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Testimonial #9

Valeria-GilardiMi chiamo Valeria Gilardi, ho 29 anni e ho frequentato il master manageriale “Competenza, Convinzione, Cuore” di Lecco 100 nell’edizione 2012, quando mi ero da poco laureata ed ero alle prese con le prime esperienze lavorative. Attualmente mi occupo da quasi 3 anni dell’intera gestione del sito di vendite online Italiadoc.it. Ricordo con molto piacere i venerdì passati al master, i compagni di corso e gli argomenti trattati. In particolare, tra i vari argomenti, ero rimasta affascinata da quello della comunicazione non verbale, a cui avevo anche dedicato la mia tesina finale. Ancora oggi spesso mi capita di fare attenzione a gesti e atteggiamenti che un tempo non avrei nemmeno notato. Dato però che, con il mio lavoro, i contatti con clienti, fornitori, partner, ecc, sono tenuti prevalentemente via email o al telefono, ho la possibilità di sfruttare solo una piccola parte di quegli “insegnamenti”. Così mi ritrovo a sorridere quando rispondo al telefono, per avere un tono di voce più positivo, e a fare attenzione alla velocità con cui parlo e al timbro della voce, mia e di chi sta dall’altra parte, per cercare di far passare chiaramente il messaggio. Anche il breve stage in azienda è stata una componente rilevante del master. La possibilità di parlare con un imprenditore, che nel mio caso aveva in azienda il ruolo di Direttore commerciale e Marketing, mi aveva fatto capire come quello che stavo imparando era poi realmente applicabile in ambito lavorativo. Questo succede raramente nei percorsi di studio universitari, che invece sono sempre molto teorici e poco pratici. La possibilità di entrare in contatto con imprenditori, credo non sia da sottovalutare: è una delle poche occasioni in cui ci si può confrontare senza la tensione di un colloquio di lavoro, o i vincoli di un rapporto imprenditore-dipendente. Quello del Master di Lecco 100 è sicuramente un percorso interessante, che mi sento di suggerire a tutti i ragazzi che hanno voglia di avere quel “qualcosa in più”. E’ un percorso particolare, che porta a migliorarsi cercando di superare anche dei propri limiti. Sembra banale, ma per una persona tendenzialmente riservata e timida, può essere difficile ad ogni giro di tavolo dover esprimere il proprio parere o porre una domanda, però ci è sempre stato ricordato che l’aula era una “palestra”, un modo per imparare ed esercitarsi, quindi il timore di sbagliare viene presto messo da parte. Le modalità di insegnamento sono spesso “non convenzionali”, basti pensare che durante la prima lezione ci è stato chiesto di posizionarci in cerchio, a occhi chiusi, e ci siamo trovati mani nelle mani a chi ci stava davanti. Un modo decisamente particolare per rompere il ghiaccio! L’esperienza che si fa quindi non è utile solo ai fini del curriculum, ma è una vera e propria crescita a livello personale.

Valeria

LINKEDIN E LA GESTIONE DELLA PAURA

La settima giornata di master è stata contraddistinta da due argomenti di carattere sociale: l’uso di LinkedIn per la promozione di se stessi e la Gestione della Paura.

Dopo una breve introduzione sui rapporti tra individui nella società moderna, evidenziando le differenze tra le interazioni nel mondo reale e in quello virtuale, Alessio Sperlinga ci ha presentato il concetto di Personal Branding. Cosa significa? In due parole: l’arte di farsi scegliere dal cliente. In altri termini, indica una serie di tecniche atte a manipolare l’immagine che traspare di noi sul Web, al fine di guadagnare followers e di renderci maggiormente professionali e credibili agli occhi di clienti e potenziali collaboratori.

“Ogni «verità» per essere creduta necessita di essere trasmessa in maniera persuasiva.”

– Giorgio Nardone

Di privacy e social networking se ne è già parlato ampiamente nella precedente lezione, ma in questa sessione mattutina abbiamo concentrato l’attenzione sullo strumento di personal branding online per eccellenza, LinkedIn. Nato qualche anno prima dei giganti Twitter e Facebook, LinkedIn si è attestato fin da subito come il social network professionale per eccellenza. Se il tuo scopo è quello di trovare un lavoro, contattare potenziali clienti o semplicemente promuovere te stesso, LinkedIn è il posto giusto per farlo.

