E’ online la PRESENTAZIONE_MASTER_2018
Il tema di quest’anno è : L’ETICA.
Se volete iscrivervi inviate il vostro curriculum a info@lecco100.it
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Articolo lezione del 7 aprile – La negoziazione e l’intervento di Davide Pozzi
La giornata del 7 aprile è iniziata con l’intervento di Piero Guasco, il quale ha svolto un’interessante lezione sulla negoziazione.
Abbiamo iniziato dando una definizione di questo termine: negoziazione, ossia andare insieme verso un obiettivo comune, è un processo e non un fine. Gli attori all’interno di una negoziazione sono tre: il venditore, il cliente e l’oggetto o servizio che deve essere venduto. Ci sono due approcci che possono essere seguiti durante una negoziazione, uno è product oriented, ossia quando al centro della negoziazione c’è il prodotto; l’altro è relation oriented, ossia la negoziazione è volta alla creazione di una relazione con il cliente.
Successivamente Piero ci ha mostrato quali siano i 5 pilastri della negoziazione:
Nel pomeriggio abbiamo poi incontrato Davide Pozzi, amministratore delegato della Seco Italia.
La Seco è una multinazionale Svedese che tratta di lavorazioni meccaniche a 360 gradi. L’inizio del suo intervento era volto all’importanza dell’avere dei valori aziendali radicati e di comunicarli ai dipendenti, fare in modo che li vivano, ma che soprattutto li condividano. I valori fondamentali per la Seco sono: la passione per i clienti, lo spirito di famiglia e l’impegno personale.
Successivamente abbiamo parlato di come la comunicazione all’interno dell’azienda sia fondamentale, a tal proposito ci ha mostrato la piattaforma Yammer, una piattaforma social aziendale per eseguire attività social interne.
Un altro modo per migliorare la comunicazione e l’organizzazione che hanno adottato all’interno di Seco è la lavagna life basata sull’orizontal management: si livella il potere decisionale dell’azienda in modo tale da dare più potere a chi sta sotto, dando più responsabilità. Un’altra tecnica è l’utilizzo di lavagne Kanban.
Infine abbiamo parlato dell’industria 4.0, della connessione tra sistemi fisici e digitali, di come negli ultimi anni il mondo dell’impresa abbia subito notevoli cambiamenti e di come oggi più che mai ci sia bisogno di un cambiamento di mentalità.
Federica Piloni
Al via anche l’ultima lezione del mese di marzo del Master per Giovani Manager. Mentre si respira già una forte aria Primaverile, la giornata si presta ad essere ricca di concetti e contenuti non solo interessanti ma anche fortemente attuali.
La mattinata è dedicata alla seconda parte dell’ampio ramo che è L’Economica Civile, tenuta dal professor Benedetti, al suo secondo intervento come relatore al Master.
Prendendo in considerazione i principali vettori che hanno causato la crisi finanziaria del nostro secolo, quali:
Ci si chiede ora se sia possibile una nuova economia:
A tal riguardo sono sì state adottate delle misure correttive da parte degli stati, ad esempio: regolamentazione dei mercati e miglior coordinamento fra governi, misure di forte riduzione del debito e razionalizzazione dell’intervento pubblico e tentativi di crescita del PIL. Queste misure sono risultate di efficacia solo parziale e sempre più inadeguate, soprattutto se non ne vengono integrate con una logica di sostenibilità nel lungo periodo. Si dovrebbe quindi procedere come prima cosa con l’individuazione di indicatori di sviluppo più adeguati che riescano a misurare variabili come il “progresso reale” e “lo sviluppo umano” (capitale umano, sociale, ambientale trasmissibile alle generazioni future).
Grazie a queste nuove prospettive infatti si rivela come oggi il grado di disuguaglianza sia aumentato. Una ricerca condotta nel 2016 ha dimostrato che l’1% della popolazione più ricca possedeva oltre il 50% della ricchezza globalmente considerata!
Si è iniziato a parlare di “Land Grabbing”, fenomeno che ha portato i paesi più ricchi e dipendenti dalle importazioni di cibo ad acquistare grandi porzioni di terra per produrre cibo per i loro bisogni domestici. A tal riguardo sembra opportuno riportarle l’emblematico esempio che proviene proprio da un progetto di co-sviluppo con il Burkina Faso e la nostra cittadina Lecchese, conosciuto come «Riso secondo natura».
