggiungerlo, con la consapevolezza di essere stati noi ad aver influito sul risultato programmandolo e definendolo. La capacità che tutti possediamo e che rende l’umanità così speciale è quella di saper porre delle domande interessanti su noi ed il nostro io. Partendo da questa incredibile chance, sono stati ideati diversi metodi per aiutarci in questo spesso non facile compito, uno di questi è il metodo WOOP.
Il metodo WOOP, metodo della psicologa sociale Gabriele Oettingen.
Wish (desiderio): pensa a qualcosa, che pur essendo impegnativo, può essere raggiungibile in un certo lasso di tempo; costruisci il desiderio, immaginalo.
Outcome (risultato): identifica come ti sentiresti se raggiungessi il desiderio, rendilo visibile ai tuoi occhi
Obstacle (ostacolo): quali ostacoli si potrebbero presentare, sia interni che esterni, immaginali. L’immaginazione dell’ostacolo ci predispone a superarlo.
Plan (pianificazione): pensa a una soluzione per superare questi ostacoli, affinchè tu possa raggiungere il tuo obiettivo. Come vuoi reagire di fronte all’ostacolo che ti si è presentato?
La consapevolezza tra ciò che desideriamo, e ciò che ci impedisce di realizzare il nostro desiderio ci fa superare gli ostacoli.
Il Tema del pomeriggio è stato il coaching, sviluppato da Cristina Pedretti. Cristina è Life & Corporate Coach, formatrice, consulente presso CP Consulting.
Cristina ci ha fatto lavorare su noi stessi, incominciando da una nostra autoanalisi. Questa analisi è stata svolta tramite speciali ruote, che consistono in due circonferenze, una sulla vita e una sul lavoro. Queste a loro volta sono divise nei diversi settori che rappresentano un aspetto della vita (Es. Emozioni, vita sociale, carriera, famiglia ecc.). A noi il compito di autovalutare la nostra situazione attuale e quella desiderata. Attraverso questa analisi è chiaro che il punto di partenza siamo noi, la conoscenza di noi stessi, dei nostri valori: da questi possiamo capire quali sono i nostri bisogni per vivere una vita a 360 gradi. I nostri bisogni assumono una rilevanza anche nel modo in cui noi interagiamo con il mondo esterno. Successivamente, tramite la piramide dei bisogni di Maslow, abbiamo fatto chiarezza su ciò che siamo riusciti a realizzare e cosa no, e cosa per noi è rilevante od irrilevante nella nostra vita. I bisogni possono essere distinti in: bisogni primari (es. la respirazione, il sonno, il sesso, la sicurezza, la salute, la famiglia), bisogni sociali (es. l’autostima, amicizia), i bisogni del sé (es. la moralità, la creatività, l’accettazione di noi stessi).
In seguito, ci siamo domandati quali siano i nostri valori guida, quelli in cui spontaneamente e istintivamente ci riconosciamo. Ognuno di noi ne ha evidenziati 10 e li ha messi in ordine in importanza. Dopo aver fatto questo lavoro ci siamo lasciati con un compito, ovvero quello di definire il nostro obiettivo, cercando di specificarlo, ad esempio capendo quanto questo possa significare per noi e per la nostra vita. E successivamente a questo formare un nostro scenario ideale, da qui a 6 mesi.
Marta Bordogna.