Strutturato essenzialmente come qualsiasi altro social, LinkedIn misura la qualità del nostro profilo non in base al numero di contatti ma al numero di referenze ottenute e dai contenuti pubblicati. Se sei particolarmente esperto in un ambito e i tuoi contatti possono confermarlo, potrebbero scrivere una buona segnalazione su di te e consigliarti ad altrettanti utenti entro la loro cerchia.

“Le parole insegnano, gli esempi trascinano. Solo i fatti danno credibilità alle parole. ”

– Agostino d’Ippona

 Si potrebbe altresì pubblicare, con intervalli regolari, contenuti che possano essere d’interesse per i propri contatti (scegliendo argomenti opportuni che non possano essere reputati offensivi).

Questo permette di accrescere l’efficacia del profilo (mostrata da un apposito indicatore in bacheca), andando tutto a vantaggio della nostra immagine.

Ma come realizzare un profilo efficace? In linea di massima, sono necessari 5 accorgimenti:

  1. COSTANZA: Riservare almeno 15 minuti al giorno per controllare il  profilo ed eventualmente arricchirlo con nuove informazioni.
  2. DISABILITA GLI AGGIORNAMENTI: Appena creato il profilo, LinkedIn inoltra  in modo automatico i nostri aggiornamenti di stato alla nostra cerchia di contatti. Per evitare di sembrare invadente, è consigliabile disabilitare l’opzione Vuoi informare la tua rete? prima di effettuare modifiche.
  3. PERSONALIZZA L’INDIRIZZO: Esattamente come ogni sito internet, anche il nostro profilo ha il suo indirizzo. Per essere più facilmente raggiungibili, è consigliabile personalizzarlo, ad esempio sostituendolo con il nostro nome.
  4. ISCRIVITI AI GRUPPI: Come accade su altri social, su LinkedIn è possibile seguire dei gruppi (una sorta a di mini-forum) in cui persone con gli stessi interessi si iscrivono e condividono la propria conoscenza.
  5. MANTIENI VIVO IL PROFILO: Esattamente come in un blog, se non pubblichiamo nulla di nuovo per parecchie settimane rischiamo di far perdere totalmente interesse verso il nostro profilo. E’ consigliabile pertanto postare un nuovo contenuto almeno 1 volta a settimana.

Ci è stato inoltre mostrato, in chiusura della mattinata, come sia possibile sfruttare strumenti proprietari come LinkedIn Resume Builder o altri di terze parti per realizzare un completo Curriculum Vitae basato sulle informazioni contenute nel nostro profilo.

Insomma, ad oggi LinkedIn è diventato uno strumento imprescindibile per chi nella rete, ma anche nel mondo reale, voglia investire su se stesso e mostrare una buona immagine di sé.

Nella parte pomeridiana dell’incontro abbiamo invece trattato la paura: cos’è, come funziona, come si affronta.

La paura è quel meccanismo ben noto a cui noi tutti, più o meno inconsciamente, facciamo ricorso ogni volta che la nostra mente associa una data situazione ad un pericolo, sia esso reale o immaginario. In natura ci permette di sopravvivere, ci tiene lontani dalle situazioni sconosciute e potenzialmente letali, ma nella quiete delle nostre vite può divenire un ostacolo, se non opportunamente gestita. Abbiamo visto come in casi specifici ed estremi, un carico eccessivo di paura possa addirittura sfociare in gravi disturbi come nevrosi e acuti attacchi di panico.

Come affrontare nel modo giusto, quindi, la paura? Per poter rispondere bisogna prima comprendere il meccanismo che la genera. Ci è stato mostrato come nel cervello, lo stimolo esterno venga elaborato dall’amigdala, a livello sub-conscio, rilasciando dopamina e adrenalina, per poi innescare una reazione di combattimento, fuga o più in generale uno stimolo ad agire.

Già secoli fa la potenza di questo processo fu riconosciuta e sfruttata nella strategia militare. Nel celebre libro L’Arte Della Guerra, Sun Tzu indica come sfruttare la paura della morte per sovrastare il nemico o stimolare il proprio esercito a combattere fino alla fine.