Tutte queste disuguaglianze e situazioni di disagio hanno porto a quello che è l’argomento “caldo” del nostro periodo, che infiamma le anime di tutti i Paesi, in particolar modo Europei a causa anche della loro posizione geografica: La Migrazione. La questione è diventata di grande rilievo o, addirittura secondo molti governanti è diventata LA QUESTIONE principale da gestire per l’Unione, ancor più rilevante dei temi economico-finanziari. Nel 2016 e solo in Italia sono arrivato oltre 25.000 minori non accompagnati, e purtroppo andando avanti con questi numeri che non accennano a diminuire, il Vecchio Continente non sarà in grado di mantenere il ritmo di questi flussi.
Come uscire da questa situazione? La soluzione più accreditata sembra essere quella di reinventare l’Europa, uscendo da una logica di crescita quantitativa legato all’economia di mercato, per privilegiare uno sviluppo qualitativo basato su una riprogettazione del lavoro, del mercato e del welfare pubblico, sfruttando i vantaggi dell’innovazione tecnologica. Le aziende devono iniziare ad operare non solo in logica di generare profitto, quindi di breve periodo, ma devono operare con senso di responsabilità in modo tale da non apportare solo benefici per se stessa ma anche per gli altri operatori con cui entra in contatto, che siano essi interni od esterni.
Il tema della CSR ormai si è sempre più diffuso nelle pratiche di gestione delle aziende (anche se Porter ritiene sia più funzionale parlare di Creazione di Valore Condiviso, CSV). Agire responsabilmente non solo crea benefici in termine di immagine, di vantaggio competitivo ma garantisce anche una buona performance in termini di lungo periodo, il tutto andando di pari passi all’AUMENTO DEL BENESSERE SOCIALE e del BENESSERE DEI CLUSTER LOCALI in cui opera l’azienda.
Fra gli esempi di aziende Italiane che hanno deciso di operare con etica sociale possiamo trovare Ferrero, l’Ospedale Cantonale di Locarno, Gessi e la marchigiana Loccioni.
Raggiungere il punto ottimale fra benessere aziendale e benessere sociale è impegnativo e richiede un cambiamento di fondo ma “se vuoi fare un passo in avanti, devi perdere l’equilibrio per un attimo”.
La seconda parte della giornata è stata dedicata al tema della Progettazione tenuto da Cristina Pedretti.
Da subito l’intervento è risultavo molto coinvolgente ed interessante, portandoci a conoscenza di strumenti per una buona programmazione come “Realtime Board” che può essere applicato anche per scopi diverso, facilitandoci nettamente la fase iniziale di un qualsiasi progetto abbiamo in mente.
Per una buona progettazione si deve sempre prestare a seguire un modello ben definito in modo da ottenere la possibilità di finanziamento. Le formalità che tutti i progetti devono avere vengono decise e gestite dall’UE e diffuse successivamente dalla Commissione.
Le caratteristiche che deve avere un buon progetto sono:
La cosa fondamentale per chi elabora il progetto è sicuramente porre il proprio focus sui reali bisogni dei destinatari dell’intervento.
Il primo “step” per intraprendere un progetto è quello di sviluppare l’albero dei problemi e attraverso un legame causa-effetto ribaltare l’albero in modo da trasformare tutti i vari problemi in obbiettivi, adottando una visione positiva. A bene vedere questo processo può essere utilizzando nella vita di tutti noi, per la risoluzione di qualsiasi problema o per il raggiungimento dei nostri obiettivi personali.
Da quanto fin ora detto si evince che deve esserci tanta sinergia fra i membri del team, in modo da ottenere un elaborato completo a 360°. Il lavoro che sta dietro è molto dettagliato e preciso questo perché le linee guida sono restrittive, “precise al millimetro” e anche una piccola dimenticanza potrebbe compromettere la possibilità di finanziamento.
La maggior peculiarità sono le scadenze: i tempi di consegna sono sempre stringenti e ciò porta sempre ad anticipare i lavori in attesa dell’uscita dei vari bandi.
Progettare un bando e progettare un obiettivo di vita quotidiana non differisce di molto, e dopo questa giornata di master siamo usciti con nuove competenze da poter applicare nella frenesia di tutti i giorni.
