Sabato mattina ha svolto l’incontro Alessio Sperlinga, il tema trattato era la gestione del tempo.
L’argomento si è aperto parlando in maniera larga del tempo e in senso lato, per poi andare a vedere e a comprendere meglio, come dedicare le nostre attività in base al tempo, come riordinarle e classificarle.
Durante questa giornata, ci siamo focalizzati sul concetto di “FLOW”. Inteso come una condizione di stato mentale da ricercare, che spesso avviene in maniera involontaria, quando svolgiamo una mansione.
Di solito ciò avviene, quando siamo concentrati a fare una qualche attività che ci appassiona, come per esempio un hobby.
Tale fenomeno è importante. Poiché, quando siamo nel “flow”, la nostra percezione del tempo si dilata, come se il tempo rallentasse e non solo, tendiamo anche essere molto più efficienti appunto perché siamo focalizzati su quello che facciamo, ma allo stesso tempo, come dice il termine con cui lo si indica, siamo fluidi, come se ci venisse naturale ciò che stiamo facendo in quell’istante.
Lo scopo è prendere consapevolezza di questo fenomeno e di cercare di realizzarlo, per esempio mentre lavoriamo e non solo quando svolgiamo le proprie passioni. Così che da poterlo sfruttare anche nella vita quotidiana, permettendoci di ottimizzare il tempo che abbiamo ed essere più efficienti.
Un altro punto importante della lezione trattato e quando Alessio ci ha mostrato un metodo per gli obiettivi.
Il sistema utilizzato è la matrice di Covey, che consiste nell’ottenere quattro settori in funzione a loro livello di importanza e urgenza.
Ogni settore che noi otteniamo attraverso questo sistema (come nell’immagine) è una visualizzazione chiara e ordinata delle nostre priorità.
Questa matrice permette di essere utilizzata nell’ambito professionale, come può essere un contesto di lavorativo di gruppo, in cui, abbiamo un visone semplice, di cosa può essere delegato o meno.
Ma allo stesso modo, tale matrice può essere applicata nella vita personale, in maniera da ragionare, cosa ha la priorità e cosa può essere eliminato, di conseguenza di comprendere anche il tempo da dedicare per ogni settore.
Tale metodo appreso, risulta essere molto efficace per la gestione del tempo e per essere più produttivi, in modo da sprecare meno energie in attività futili o che richiedono troppo tempo, ma piuttosto di massimizzare le nostre forze in ciò che risulta essere importante e urgente.
La lezione di venerdì 26 marzo è iniziata con due testimonianze di persone che possiamo dire uguali ma completamente diverse. Entrambe vulcaniche, energiche e piene di vita, ma con stili e metodi opposti per raggiungere i propri obiettivi.
La prima persona che ci ha parlato è stata Maria Celeste Dossi, titolare dello studio di architettura MCDArchitecture. Mary, come la chiamano i suoi amici, è una donna piena di grinta, instancabile e vivrebbe per il suo lavoro che ama e fa con passione. Nonostante la famiglia, quando era più giovane, non appoggiasse molto le sue idee, è riuscita ad insistere per perseguire i suoi sogni. Dopo averci raccontato la sua esperienza di crescita lavorativa e di vita, fatta di momenti felici, ma anche di difficoltà personali, ha voluto farci riflettere bene sul concetto di bilanciamento, bilanciamento tra una vita di solo lavoro e una vita di lavoro e famiglia. Come nella ruota della vita, strumento che le è servito e sfrutta ancora molto nel quotidiano, dobbiamo lasciar sempre spazio a ciò che tendiamo trascurare e fermarci ogni tanto per ricalibrare le priorità quando tendiamo a sbilanciare gli spicchi di questa torta. Nella vita possiamo essere tutto ciò che vogliamo, l’importante è farlo con il giusto bilanciamento.
Un altro aspetto molto importante che ha voluto rimarcare è il fatto che siamo noi a scegliere ciò che vogliamo essere, nessuno ci obbliga ad essere qualcun altro o a fare scelte che non vogliamo; alcune volte bisogna sapere anche dire di no e fare delle scelte che rendono felici noi e non gli altri.
Ultimo aspetto, ma non meno importante, il fatto di circondarsi di persone che ci vogliono bene; la vita è breve e gli eventi meno belli possono essere dietro l’angolo; quindi, meglio vivere appieno il poco tempo che ci è stato donato per poter realizzare tutti i nostri sogni.
La seconda persona che ha testimoniato in mattinata è la signora Loretta Lazzarini, titolare del Centro Servizi Immobiliari.
Una donna piena di autostima, di grinta e carattere, determinata a portare a casa i suoi obiettivi.