“Porta i tuoi uomini su posizioni elevate senza via d’uscita, e vedranno la morte: pronti a morire, cosa non riusciranno a fare? È nelle situazioni disperate che ufficiali e soldati dimenticano la paura e danno il meglio di sé. “

-Sun Tzu, L’Arte Della Guerra

 Ora che sappiamo, in linea di massima ,come la paura agisce, qual’è il modo migliore di combatterla? Innanzitutto non ignorandola, sarebbe uno sforzo inutile, poiché non è possibile evitare le emozioni. Bisogna tenere da conto è completamente frutto delle nostre elaborazioni cerebrali e potrebbe non esservi una reale situazione d’emergenza dal quale scappare ma soltanto una nostra presunzione, ma non è un buon motivo per tentare di reprimerla. La paura va accettata e sfidata.

“Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e non trovò nessuno.”

– Martin Luther King Jr.

Per fare un esempio, una delle paure umane è quella del cambiamento, vedere la propria vita e le proprie abitudini stravolte da un momento all’altro, può essere affrontata efficacemente nel modo seguente:

  • Rendersi conto del cambiamento
  • Non subirlo, lasciare che la paura ci attraversi
  • Accettare il cambiamento
  • Guidarlo

Così come nel business abbandonare le proprie convinzioni e cedere al cambiamento permetta alle imprese di non fallire, nella quotidianità ci aiuta a superare nel modo migliore i problemi che inevitabilmente ci si pareranno davanti.

Un’ulteriore esempio utile a comprendere il corso della paura è il modello elaborato della psichiatra svizzera Elisabeth Kübler Ross, le famose 5 fasi dell’elaborazione del lutto.

  1. Rifiuto
  2. Rabbia
  3. Negoziazione
  4. Depressione
  5. Accettazione

Ancora una volta, il “punto d’arrivo” è l’accettazione. Passando per le altre fasi, il cui ordine può variare, si finirà sempre e comunque con il rendersi conto che l’unico modo per superare completamente il lutto sia quello di guardare in faccia la realtà e ammettere l’esistenza del fatto, poi lavorare sodo per ritornare alla normalità.

Riassumendo: qualunque sia il problema alla radice della paura, per quanto possa essere grave, banale, reale o immaginario, la soluzione è accettare la sua esistenza e agire, sfidarlo, per porvi rimedio.

Prima di chiudere:

“Sono più le cose che ci spaventano che quelle che fanno effettivamente male, e siamo travagliati più per le apparenze che per i fatti reali.”

– Seneca

Mattia Moneta

 

 

 

 

 

 

GESTIONE PERSONALE DEL TEMPO

Ieri è storia. Domani è un mistero. Oggi è un dono.

Giornata 6.

Quale massima provereste a comunicare al mondo se sapeste di avere un’ultima possibilità di farlo?

Alessio Sperlinga, conduttore della sesta giornata del Master, ci ha presentato un personaggio molto interessante: Randy Pausch, professore di informatica, di interazione uomo-computer e design presso la Carnegy Mellon University di Pittsburgh in Pennsylvania, morto nel 2008 per un cancro al pancreas.

Divenuto famoso in tutto il mondo per la sua the Last Lecture – really achieving your childhood dreams, tenuta in seguito ad una serie di lezioni in cui prestigiosi accademici hanno dibattuto sul tema di un ipotetico, non per lui, esposto finale.

Il tempo è tutto quello che avete. E potreste scoprire un giorno di averne meno di quanto pensavate.

Come gestire quindi al meglio il nostro tempo?

Motivazione: troviamo il lato piacevole delle cose e soprattutto non smettiamo di sognare.

Scegliere gli obiettivi: scegliamo le cose giuste da fare e poi facciamole adeguatamente.

Pianificare: una volta individuati gli obbiettivi, suddividiamoli in sotto-obiettivi più semplici da raggiungere singolarmente e in tempi brevi. Ogni giornata, settimana, ogni mese, deve essere pianificato e se la situazione cambia improvvisamente, siamo pronti ad attuare il piano b.

Definire le priorità: ogni scelta comporta una rinuncia, le ore spese a fare qualcosa non potranno essere spese per cogliere un’altra opportunità.

Uno strumento di supporto per questa fase può essere il Diagramma di Eisenhower, dove si intrecciano importanza ed urgenza della cosa da fare, ottenendo così quattro situazioni possibili:

  1. Importante ed Urgente
  2. Importante e Non urgente
  3. Urgente e non importante
  4. Non urgente e Non importante

diagramma di eisenhower

Nel caso 1 la nostra scelta è AGIRE.

Nel caso 2 la non urgenza ci permette di PIANIFICARE e puntare sulla qualità.

Nel caso 3 è consigliato delegare.