Elvana Blakaj.
Lezione 25 Marzo 2016 – La comunicazione di genere
L’incontro del 25 marzo, ci ha messo di fronte ad un tema oggi sempre più discusso e che occupa un ruolo centrale nelle riflessioni a livello interpersonale e lavorativo : la comunicazione di genere.
Alessio Sperlinga, formatore e informatico, ci ha introdotto a questo tema grazie all’uso delle mappe mentali che hanno fatto da supporto e guida alla sua presentazione.
La lezione ha visto inizialmente un excursus antropologico riguardante il tema dei generi, sottolineando le reali e tangibili differenze che si possono riscontrare nei due poli opposti. Attraverso una riflessione che ha visto convergere tratti legati alla biologia e allo studio dell’uomo come specie, siamo stati introdotti alla comprensione dei generi come due entità opposte con tratti caratteristici che ne denotano la forza e la complementarietà. Inoltre la riflessione ha evidenziato che la tecnologia e la biologia sono i veri determinanti di ciò che noi viviamo oggi, infatti questi due fattori sono gli unici in grado di modificare l’assetto delle cose. Ma la riflessione sulla percezione della realtà, che ha costituito un quadro di riferimento introduttivo allo studio dei generi in ambito comunicativo, si è spinta più in profondità considerando anche il filtro imprescindibile della nostra mente come contenitore di sentimenti con cui percepiamo la realtà, ciascuno con i propri occhiali.
Inoltre, ci è stato sottolineato che il comportamento umano è specializzato e che grazie alla differenziazione dei generi operata dalla biologia e dalla natura si hanno dei vantaggi da ambo le parti. Abbiamo toccato argomenti anche filosofici, come il riferimento ai termini “anima” e “animus”, e la teoria del mondo delle idee del filosofo greco Platone, per poi soffermarci a riflettere sull’etimologia della parola “persona” e su alcuni pensieri connessi alla filosofia di Schopenhauer. Alessio Sperlinga ci ha anche parlato della “piramide dei bisogni” dello psicologo Maslow, che rappresenta anche un modo di descrivere la crescita di ognuno di noi.
In seguito la riflessione si è concentrata sullo studio dei generi, le cui caratteristiche ci sono state spiegate grazie all’uso di una mappa mentale che raggruppava i contenuti dell’incontro. Il famoso libro di John Gray, Gli uomini vengono da Marte le donne da Venere ha fatto da filo conduttore nell’individuazione delle differenze e di conseguenza delle potenzialità dei due generi. Si è parlato delle differenze dei due generi in diversi ambiti e contesti e sono stati considerati i diversi istinti che li contraddistinguono e le caratteristiche sul lavoro e in altri ambiti, come in amore e in situazioni di stress. Un interessante metafora che riguarda la definizione delle donne come onde e degli uomini come elastici ci ha aiutato a comprendere meglio le peculiarità dei due generi.
L’incontro ci ha anche fornito delle parole magiche da dire ad un uomo e da dire ad una donna, sottolineando anche la contrapposta espressione dei sentimenti. La riflessione ha visto i partecipanti di ambo i sessi fermarsi a pensare e sorridere davanti a certe affermazioni, grazie anche a dei video proposti dal relatore che hanno sottolineato in modo pungente ed efficace le differenze dei generi.
I sorrisi di consapevolezza non sono mancati neppure quando si è trattato di passare ad un esercizio che ha visto sesso maschile e sesso femminile schierarsi in due gruppi differenti. Il buon umore ha guidato la consapevolezza nell’individuare le caratteristiche degli uomini e delle donne, una volta avute le indicazioni dell’ esercizio. Ci siamo confrontati nel comprendere e scoprire le somiglianze e differenze con il sesso opposto operate dalla natura in questi secoli.
Grazie a questo incontro ora abbiamo più consapevolezza delle differenze biologiche e comportamentali dei due generi, rendendoci conto delle loro rispettive potenzialità e della loro complementarietà.
Anche questa volta la natura non ha fatto nulla per caso, così come il nostro Master Lecco100 grazie ad Alessio Sperlinga!
