Tutti gli articoli di Marzia Gambarotti

L’avvocato Elena Barra delinea gli Ordini Professionali ai giovani di Lecco100

2013-06-07 09.14.35La Dottoressa Elena Barra, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Lecco, ha spiegato ai giovani di Lecco100 la funzione degli Ordini Professionali. La testimonianza si è aperta con la definizione di libero professionista (tra cui rientrano giornalisti, farmacisti, avvocati, registi, psicologi, ecc.), per poter così parlare delle professioni che al loro interno si differenziano in regolamentate e non regolamentate. Mentre le prime richiedono per legge criteri minimi, quali il conseguimento di un titolo di studio, l’esercizio di un praticantato o tirocinio, il superamento di un esame di stato e l’iscrizione ad un Ordine o Collegio, le professioni non regolamentate sono state fino ad oggi libere ma con la Legge 4/2013 hanno subito un inquadramento.

Elena Barra ha così approfondito la funzione dell’Ordine Professionale: “L’Ordine è un ente di diritto pubblico, non economico; la sua funzione, al contrario di quanto si potrebbe pensare, è la tutela del cittadino perché questo organo disciplina i lavori intellettuali che non sono direttamente valutabili. In ogni Ordine, come accade in quello degli avvocati di cui sono presidente a Lecco, si vige sui comportamenti dei professionisti che ne fanno parte e, nel caso si riscontrino condotte illegittime, si procede, in base alla gravità della vicenda, ad eseguire un avvertimento, la censura, la sospensione, la cancellazione o addirittura la radiazione. Strano a dirsi, ma al giorno d’oggi queste situazioni non sono ancora così rare come si vorrebbe pensare”. Sono stati poi riportati alcuni dati, chiarendo che in Italia esistono 27 Ordini Professionali, i quali generano il 15% del Pil procapite.

L’avvocato ha chiuso la propria testimonianza con due argomenti che hanno molto stimolato la curiosità dei giovani: l’abolizione del divieto del patto di quota lite, reintrodotto nel 2013 per motivi di decoro della professione, ed il patrocinio a spese dello stato, ovvero il diritto riconosciuto ai cittadini non abbienti di essere gratuitamente difesi da un avvocato scelto tra quelli iscritti in un apposito elenco. Elena Barra ha raccontato di essere anch’essa iscritta nell’elenco in questione per perseguire una funzione sociale.

La giornata sul public speaking con Domenico Esposito

2013-06-07 10.17.57La giornata dedicata al public speaking di venerdì 7 giugno 2013 ha visto in aula Domenico Esposito, commercial training manager della Stanley Black&Decker, che ha interagito con l’obiettivo di dare ai giovani di Lecco100 strumenti pratici da poter implementare nelle proprie attività. Il formatore ha aperto la lezione descrivendo l’importanza per l’azienda di fare formazione: le imprese che oggi stanno più soffrendo sono quelle che hanno tagliato i costi della formazione, ma ciò significa non guardare al futuro.

Le tecniche non esistono, ma esiste la presa di coscienza del nostro comportamento: è necessario capire le reazioni che gli altri hanno ad un nostro stimolo. Parlare in pubblico significa trasmettere emozioni al fine di stimare una reazione e raggiungere un obiettivo” spiega Domenico Esposito, che si è molto soffermato sul ruolo della preparazione, conferendogli l’importanza dell’80% del successo. Il buon relatore deve conoscere la tipologia del suo pubblico, il tempo a disposizione, le aspettative di chi ascolta e le sue motivazioni personali e professionali. Ed infatti il processo comunicativo ha delle proprie regole: i primi 30 secondi sono fondamentali perché da lì si costruisce l’impressione su chi parla, mentre dopo è necessario utilizzare tecniche di comunicazione come mantenere una posizione eretta ed un contatto visivo, sapendo gestire gli spazi e rispettando la sfera sociale altrui, evitando però di tenere le mani in tasca e le braccia incrociate, di avere un’eccessiva confidenza con il pubblico e di leggere fogli o slide. Il docente ha così suggerito dei metodi per aumentare l’attenzione di chi ascolta, come cambiare il tono ed il volume di voce, fare delle pause nel discorso e rivolgersi al pubblico con delle domande.