Nel caso 4 l’oggetto in considerazione essendo privo di importanza e di urgenza non sarà preso in considerazione.

Evitare le perdite di tempo.

Se ci troviamo in una situazione in cui non troviamo cose, significa che abbiamo più cose di quanto noi possiamo gestire: evitiamo il disordine.

Esistono agende cartacee ed elettroniche, metodi comprovati ed efficienti, per appuntare tutto ciò che serve: non dobbiamo memorizzare tutto.

Dedichiamo il giusto tempo a tutte le attività previste durante la giornata, considerando la priorità del nostro obbiettivo: organizziamoci.

Dopo un’interruzione, occorre un certo tempo per riportare la nostra testa su quello che stavamo facendo: concentriamoci.

Fare le cose all’ultimo momento e’ più costoso, fonte di stress e qualsiasi intoppo che si presenterà, perché sarà così, renderà critica la situazione: non rimandiamo.

Incontriamoci con i collaboratori in una riunione che non duri più di un’ora, dove le persone sono presenti per intero e non per metà, seguono un ordine del giorno preciso e al termine dell’incontro riassumiamo le conclusioni e i compiti stabiliti.

Perchései cappelli una riunione sia efficace si può avvalersi di metodi come lo stand-up meeting, breve incontro in cui tutti i membri del team devono stare in piedi in modo da ridurre il rischio che la riunione si prolunghi inutilmente e rispondendo alle domande: quali risultati ho raggiunto ieri? Che cosa farò oggi? Quali sono gli ostacoli che rallentano il raggiungimento dei miei obiettivi? Oppure si può utilizzare il metodo dei sei cappelli di Edward de Bono, che consente di valutare situazioni da diverse prospettive indossando cappelli colorati che corrispondono a personaggi diversi: il calcolatore, il passionale, il giudice severo, il positivo, il creativo e il direttore.

 

Ma niente ansia, il tempo è recuperabile! O meglio, possiamo illuderci che sia così sfruttando ad esempio il tempo sospeso durante un viaggio in macchina o in treno nel riflettere e nell’ascoltarci. Oppure dilatando il tempo proiettandoci nel passato o nel futuro, a seconda delle esigenze, con un tuffo nelle parole di un libro.

 

Non battiamo la Mietitrice vivendo più a lungo, la battiamo vivendo bene e pienamente, perché ella verrà’ per tutti noi. La domanda e’ quindi ‘Cosa fare tra il momento in cui nasciamo ed il momento in cui la Mietitrice si farà vedere? ’, perché quando si farà vedere sarà troppo tardi per fare tutte le cose che avevamo in mente.

 

Due sono le parole chiave di questa giornata di master: opportunità e passione.

 

Ascoltiamo ciò che da dentro ci alimenta, lasciamolo uscire e seguiamolo: passione.

Scegliamo qualcosa di bello, di divertente, che ci dia sollievo e ci faccia esprimere le nostre potenzialità: cogliamo le opportunità.

Ricerchiamo il nostro stato di flusso, ma ricordiamoci Il tempo è la prova dell’esistenza. Il tempo è l’unica, vera, unità di misura. Prova l’esistenza della materia. Senza il tempo, non esistiamo.”

 

Per il video di Last Lecture: https://www.youtube.com/watch?v=RcYv5x6gZTA

 

Libri consigliati: Il punto critico. I grandi effetti dei piccoli cambiamenti. Malcolm Gladwell

L’ One Minute manager. Più produttività più profitti più benessere. Kenneth H. Blanchard

La brevità dell’esistenza. Seneca

La trilogia di Adamsberg. Fred Vargas

Come rapinare una banca svizzera. Andrea Fazioli

Film consigliati: 32 Dicembre di Luciano de Crescenzo

Alla ricerca della felicità di Gabriele Muccino

Lucy di Luc Besson

 

Clara G. Galbini

 

 