Gottifredi Marisa Pamela
Come di consueto la lezione del 17 marzo è stata molto coinvolgente, intensa e ricca di informazioni, nella prima parte della giornata abbiamo ripassato la lezione del 15.02 riguardante le Leggi della Comunicazione. In modo molto interattivo e coinvolgente abbiamo appreso che in ogni tipo di comunicazione NOI influenziamo SEMPRE e basta NIENTE (uno sguardo, una stretta di mano, una variazione di un gesto abituale) finché un rapporto passi da positivo a negativo, tutto dipende dal fatto che ogni persona valuta le informazioni ricevute dall’esterno in base ai suoi propri valori che cambiano da individuo a individuo, in base a luogo, ambiente, cultura e religione.
Un altro punto è stata la STELLA DELLE RELAZIONI.
Da considerare importante è stato che in ogni tipo di relazione tutto dipende da come l’altro si sente in nostra presenza, quindi per poter sviluppare un buon rapporto lavorativo, commerciale e non solo “ dobbiamo occuparci generosamente dell’altro” , riconoscendo il tipo di personalità dell’interlocutore in base alle reazioni e alle azioni dell’altro, come strumento per poterlo fare possiamo utilizzare il metodo di Carl Jung.
Secondo Carl Jung, esistono quattro funzioni psicologiche di base: pensare, sentire, intuire e percepire. In ogni individuo, una o varie funzioni hanno un’enfasi particolare. Ad esempio, se una persona è impulsiva, secondo Jung, questo dipende dal fatto che le funzioni dell’intuire e del percepire sono predominanti su quelle del sentire e del pensare. A partire dalle quattro funzioni di base, Jung ritiene che si formino due grandi tipologie di carattere: l’introverso e l’estroverso. Ciascuno ha caratteristiche specifiche che lo distinguono dall’altro.
Nella seconda parte della giornata abbiamo cambiato argomento cercando di apprendere come
Conoscere e gestire ” IL CONFLITTO “
Nella vita dobbiamo essere consapevoli che Il conflitto fa parte della relazione in generale ed è un processo energizzante da gestire. Usando e applicando il metodo di Jung, possiamo cercare di identificare gli stili comportamentali degli altri ed ADEGUARCI, riuscendo in questo modo a ridurre il numero dei conflitti.
Piero Guasco ci ha fornito quattro strumenti che ci possono aiutare a superare il conflitto: a) creare una base comune, b)ampliare le aree di conoscenza, c)raccogliere informazioni d)concentrarsi sui problemi e non sulle personalità.
In ogni caso è fondamentale ritenere che: ABBIAMO IL DOVERE DI RISPETTARE IL DIRITTO DELL’ALTRO DI PENSARLA DIVERSAMENTE DA NOI,
accettare che esiste un’altra opinione diversa dalla tua è un mettersi in discussione, e di conseguenza difficile da accettare dall’ individuo, ma l’ importante è che esistono entrambe le situazioni, accettarlo significa diventare più ricco è cambiare immagine mentale da negativa in positiva
Un sincero grazie al Magnifico Piero Guasco che nonostante, nonostante.. nonostante ha scelto di dedicare il suo tempo a noi per arricchirci come meglio ha ritenuto.
Ghiuli Hijazi
LEZIONE DEL 10 MARZO 2017 – ALLA SCOPERTA DELL’ECONOMIA CIVILE E DELLA MEDIAZIONE
Anche la giornata del Master di venerdì 10 marzo si è rivelata intensa e interessante, ricca di contenuti e di spunti di riflessione. Siamo stati condotti alla scoperta dell’Economia Civile grazie all’intervento di Maurizio Benedetti, mentre Massimiliano Ferrari ci ha introdotti al mondo della Mediazione Civile e della Mediazione Tributaria.
Fiducia è stata la parola chiave su cui Maurizio Benedetti ci ha chiesto di concentrarci, ponendo la nostra attenzione sul significato originario di fides, un legame che unisce senza che venga limitata la libertà.
È stato infatti un filo rosso che abbiamo scoperto e ritrovato lungo il percorso. Un percorso con cui siamo stati aiutati a raggiungere una maggiore consapevolezza sulla situazione economico-sociale attuale e sul pensiero economico del mondo in cui viviamo oggi, grazie a due strade scelte da Maurizio: il racconto della crisi finanziaria del 2008 e della crisi economica del 2011 da una parte, un excursus storico dalle origini del pensiero economico moderno ai giorni nostri dall’altra.
