Cit. da Wikipedia: “Kaizen (改善) è la composizione di due termini giapponesi, KAI (cambiamento, miglioramento) e ZEN (buono, migliore), e significa cambiare in meglio, miglioramento continuo”
Per chi di voi avesse già letto gli articoli degli ultimi due mesi, questo sul KaiZen era prevedibile, visto le volte in cui l’ho già citato.
Il Kaizen è diventato famoso in tutto il mondo con la qualità totale di Toyota, ed è il collante, un modo di pensare alla qualità, sia nell’ambito professionale che nell’ambito personale.
Dopo la Seconda guerra mondiale gli americani sono rimasti in Giappone e hanno creato dei laboratori per testare le teorie sulla qualità nel lavoro e nella produzione. Il Giappone in quel momento aveva perso la guerra ed era un paese arretrato dal punto di vista tecnologico e da ricostruire dal punto di vista industriale.
L’idea di fondo del KaiZen è che possiamo sempre migliorare, e possiamo farlo meglio se applichiamo con costanza piccoli cambiamenti continui, non imposti dall’alto, ma suggeriti dal basso, da chi effettivamente lavora. Inoltre, il modo di pensare del KaiZen è applicabile semplicemente a quasi tutte le attività umane.
Certo non abbiamo un tempo infinito, però possiamo mangiare anche un elefante, un pezzo alla volta.
Ad esempio, quando mi hanno regalato un libro di Kahneman, dopo cento pagine mi sono bloccato per un anno. Libro splendido. dove ogni concetto viene espresso con esempi pratici ma…nella versione italiana sono oltre 600 pagine di contenuto più le note.
Ispirandomi al Kaizen ho inserito un’abitudine positiva giornaliera: leggi dieci pagine al giorno di saggistica. Facendo due conti sono 3.650 pagine all’anno. Posso concedermi di leggerne cinque al giorno in una lingua straniera.
La teoria delle finestre rotte
Per tornare a una dimensione internazionale potremmo dire che il Kaizen ha il suo contrario, rappresentato dalla Teoria delle finestre rotte e che il KaiZen ne rappresenta la cura.
Citazione da Wikipedia: “La teoria delle finestre rotte è una teoria criminologica sulla capacità del disordine urbano e del vandalismo di generare criminalità aggiuntiva e comportamenti antisociali. La teoria afferma che mantenere e controllare ambienti urbani reprimendo i piccoli reati, gli atti vandalici, la deturpazione dei luoghi, il bere in pubblico, la sosta selvaggia o l’evasione nel pagamento di parcheggi, mezzi pubblici o pedaggi, contribuisce a creare un clima di ordine e legalità e riduce il rischio di crimini più gravi.”
Insomma, con piccoli interventi continuativi si evitano degenerazioni progressive del contesto sociale.
Obbligo o verità?
Come nel tipico gioco da adolescenti il KaiZen a livello personale può essere percepito come una forma di disciplina, come un gioco o come una sfida.
Mio figlio, ad esempio, percepisce come frustrante il doversi misurare ogni giorno con degli obiettivi autoimposti. Viceversa io lo trovo stimolante, come molte altre persone che ho visto addirittura raccontare i loro diari delle abitudini online, per esempio con questa ricerca.
Buone abitudini
Anch’io sulla scia del KaiZen mi sono lasciato ispirare e da molti mesi ho creato una tabella in Notion, avrei potuto usare Excel, per tracciare le mie abitudini.
Il mio obiettivo è di monitorare la pratica di buone abitudini e l’evitarne altre per me dannose, raggiungere ogni giorno un punteggio minimo di 3.
In pratica io uso questa tabella:
Una riga dettagliata:
Io uso le colonne Studio, Camminata, Meditazione, Lettura, Volontariato e VR per inserire un punto quando pratico queste buone abitudini, Uso la colonna Kaizen quando faccio qualcosa di nuovo, di cui non ho esperienza e imparo qualcosa. Le colonne NO alcol e NO fumo danno punteggi positivi se le evitassi, potrei anche scrivere -1 se le pratico e diminuire il totale della colonna TOTRIGA.
Fra le buone abitudini ogni giorno mi chiedo se c’è qualcosa di cui posso essere grato, o un momento magico e lo scrivo.
È solo un gioco?
No, è una cosa seria, serissima. mantenere accesa l’attenzione sui propri comportamenti ha delle ricadute pratiche continue, permette di:
- praticare buone abitudini
- identificare e affrontare abitudini negative
- abituarci ad agire sulle cose che possiamo controllare
- mantenere la nostra attenzione su pensieri positivi
- affrontare meglio momenti difficili
- riconoscere i momenti in cui impariamo
- misurare nel tempo i nostri risultati
- ringraziare per tutte le cose belle grandi e piccole che possiamo cogliere
Nel libro ci sono svariati esempi delle applicazioni personali del KaiZen, che vengono suggeriti in un percorso progressivo:
- riconoscere che c’è un problema
- accettare il fatto che potrai cambiare qualcosa
- definire in cosa posso migliorare
- immaginare gli effetti e breve e a lungo termine
- Sfidarti, resistere, ricompensarti e ricordare
Non puoi tornare indietro e cambiare l’inizio. Ma puoi cominciare da dove sei e cambiare la fine. (C.S. Lewis)
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