Testimonial #8

Sono Elisabetta e ho 27 anni, lo scorso anno ho partecipato al masterLECCO100. Mi sono laureata in giurisprudenza nel Febbraio 2014, di quel giorno, complice l’ansia con la A maiuscola, ricordo veramente poco. L’unica cosa ancora nitida nella mia mente è il ritardo dei miei genitori. Ebbene sì, sono passati quasi due anni e ancora quella paura provata che i miei genitori non arrivassero in tempo per assistere alla mia discussione è il primo ricordo di quella giornata. Comunque, sono arrivati mentre chiamavano il mio nome e sono riusciti a vedermi e a partecipare con me a quel piccolo momento di gloria. I cinque anni di studio universitario mi avevano aiutata a capire che, non volevo fare l’avvocato né tantomeno il giudice o il notaio. Credo si debba avere una grade vocazione per intraprendere queste professioni e soprattutto una forte dedizione e io mi sono resa conto di non possederle. Quello stesso anno a Dicembre facevo il passo più importante della mia vita sposando il mio primo amore, Filippo. Ho avuto una grande fortuna e grazie a lui e alla mia famiglia, ho potuto permettermi di non iniziare un lavoro qualsiasi per forza, ma di provare a cercare di capire cosa effettivamente mi avrebbe appassionato e mi sarebbe piaciuto “Fare da Grande”. E’ iniziato così un anno fantastico, durante il quale, tutto quello che mi passava per la mente provavo a fare. Inizia in questo modo anche la mia esperienza e la mia frequenza al MASTER LECCO100, ero stata attratta dal fatto che durante il primo incontro con Angelo e Alessio, loro avevano accolto la mia convinzione di non voler intraprendere una professione giuridica come una cosa del tutto possibile, quasi anche normale e in quel periodo, vi assicuro, che non erano in molti ad accettare che non volessi fare nulla di tutto quello per cui avevo studiato cinque anni. Il 2015 è stato un anno meraviglioso e questo anche perché una volta alla settimana, il venerdì, era dedicato alle lezioni del Master e al confronto con ragazzi che avevano formazione, approccio, caratteri e forma mentis totalmente diversi dai miei. Ci sono stati grandi confronti, qualche litigata, ho incrementato le mie capacità di lavorare in gruppo, ho scoperto l’esistenza di “nidi famiglia” e soprattutto delle mappe mentali. Ho potuto fare la conoscenza, grazie al master, di molti professionisti che presentavano la loro attività, ogni presentazione si completava con una descrizione su cosa consistesse il loro lavoro, come ci erano arrivati, cosa li appassionava e come si svolgeva. Sono una persona abbastanza, anzi forse per la maggior parte delle volte troppo sicura di quello che fa, di quello in cui crede e di quello che le piace o che al contrario non le piace il bello di questo Master è che ha messo a dura prova tante delle mie convinzioni e la cosa è stata, stranamente, molto piacevole. Certo, ci sono state personalità che non mi sono piaciute dal primo momento in cui entravano in aula fino a quando smettevano di parlare e di cui non mi sono ricreduta, ma è stato un caso rarissimo. Molte volte, confrontandomi, ascoltando, sforzandomi di capire, utilizzando tutti i recettori possibili e non solo l’istinto, scoprivo in chiunque un lato da cui imparare qualcosa, un qualcosa che poteva ispirarmi ad essere e diventare migliore. La stessa sensazione positiva è valsa per tutte le lezioni in aula, anche quando da programma era il turno di argomenti che per una persona realista e poco incline a parlare di emozioni come me, potevano sembrare argomenti poco interessanti o poco appetibili per un futuro lavorativo, succedeva che mi appassionavo e che mi interessavo ancora di più e cercavo di capire come e quando poter utilizzare quei metodi. Qui lo dico e qui lo nego, non si arrabbi il caro Piero nostro docente; il primo pensiero durante la prima lezione sui colori delle personalità è stato che non mi sarebbero mai state utili…e invece oggi, cerco di sforzarmi pensando ai colori ad essere migliore in tutte le circostanze e a cercare di capire le persone pensando proprio a quelle lezioni, soprattutto in ambito lavorativo. Quindi grazie, grazie davvero perché anche attraverso questo Master, iniziato un po’ per caso, adesso ho una meta da raggiungere, un obiettivo da sognare. Perché grazie alla conoscenza con uno di questi Professionisti e ad un continuo innescarsi di nuove idee, adesso ho un’idea su cosa voglio fare e mi sto impegnando per riuscirci. Forse solamente e finalmente, sono “diventata grande”. Forse… 😉

Internet e il sesso (opposto), manuale per l’uso

La quinta giornata del Master Lecco100 ha avuto due temi e un’appendice.

Il primo tema era “Internet per l’impresa e il Web Marketing”.

la_condizione_postmodernaPartendo da filosofi come Jean-Francois Lyotard e Jacques Derrida ci è stato spiegato come la tecnica faccia parte dell’idea e quindi la tecnologia sia parte dell’esistenza; inoltre nella società moderna il sapere è una merce, non conta tanto la verità ma la potenzialità di guadagno che può portare la conoscenza.