Con un racconto ricco di dettagli e contenuti, Maurizio Benedetti ci ha illustrato i meccanismi e gli eventi che hanno dato origine alla crisi finanziaria del 2008 che dagli Stati Uniti ha investito il mondo intero, dal meccanismo dei cosiddetti mutui subprime, alla conseguente bolla immobiliare, ai prodotti finanziari derivati da tali mutui.
Tutti conosciamo il fallimento della Lehman Brothers e ciò che ne è seguito, fino alle conseguenze sull’economia reale che hanno portato l’Europa a vivere una nuova crisi economica nel 2011.
Qui ritroviamo il nostro filo rosso, la fiducia, in quanto ci è stato spiegato come questo circolo vizioso sia stato innescato, insieme ad altre cause, da un calo di fiducia tra gli istituti di credito stessi. Le crisi finanziarie infatti, ha affermato Maurizio, sono crisi di fiducia e per questo motivo possono essere più gravi e più lunghe delle crisi economiche, che sono cicliche e dovute al rinnovarsi di equilibri tra la domanda e l’offerta.
Ma come può essere interpretata questa crisi?
Si è verificato un atteggiamento di miopia generalizzato sia tra gli operatori che tra i regolamentatori del mercato finanziario nel guardare sia alle esperienze del passato che agli esiti futuri, fidandosi eccessivamente delle capacità di autoregolamentazione del mercato finanziario e ponendo obiettivi di profitto a breve termine mancando di lungimiranza; non da ultimo, un eccesso di avidità umana.
Altrettanto interessante è l’interpretazione del Prof. Stefano Zamagni, esponente della Scuola di Economia Civile, che vede la crisi come esito di separazione, tra economia e società, tra lavoro e impresa e tra democrazia e mercato.
Questo percorso ci ha portato a riflettere sul mondo attuale e sulle logiche che ne regolano le relazioni economico-sociali, rendendoci conto, tragicamente, che nessun insegnamento sostanziale sembra essere stato tratto dall’accaduto. Il divario tra pochi ricchi e molti poveri continua ad aumentare, e cresce il mercato di quei prodotti finanziari, ad esempio derivati quali i Futures, che speculano sulle oscillazioni di prezzo di beni di prima necessità, come i beni alimentari, a discapito delle popolazioni dei Paesi in via di sviluppo, e molto altro.
Ci siamo chiesti allora se oggi sia possibile dare vita a un’altra economia. Maurizio Benedetti ci ha condotto alla scoperta di alcune delle scuole di pensiero economico attuali e si è focalizzato sul filone dell’Economia Civile, in cui si riconosce e che mira a riscoprire e attualizzare il pensiero dell’Abate Genovesi. Vissuto nel XVIII secolo Genovesi fondò la prima cattedra di Economia al mondo, a Napoli nel 1765. Sviluppò un pensiero economico in opposizione a quelli a lui contemporanei e fondato sui principi di fiducia, il nostro filo rosso, reciprocità, felicità pubblica ed equità sociale.
Ha fatto poi un richiamo ad Adam Smith, contemporaneo di Genovesi, con parallelismi e successive distorsioni, e al pensiero di Carlo Cattaneo. Ci ha spiegato poi che nel corso dell’Ottocento si è assistito a un declino della tradizione italiana dell’Economia Civile a favore di teorie utilitaristico-marginaliste che si sono diffuse nel mondo degli affari e delle accademie opponendosi al riaffiorare, nella seconda metà del Novecento, dell’antico progetto dell’Economia Civile basato sulla felicità pubblica.
Quale altra economia è allora possibile oggi?
Ci rendiamo conto che oggi l’acquisto di beni non è più solo finalizzato alla stretta utilità e al soddisfacimento di un bisogno, ma ha anche lo scopo di raggiungere uno status sociale. Di conseguenza si dedicano più tempo e più energie al lavoro per potersi permettere di consumare, a discapito dei beni relazionali, cioè dei rapporti umani.
Alla luce di questa realtà ci viene proposto da Maurizio Benedetti, e da Lecco 100, il punto di vista dell’Economia Civile che si propone di riportare il mondo economico attuale, italiano in primis, ai valori di fiducia, reciprocità, felicità pubblica ed equità sociale propri di Genovesi.