La signora Loretta ha raccontato la sua storia di crescita professionale che, da esperta del mondo edilizio privato e pubblico, ha creato nel 1998 la sua società di intermediazione e consulenza immobiliare, che porta ora avanti con i suoi figli ed è riuscita ad aprire nel tempo 3 filiali.
I suoi tre punti chiave che ha voluto rimarcare e che l’hanno sempre contraddistinta sono: la passione, la formazione e il pensare in grande.
La passione riguardo quello che si fa e quello in cui si crede.
La formazione significa il continuo aggiornamento, come i corsi di aggiornamento che la signora Loretta e i suoi figli continuano a seguire per essere sempre pronti e migliori degli altri.
Il pensare in grande, ovvero essere un passo avanti agli altri. Proprio per questo ha voluto mostrarci il suo ultimo progetto condiviso con uno studio di New York per riuscire a pubblicizzare negli Stati Uniti gli immobili in vendita in Italia e viceversa.
Tre sono le frasi che mi hanno colpito molto nel suo discorso: “La paura non esiste, è solo una conformazione mentale”, “credere in sé stessi”, “Perché no?”.
Queste 3 fasi dicono molto sulla sua determinazione e la voglia di svettare rispetto alla concorrenza.
Il pomeriggio è ricominciato con l’intervento della professoressa Sabrina Bonomi, co-fondatrice della scuola di Economia Civile.
La sua lezione era incentrata all’economia civile, alla necessità di un cambiamento nell’economia moderna e ai metodi di valutazione delle organizzazioni.
La storia dell’economia era partita con i giusti presupposti, poi però con il tempo le organizzazioni hanno puntato ad uno sviluppo di breve termine senza tener conto del lungo e questo ha portato a dei limiti: alla crescita di disuguaglianze, al fatto che siamo più ricchi ma più infelici e al deterioramento ambientale. L’unico modo per riuscire a proteggere i beni comuni è con l’organizzazione delle comunità.
L’economia civile mira ad avere una felicità pubblica, un approccio trasparente, ovvero preoccuparsi di non lasciare indietro nessuno e farsi carico delle proprie responsabilità. Mira anche ad avere uno sviluppo sostenibile, ovvero soddisfare i bisogni di oggi senza togliere niente al domani.
Proprio come dice l’articolo 41 della costituzione l’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da arrecare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La prima responsabilità per un’impresa è quella economica, ma senza andare in contrasto alle regole e soprattutto di costruire delle basi per un futuro, come un albero con delle radici belle forti, che in caso di tempeste, è sempre in grado di rimanere in piedi.
Un’organizzazione non deve limitarsi a rispondere ad un bisogno, ma far si che quel bisogno crei valore; il tema dell’ambiente e della comunità devono essere di stimolo per una buona programmazione e un buon sviluppo.
Infine, parlandoci della valutazione delle organizzazioni, ci ha spiegato come si può fare utilizzando tre strumenti: gli output, ovvero l’efficienza, gli outcome, ovvero l’efficacia, e l’impatto, ovvero sulla misura del cambiamento, delle ricadute socio ambientali.
Sabato invece è stata la volta di Alessio Sperlinga a farci lezione riguardo i computer, gli algoritmi, arrivando infine all’intelligenza artificiale.
Siamo partiti dal primo concetto di macchina intelligente, ovvero la Pascalina, che veniva utilizzata per fare i conti. Essa era una macchina instancabile che non poteva fare errori.
Successivamente siamo passati agli stili di linguaggio di programmazione, che possono essere imperativo, funzionale oppure orientato agli oggetti. A seconda della necessità del programmatore, viene utilizzato il linguaggio più opportuno allo scopo. Ci è stato poi dato il concetto di logica, ovvero qualcosa che non può essere contraddetto, per arrivare infine agli algoritmi. Un algoritmo è un’istruzione interpretabile in modo univoco, che si conclude sempre con un risultato in un tempo limitato.
Una volta ben chiari tutti i concetti, Alessio ci ha fatto fare dei giochi per mostrarci come le intelligenze dei computer e gli algoritmi possono fare gli stessi calcoli ed avere i nostri stessi obiettivi, ma con velocità decisamente maggiori rispetto a quanto può fare l’essere umano.
E questo è proprio uno dei grandi motivi per cui tutta questa tecnologia fa parte ormai del nostro quotidiano.
Fino a che punto queste tecnologie potranno affiancarci se non addirittura sostituirci? In molti campi è già una realtà, ma nel futuro cosa dovremo aspettarci?
Michele Azzoni
il patrimonio imprenditoriale per fare impresa in un mercato che seleziona
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