Conclusa la parte teorica Domenico Esposito ha aperto la fase pratica della lezione.2013-06-07 10 23 36 I giovani di Lecco100 sono stati invitati ad eseguire semplici esercizi che dimostrassero la difficoltà di farsi capire dagli altri perché ognuno interpreta la realtà a modo suo. Il formatore ha poi parlato delle caratteristiche che devono avere i supporti multimediali e le presentazioni in power point: “Le regole base vogliono che non si divida l’attenzione di chi legge con un eccesso di informazioni, usando slides chiare e semplici, in armonia nei contenuti e contrasto nello sfondo, e richiedono di adeguare sempre le dimensioni delle scritte a quelle della sala, potendo enfatizzare i concetti chiave con l’uso di immagini e video evocativi”. Questo è stato confrontato con le presentazioni che i giovani sono stati invitati a fare nei giorni precedenti alla lezione per poter riconoscere gli errori commessi.

Infine Domenico Esposito ha consegnato ai ragazzi del materiale cartaceo su cui gli stessi potranno lavorare, manifestando così passione ed interesse nei confronti della formazione e dei giovani del territorio.

Le testimonianze di Rossella Sirtori e Domenico Basile per Lecco100

ROSSELLA SIRTORIRossella Sirtori, titolare di Sircatene Spa e coordinatrice del Distretto Metalmeccanico Lecchese ha parlato della complessità ai giovani di Lecco. “La cosa più difficile nel mio lavoro è gestire le persone: ognuno ha i suoi valori quindi è necessario cercare di avvicinarsi agli altri. Il punto di forza di un’azienda sta nel sentirsi parte di un gruppo: il capo, primo tra tutti, deve dimostrare che cosa vuol fare, essendo chiaro nei suoi obiettivi, facendo accettare i cambiamenti ma tutelando sempre i suoi collaboratori”. L’imprenditrice racconta che l’errore che oggi fanno molte imprese è di non guardare al mercato con un’ottica di lungo termine. È fondamentale avere una profonda conoscenza del territorio ed attuare una formazione costante: bisogna essere curiosi, leggere riviste, parlare con gli operatori e i fornitori per essere certi della loro affidabilità, facendoli così sentire parte dell’azienda.

Dalle parole di Rossella Sirtori è emersa la necessità che un imprenditore abbia il coraggio di rivedere quello che ha fatto prima. “Io mi metto sempre in discussione e cerco di captare i segnali del mercato, ma questo posso farlo solo amando il mio lavoro ed avendo alte ambizioni. Se non hai sogni ambiziosi la vita è noia”.

Lecco100 ha poi incontrato Domenico Basile e  Lucia Pastore,2013-05-31 15.16.52 il presidente ed una volontaria dell’Associazione Fabio Sassi, che gestisce l’Hospice Il Nespolo di Airuno. Il presidente ha raccontato che l’Associazione nasce nel 1989, non come ospedale ma come un luogo che risponda alla necessità di accompagnare le persone da un punto di vista umano, psicologico, dando sostegno alle famiglie dei malati. “Noi crediamo che sia un crimine far soffrire una persona se esiste la possibilità di controllare il dolore. La nostra iniziativa è bastata prevalentemente sull’attività di volontari, che si occupano di dar sostegno a persone allo stadio terminale. In questa fase, infatti, un uomo deve affrontare una grande sfida, facendo un bilancio della propria vita”.

Lucia Pastore, che si occupa di fund raising, ha descritto le difficoltà che un’associazione riscontra nel trovare fondi. “Noi siamo sostentati prevalentemente da contributi dell’Asl e da erogazioni liberali di privati e aziende, ma è difficile chiudere in pareggio per un ente come il nostro che eroga un servizio completamente gratuito per il cittadino”. Il presidente Basile ha così esposto il bilancio sociale che viene redatto e pubblicato annualmente.

