La lezione di Venerdì 15 Febbraio ha avuto come protagonista Domenico Esposito, responsabile della formazione del personale della Stanley Black & Decker. Basandosi sulla propria esperienza e sulle proprie conoscenze, l’esperto ha tenuto una lezione sul Public Speaking ovvero “l’arte del parlare in pubblico”.
UNO SGUARDO ALL’IMPRESA
La lezione è iniziata con un veloce riassunto sulla storia di Stanley Black & Decker, impresa statunitense leader mondiale nella produzione di utensileria da lavoro, nata dall’unione nel 2010 di due aziende storiche, la Stanley Works (1843) e la Black & Decker (1910).
Senza entrare troppo nei particolari il principio cardine che regola da sempre la vita delle due aziende è l’anticipare i cambiamenti e il migliorarsi tramite la discussione. Infatti, sia di fronte ai cambiamenti storici che a quelli socio- economici, la Stanley e la B&D sono sempre state in grado di guardare al proprio interno, innovare le proprie tecnologie e quando necessario unirsi per rimanere competitive sul mercato. Proprio grazie alle seguenti strategie sono riuscite a trasformare una crisi profonda come quella del 2008 in una vera e propria occasione di crescita.
Il commercial training manager Domenico Esposito nella sua attività professionale ha certamente fatto suoi questi principi che, uniti ad una grandissima curiosità e voglia di apprendere, lo hanno portato a svolgere diversi ruoli all‘interno di Black & Decker, un’azienda di circa 36000 dipendenti in tutto il mondo, capace di sfornare 45 nuovi prodotti all’anno.
Dopo aver descritto la realtà aziendale in cui opera, Esposito ha aperto una parentesi sul suo lavoro, il training, che ha riassunto con una semplice, ma efficace metafora: << Si può offrire da bere agli assetati, ma non obbligarli a farlo>> L’obiettivo di un bravo trainer aziendale non è obbligare i dipendenti ad imparare il lavoro da eseguire, ma instillare in ognuno di essi il desiderio di apprendere assieme a come svolgerlo al meglio; proprio il desiderio di migliorare ha contraddistinto tutta la vita professionale di Esposito.
PUBLIC SPEAKING/IL BUON RELATORE
Lo step successivo della lezione si è concentrato sul significato del PUBLIC SPEAKING definito da Esposito come la capacità di trasmettere emozioni allo scopo di stimolare una reazione in vista di determinati obiettivi. Il buon relatore/comunicatore deve pertanto dimostrare interesse per l’interlocutore, avere a cuore la sua soddisfazione e cercare di trasmettergli qualcosa di utile e interessante in previsione della sua crescita professionale, personale e culturale.
Un buon relatore può definirsi tale se possiede le seguenti caratteristiche:
* Interesse per il pubblico
* Autorevolezza
* Passione per ciò che fa
* Desiderio di essere utile all’interlocutore
* Desiderio di essere d’ispirazione per l’interlocutore
* Competenza
* Responsabilità
Uno speaker deve inoltre ricordare che il 90% del successo in una presentazione è dato dalla pianificazione che deve essere il più dettagliata possibile. Ogni dettaglio è fondamentale per la determinazione del risultato finale.
GLI INGREDIENTI PER UNA BUONA RELAZIONE
Innanzitutto il relatore deve individuare chiaramente gli obiettivi della relazione in modo che siano chiari, quantificabili e misurabili. È consigliabile utilizzare i concetti chiave più volte all’interno del discorso e nelle slide di supporto affinché il relatore stesso ed il pubblico siano in grado di assimilarli il più velocemente possibile. Sostanzialmente, l’identificazione degli obiettivi risulta fondamentale per l’impostazione del discorso che potrà avere un fine informativo, istruttivo o persuasivo sull’interlocutore.
È molto importante che il relatore tenga conto delle caratteristiche e delle motivazioni dei partecipanti in modo da adeguare di volta in volta il proprio stile comunicativo a seconda di chi lo ascolta e dei fini che si prefigge. Il relatore deve pertanto essere sempre pronto a documentarsi e a richiedere tutte le informazioni necessarie allo svolgimento efficace della presentazione.
Dopo aver chiarito l’obiettivo il relatore deve concentrarsi sulla definizione di un filo logico che esponga in maniera chiara e ordinata gli argomenti necessari alla comprensione ed al raggiungimento della meta prestabilita. È utile, ad esempio, individuarne i punti chiave (argomenti) e quelli secondari posti a sostegno dell’argomentazione. Lo step successivo riguarda la definizione del programma che avviene tramite la creazione di una to-do-list che deve tenere conto delle priorità del discorso definendone i giusti tempi di trattazione per argomento; è consigliabile pertanto stilare una timeline, includente eventuali pause necessarie a stimolare l’attenzione degli ascoltatori.
ORGANIZZAZIONE DELL’EVENTO
Per quanto riguarda l’organizzazione dell’evento, Esposito ha fatto molta leva su un concetto base: “NON DARE MAI NULLA PER SCONTATO”; l’organizzatore/relatore è infatti sempre responsabile delle situazioni che si presentano. Essere in possesso di una preparazione adeguata è fondamentale per evitare e fronteggiare gli imprevisti.