La lezione è stata ricca di contenuti e molto teorica, ma attendiamo ora la seconda giornata dedicata all’Economia Civile per comprenderne le applicazioni pratiche possibili oggi e alcuni suggerimenti da poter far nostri alcuni di questi ideali.
Il pomeriggio ci ha invece introdotti al mondo della Mediazione, Civile e Tributaria, grazie all’incontro tenuto da Massimiliano Ferrari, Dottore Commercialista titolare dello Studio Ferrari & Associati di Lecco.
Il forte messaggio che Massimiliano ha voluto trasmetterci, al di là delle nozioni tecniche, essendo egli stesso un mediatore, è che la mediazione è innanzitutto un paradigma culturale che è importante diffondere e sostenere nella società di oggi.
La mediazione viene sollecitata dalla Comunità Europea e non si può negare, d’altra parte, che rappresenterebbe un importante strumento a sostegno dello stesso sistema della Giustizia italiana per far fronte agli eccessivi costi e carichi di lavoro di giudici e tribunali.
Non sono pochi, però, spiegava Massimiliano, gli ostacoli a livello culturale che ancora oggi si oppongono a questa pratica.
Due ragazzi del gruppo sono stati chiamati a simulare una controversia permettendo a Massimiliano di condurci alla scoperta delle logiche della mediazione civile. Abbiamo compreso innanzitutto come il mediatore debba essere un soggetto terzo imparziale, neutrale e indipendente, oltre che competente in tecniche di comunicazione e in tecniche di mediazione. Il suo compito è quello di far emergere le problematiche e condurre le parti a una soluzione, con un ruolo quindi facilitativo, diversamente da un giudice che in una causa ha un ruolo valutativo e potere decisionale.
A conclusione della giornata Massimiliano ha fatto cenno anche alla mediazione tributaria, che viene attuata in caso di accertamenti da parte del fisco e che presenta, però, non poche differenze rispetto alla mediazione civile.
Quest’ultimo è stato un passaggio piuttosto tecnico, con cui però Massimiliano ci ha trasmesso ancora una volta l’importanza di un atteggiamento volto alla mediazione.
La giornata è stata sicuramente impegnativa perché molto ricca di contenuti, ma come sempre molto intensa e coinvolgente perché caratterizzata dal grande entusiasmo di chi, ancora una volta, ha dedicato il proprio tempo per trasmetterci i valori in cui crede.
Marta Perego
La giornata del 3 marzo si è aperta con l’intervento di Angelo Cortesi.
Una delle prime questioni che abbiamo affrontato è il perché sia avvenuta la crisi del 2008: la crisi è stata causata dall’avidità miope dell’uomo, spinta da una teoria economica schizofrenica e antropologicamente riduttiva. Ci ha poi proposto una possibile soluzione, ossia quella di adottare una visione di più ampio respiro e di perseguire il bene comune, ciò permetterebbe di realizzare profitto attraverso la creazione di un valore condiviso. Abbiamo poi riflettuto di come il profitto dovrebbe essere un mezzo e non il fine di un’impresa e di come la massimizzazione del profitto fine a sé stesso abbia creato distorsioni nel tessuto dove opera l’impresa e abbia causato scandali e sfiducia della società civile nelle imprese.
Successivamente ci siamo spostati sul tema della responsabilità. Angelo ci ha chiesto cosa caratterizzasse secondo noi un’azienda responsabile e abbiamo pensato che un’azienda responsabile per essere definita tale debba essere attenta all’ambiente, onesta, rispettosa delle risorse umane, attenta alla formazione dei lavoratori e che tiene conto delle conseguenze delle proprie azioni.
Abbiamo poi riflettuto su come noi pretendiamo che politici, manager e imprenditori siano responsabili, se poi nelle scuole e nelle università non si parla e non si diffonde in generale una cultura di responsabilità.
Infine abbiamo parlato del perché le aziende debbano diventare responsabili: perché il desiderio degli uomini di aumentare le proprie ricchezze senza preoccuparsi degli effetti che sarebbero conseguiti ha causato diverse emergenze. Queste sono quella ambientale come il riscaldamento globale; i disastri ambientali come il caso del Danubio rosso o di Fukushima; il consumo di risorse, infatti ad oggi il 20% degli abitanti consuma l’80% delle risorse mondiali. Abbiamo parlato in aggiunta delle soluzioni che potrebbero essere adottate, prendendo in analisi la teoria della decrescita di Serge Latouche, la teoria delle 8 “R”: rivalutare, ristrutturare, ricontestualizzare, rilocalizzare, ridistribuire, ridurre, riutilizzare, riciclare.