La giornata imprenditori: in aula Alessandra Carsana e Gaetano Chiappa

2013-05-31 10.37.54La giornata d’aula di Lecco100 di venerdì 31 maggio 2013 è stata ricca di interessanti testimonianze di persone che, in maniera diversa, hanno operato nel territorio ed a favore dello stesso. Il primo intervento è stato quello di Alessandra Carsana, titolare dell’Impresa edile Pietro Carsana & C., che ha raccontato il suo percorso nel mondo del lavoro iniziato quando, già da molto giovane, si è trovata a dover guidare un’azienda in un mondo che negava la femminilità. “E’ stato faticoso entrare nel mondo del lavoro senza punti di riferimento, ma quello che oggi so posso dire di averlo imparato da tutti, manovali, ingegneri, ecc., perché bisogna essere capaci di rubare il lavoro! Nello svolgere le attività quotidiane è importantissimo dare attenzione ai collaboratori, cercando di creare una squadra unita che si senta partecipe di un’entità; io ho sempre scelto di essere vicina ai miei lavoratori con autorevolezza, mai con autorità”. Dalla testimonianza è emersa l’importanza che l’imprenditrice dà ai valori che derivavano dalla sua famiglia, in particolare quello della fede, e la necessità di condividerli con i suoi collaboratori e con tutte le persone che le stanno vicino. “A un certo punto della mia vita ho capito che famiglia ed azienda erano avviate quindi mi sono guardata intorno per capire quali erano i bisogni degli altri. Mi sono detta che se fossi riuscita a fare in modo che le mamme avessero vicino i loro bambini, avrebbero potuto dare più attenzione alle loro mansioni senza avere distrazioni. Così abbiamo creato il primo asilo nido aziendale del territorio”. Successivamente le attenzioni di Alessandra Carsana sono state rivolte alle difficoltà riscontrate dai giovani di entrare nel mondo del lavoro. Con il patrimonio di famiglia l’imprenditrice costituisce così la Fondazione Pietro Carsana, che grazie al progetto “Imparare a lavorare” inserisce i ragazzi in azienda tramite stage della durata di 6 mesi. Il Dott. Stefano Bertalli, responsabile della Fondazione Pietro Carsana, ha raccontato che oltre il 50% dei giovani del progetto è stato confermato nell’impresa dove ha svolto l’esperienza lavorativa.2013-05-31 14.10.27

In seguito l’aula di Lecco100 ha accolto la testimonianza di Gaetano Chiappa, che ha scandito il proprio percorso professionale in tre fasi. La prima è cominciata come manutentore del Comune di Lecco, dove ha iniziato a venire in contatto con i bisogni della gente.2013-05-31 11.31.43 È così che intraprende una nuova attività divenendo responsabile della Protezione Civile di Lecco. “Ogni situazione è diversa e riscontri una reazione collettiva differente in base a ciò che la gente ha dovuto sopportare: nel terremoto dell’Irpinia abbiamo dovuto far fronte alla paura del buio, in quello dell’Aquila a quella del rumore. Però ciò che colpisce è la relazione profonda che s’instaura tra popolazione e soccorritori perché stare vicino a queste persone significa non farle sentire abbandonate”. La terza attività conduce Gaetano Chiappa a divenire responsabile della Caritas di Lecco, portandolo a riscontrare un cambiamento nelle emergenze della gente: dalla tossicodipendenza alla solitudine degli anziani all’odierno problema economico. L’istituzione del Fondo Famiglia-Lavoro e del Fondo Le Tre Mele permettono la prosecuzione dell’attività della Caritas a Lecco. “Oggi il nostro obiettivo è non far perdere l’autostima alle persone che si trovano in difficoltà. Sempre più riscontriamo il bisogno della gente di poter contare sul nostro accompagnamento”.

Piero Guasco e la leadership

La giornata di venerdì 24 maggio è stata dedicata alla leadership: il formatore Piero Guasco ha delineato ai ragazzi di Lecco100 la capacità che un buon manager deve avere di guidare gli altri e di gestire tutti i membri del gruppo, specialmente chi non riesce ad agire da solo. E così si è parlato di guida, di performance del team e di difficoltà, non tralasciando, però, la relazione capo/collaboratore che è sostenuta dagli strumenti della negoziazione e della comunicazione.

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Si è quindi parlato delle differenze tra manager e leader e sono state definite le quattro colonne della leadership:

  • motivazione;
  • controllo;
  • biasimo;
  • delega.

Un buon leader deve riuscire ad essere di esempio, comunicando con il team e riconoscendo il valore dello stesso.

Piero Guasco ha quindi diviso i giovani in tre gruppi, portandoli a trovare una definizione e determinare le differenze tra i concetti di manipolazione e motivazione, facendoli così provare a risolvere un caso pratico in cui il collaboratore non ha raggiunto gli obiettivi aziendali a lui attribuiti ed il capo si trova a dover interagire con lo stesso, rimotivandolo e cercando di capire le sue reali problematiche.1

La lezione dedicata alla leadership si è poi conclusa trattando il concetto di delega, ossia quel processo manageriale che il buon leader deve porre in essere quale strumento di gestione personale e delle attività, che consiste in una cessione del potere verso un proprio collaboratore, mantenendo però l’onere della responsabilità. Ai ragazzi di Lecco100 sono state poste le domande ”Perché è necessaria la delega?”, “Quando conviene delegare?”, “In che modo si attua la delega?”.