Per organizzare al meglio l’evento bisogna:
* Determinare il budget
* Organizzare il personale di supporto all’evento
* Trovare la location adatta
* Ottenere i preventivi di sala/ristorante/coffee break/pernottamento
* Effettuare sempre un sopralluogo
* Registrare i contatti (ristorante, sala, reception)
* Lasciare i propri recapiti
* Preparare la lettera di invito
Il relatore deve avere una buona confidenza con gli spazi in cui tiene il proprio intervento, deve essere in grado di “dominare la sala come il condor domina l’aria”. L’attenta pianificazione della disposizione degli oggetti e dei dispositivi è in questo senso discriminante. Bisogna in sostanza:
* Identificare l’esatta posizione di luci e interruttori
* Decidere la disposizione dei tavoli e delle sedie a seconda della circostanza
* Testare le apparecchiature (impianto audio, video, luci…)
* Verificare la visibilità dello schermo
* Prendere confidenza con il palcoscenico e rispettare gli spazi personali
CONOSCENZA E GESTIONE DEL PUBBLICO
Nella sua opera principale (l’arte della guerra) Sun Tzu scriveva: <<Se conosci il tuo nemico e conosci te stesso la tua vittoria è sicura>>. Anche se il pubblico non deve necessariamente essere indicato come il “nemico”, questa citazione dà un’indicazione molto importante: il successo della relazione è indissolubilmente legato alla conoscenza che si ha della platea e di sé stessi.
Risulta quindi necessario, già prima dell’inizio dell’evento, stabilire una buona relazione con ognuno dei partecipanti (tramite un sorriso, una stretta di mano e/o una frase confortante) cercando di identificarne il ruolo; bisogna capire in sostanza quali sono le persone che potrebbero arrecare disturbo e quali invece potrebbero essere collaborative durante la discussione. Eccone i principali tipi:
IL CECCHINO: generalmente molto attento alla discussione, è il tipo che che al minimo errore cerca di mettere in difficoltà il relatore
IL JOKER: fa interventi a sproposito per stimolare l’ilarità del pubblico e per sbeffeggiare il relatore
IL GURU: è un personaggio influente all’interno del gruppo che se coinvolto può diventare un grande alleato del relatore
Dopo essersi fatto un’idea sul gruppo che ha di fronte il relatore ha quindi tutti gli strumenti utili per gestire la platea; per farlo al meglio deve però attenersi ad alcune regole base:
* Mantenere sempre un atteggiamento professionale
* Prevenire le obiezioni
* Mantenere il contatto visivo
* Riconoscere e coinvolgere le persone più influenti
* Fare domande (chi domanda “tiene i fili” della discussione)
* Mai fare domande di cui non si conosce la risposta
GESTIONE DELLA PAURA, DELLO STRESS E DELLA TENSIONE
La paura di parlare in pubblico (paura di essere giudicati in caso di fallimento) è un sentimento che causa tensione e stress; se nella giusta misura sono fattori positivi poiché aiutano a mantenere la massima attenzione durante lo svolgimento dell’evento, in misura eccessiva possono evidentemente comprometterne.
Per poter gestire al meglio i propri sentimenti bisogna innanzitutto capire che il cervello umano non conosce la negazione, ma solo la positività; è perciò importante saper sempre mantenere un atteggiamento positivo e lasciarsi alle spalle quelle convinzioni negative e false che generano paura e ansia.
Per gestire al meglio tensione e stress è consigliabile:
* Identificare un angolo nascosto della sala che dia la possibilità di isolarsi e raccogliersi prima dell’inizio dell’evento (zona di sicurezza)
* Fare stretching ed esercizi di respirazione
* Avere un atteggiamento positivo
* Immaginare e pregustare il successo dell’intervento
* Concentrarsi sulle persone
* Tenere a portata di mano gli appunti
* Memorizzare le prime battute del discorso (aiuta a sbloccarsi)
CHIUSURA E FEEDBACK FINALE
La chiusura dell’intervento ha lo scopo di lasciare una porta aperta nei confronti dell’interlocutore, stimolarne la curiosità; per farlo, ad esempio, è possibile parlargli non troppo esplicitamente dei propri progetti futuri o lasciare frasi ad effetto che possano rimanergli in testa.
Basandosi sempre sul concetto di “migliorarsi costantemente” al termine della presentazione è consigliabile lasciare uno o più moduli di valutazione alla platea in modo da cogliere le debolezze e/o gli eventuali punti di forza della presentazione e del discorso correggendo ed implementando dove necessario.
Il modulo di valutazione deve contenere:
* Modulo per la valutazione della qualità dell’esposizione
* Modulo per la valutazione del risultato della presentazione
CONCLUSIONE
Esposito ha chiuso la lezione con una importante raccomandazione: <<mai smettere di imparare pensando di aver capito tutto poiché è in questo frangente che comincia veramente il declino di un professionista>>
FILM CONSIGLIATO: Whiplash
Denis Vaninetti