In conclusione di giornata ci ha fatto visita Monsignor Franco Cecchin,
che con delle domande anche provocatorie ha saputo innescare in noi una reazione positiva, ponendoci domande per conoscere meglio la nostra persona. Dapprima ha esordito con “Che senso ha la tua vita?” facendoci capire che nella vita bisogna avere degli obiettivi e che una persona cresce in base agli obiettivi che si pone.
Federica Piloni
Il 7° Master Manageriale “Competenza, Convinzione, Cuore” per la gestione delle risorse in azienda organizzato da Lecco100 prosegue alla grande!
Venerdì 24 febbraio la formazione imprenditoriale si è focalizzata su uno degli argomenti più importanti, ma talvolta trascurati o non sufficientemente valorizzati: il Public Speaking.
Ospite relatore di questo appuntamento Domenico Esposito, Commercial Training & Manager presso StanleyBlack&Decker. In parole più semplici è il responsabile della formazione in uno dei marchi internazionali più importanti per la produzione e la vendita di utensileria e attrezzi utilizzati sul lavoro.
Domenico ci ha presentato nella fase iniziale della giornata la storia, i prodotti e gli obiettivi della sua azienda e del suo ruolo all’interno di questa, già dimostrando in prima persona le sue eccellenti competenze di trainer e relatore.
Grazie ad un percorso guidato, durante la giornata abbiamo ricevuto importanti nozioni, consigli e linee guida per riuscire a realizzare e a comunicare una presentazione efficace, analizzando questa non solo dal punto di vista del momento esclusivo del talk, ma osservando tutti gli elementi che la distinguono prima e dopo.
Una presentazione efficace deve tenere conto infatti non solo del contenuto ma anche della forma con cui questo deve essere comunicato al nostro pubblico, personalizzato sulla base delle persone a cui ci rivolgeremo, insieme ad una serie di fattori e accorgimenti, il tempo a disposizione in primo luogo. La preparazione è inoltre molto importante, nulla viene lasciato al caso: disposizione della sala, attrezzature necessarie, il team che deve essere predisposto per la buona riuscita di una riunione o un talk di successo.
Partendo ad inizio giornata da tre prove di speech tenute da tre fortunati sorteggiati nel gruppo, i quali hanno avuto l’opportunità di presentarsi di fronte al relatore e ai compagni in un tempo di 5 minuti, abbiamo avuto modo di capire in modo diretto quali fattori incidono nel Public Speaking, quali elementi dobbiamo tenere in conto e quali punti migliorare su di noi per poter essere anche noi dei relatori efficaci.
La giornata di formazione in Public Speaking si è rivelata essere un appuntamento assolutamente importante per la creazione di un imprenditore e manager di successo, una giornata che ci ha permesso di acquisire in modo diretto nuove competenze: un grazie a Domenico Esposito di StanleyBlack&Decker per la professionalità e la chiarezza espositiva dimostrata.
Francesco Dell’Oro
Terzo appuntamento per il VII Master manageriale per la gestione delle risorse in azienda Competenza, Convinzione, Cuore.
Sabato 18 febbraio 2017 Alessio Sperlinga, informatico e formatore, ha introdotto il tema delle Mappe Mentali.
Una qualità non certo trascurabile per qualunque professionista, ma ancor più per un aspirante manager, è senz’altro la capacità di saper memorizzare.
Ma quando le informazioni da assimilare sono numerose o concettualmente molto diverse tra loro, come possiamo ottimizzare il nostro tempo e potenziare la nostra naturale capacità di ricordare?
Sin dal passato, da Cicerone che promuoveva la tecnica dei loci, efficace principalmente per memorizzare elenchi di parole, a Leonardo da Vinci, pioniere della mappe mentali, molto si è scoperto sulle potenzialità del nostro cervello e sulla capacità di ricordare e rielaborare tutto ciò che apprendiamo ogni giorno.
E’ con Tony Buzan, psicologo inglese, ideatore di strategie e tecniche di apprendimento, nonché autore di numerosi manuali a tema, che nei primi anni Settanta del Novecento si afferma l’indiscussa efficacia delle Mappe Mentali: strumenti che consentono di ottimizzare i tempi di studio, riducendo considerevolmente il tempo in funzione di una aumentata capacità di rielaborare i contenuti creando legami e collegamenti tra concetti anche molto distanti tra loro.
Ogni mappa mentale è diversa e personale, e ognuno può crearne sempre di nuove adeguandole o combinandole ad altre tecniche di memorizzazione. Buzan insiste molto sulla creatività personale, che va allenata e stimolata sin dall’infanzia, affinché ogni mappa risulti non solo esauriente dal punto di vista dei contenuti, ma anche gradevole da leggere.
Lo psicologo inglese introduce nelle mappe mentali le cosiddette hookwords, le parole – uncino, collegate tra loro da tentacoli colorati a cui abbinare, eventualmente, forme, colori o disegni secondo quanto suggerito da un altro studioso di tecniche di memorizzazione, il prof. J. D. Novak.
Con tutti questi elementi presenti contemporaneamente, la mappa mentale assume forme astratte estremamente variegate. L’esperienza renderà, nel tempo, questo processo sempre più dinamico ed efficiente e, se associate ad una lettura dai ritmi diversificati, con le Mappe Mentali avrete ottenuto ricetta vincente per potenziare la vostra memoria.
Valentina Pavan
Il Master Comportamentale di Management “Competenza, Convinzione, Cuore” organizzato da Lecco100 prosegue!
Venerdì 10 febbraio si è tenuto il secondo incontro della 7° edizione del master, che quest’anno durerà fino a giugno e avrà come tema principale il “Mercato”, nato in Italia nel XII secolo come luogo di scambio merci e trasformatosi poi nel tempo in una vera e propria istituzione sociale.
La giornata si è aperta con un intervento appassionato di Angelo Cortesi, fondatore e imprenditore di Co.El. Srl, azienda leader nella produzione di molle e componenti elastici in tutto il mondo.
Il suo speech è iniziato con una definizione di “mercato”, tema su cui verterà il master di quest’anno, per poi presentare la storia della sua azienda, un’avventura durata molti anni sino ad oggi, tra successi e periodi di crisi e culminata con un fatturato di alto livello e più di quindici dipendenti.
Angelo è riuscito grazie al suo intervento a tratteggiare le qualità necessarie per fare impresa oggi: tra queste una sensibilità per il rischio, capacità di coordinare e innovare, oltre ad un atteggiamento sempre ottimista e fortemente motivato allo sviluppo della propria idea di progetto. Una lezione particolarmente interessante la presentazione di come Co.El. sia riuscita nel 2008 a uscire da un momento di difficoltà: attraverso la ridefinizione della mission, la flessibilità delle risorse umane ed un costante miglioramento delle competenze, Co.El. ha saputo trasformare la parola “crisi” in “opportunità”, un’opportunità per crescere più di prima e raggiungere risultati ancora più ambiziosi.
La giornata è quindi proseguita con un secondo intervento a cura di Piero Guasco, docente e formatore, il quale dopo aver preso familiarità con i partecipanti ci ha guidati portandoci alla scoperta della comunicazione interpersonale.
Grazie ad un linguaggio chiaro trasmesso attraverso esempi concreti, Piero ha dimostrato quanto le persone e la distanza possano influire sui nostri atteggiamenti e modi di reagire: ognuno di noi è circondato da quella che si potrebbe definire una “botte”, una distanza di sicurezza oltre la quale scattano particolari meccanismi che definiscono le nostre reazioni. Sono talvolta piccoli dettagli e accorgimenti che definiscono infatti il nostro rapporto con altre persone: uno sguardo, una stretta di mano, una variazione di un gesto abituale. L’intervento è culminato con un’interessantissima analisi della “prima impressione“, dimostrando come il successo di una buona presentazione possa essere riassunto nell’acronimo C.I.A.O., ovvero collegare, informare, apprezzare e ottimismo. Grazie infine al “mercato delle carte” noi studenti del Master Lecco100 abbiamo potuto studiare attraverso un piccolo gioco la nostra personalità per capire come con lo stesso metodo si possano scegliere collaboratori validi per la nostra impresa, bilanciando qualità e personalità in modo eterogeneo e analitico.
Francesco Dell’Oro
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