Ci sono state poi impartite nozioni base sul funzionamento di Internet, la rete, la trasmissione delle informazioni e da cosa dipende la maggiore velocità di download, cioè dalla compressione di dati digitali grazie ad algoritmi che semplificano il codice numerico con cui si invia il contenuto.

Passando per Alessandro Baricco siamo arrivati a definire la realtà e il modo di vivere moderno, da lui chiamato barbarico, in contrapposizione a quello classico; prima veniva considerato importante e meritevole approfondire lungamente un tema e soprattutto dedicarsi ad un’azione alla volta; oggi grazie alle tecnologie è molto diffuso, inconsciamente, soprattutto tra i giovani, il Multitasking, cioè la capacità di compiere più azioni contemporaneamente.

Pensando in modo classico può sembrare che una persona stia facendo tante cose male insieme, ma invece sta compiendo un solo gesto molto bene, le azioni vengono scarnificate fino a mantenere solo l’essenziale, la parte necessaria per poter passare oltre con rapidità.

Non interessano i contenuti statici, ma le connessioni per passare oltre; internet offre tutto questo, ha rapidità, possibilità di compiere svariate azioni quasi contemporaneamente e soprattutto può permettere di socializzare, soddisfacendo, seppure in maniera non tradizionale, uno dei più antichi bisogni dell’uomo.

Risulta evidente come Internet sia fondamentale per avere visibilità, qualsiasi prodotto o servizio si offra; ancora più importante è essere rintracciabili rapidamente, prima dei concorrenti; questo dipende fondamentalmente dalla posizione sulle pagine di ricerca di Google, il motore di ricerca da cui passa più del 90% degli accessi alla rete. 9 persone su 10 si fermano alla prima pagina e quasi nessuno va oltre la seconda; scegliere tag giusti, costruire un sito in maniera da comparire in alto nella lista di ricerca di Google e non sbagliare tecniche di pubblicità sono quindi gli aspetti più importanti per lo sviluppo di un E-commerce personale.

Per avere successo su internet è necessario riconoscere un bisogno potenziale degli utenti, offrire un servizio e capire come trasformare il servizio in un business senza minarne la credibilità.

Il tema pomeridiano aveva per oggetto “La comunicazione di Genere”, si tentavano cioè di evidenziare differenze intrinseche tra uomo e donna, poiché conoscere è il primo passo per comprendere.

Tutto deriva da quando la donna era dedita alla cura della prole e l’uomo cacciatore; la prima aveva ruoli intercambiabili, doveva socializzare per dimostrare la propria utilità e garantirsi il sostegno del gruppo anche in caso di morte dell’uomo e pensava al bene dei singoli, cercando di farsi apprezzare come risorsa sociale; il secondo doveva essere silenzioso, concentrato, specializzato e svolgeva le azioni per il prestigio personale e il bene dell’intera comunità.

Da qui derivano sia i modelli di comportamento nel mondo del lavoro, tipicamente maschili, ma soprattutto le differenze e le problematiche nelle relazioni tra i due sessi.

gli-uomini-vengono-da-marte-le-donne-da-venereUsando come base il libro “Gli Uomini vengono da Marte, Le donne da Venere” di John Gray abbiamo analizzato le differenze nel dialogo e nel modo di affrontare lo stress dei due sessi, scoperto le paure e i limiti più frequenti e soprattutto ascoltato consigli su come migliorare la comunicazione e trucchi per ottenere buoni risultati.

La prova di quanto fosse centrata l’analisi erano le risate che seguivano quasi tutti i comportamenti tipici evidenziati che rievocavano in ognuno di noi aneddoti personali, che ora possono essere inquadrati in modelli più generali e forse meglio compresi; chissà, magari in futuro riusciremo ad evitare qualche litigata…

L’appendice riprendeva l’argomento del mattino, dedicandosi ai modelli di business, ai software, ma soprattutto alla diffusione dei nostri dati personali e all’uso che ne fanno i vari motori di ricerca e altri siti: prelevano ogni minima informazione per personalizzare ciò che ci appare durante la navigazione On line, cercando di invogliarci ad acquistare.

È importante usare Internet a proprio vantaggio, scegliendo noi che informazioni dare, ponendoci degli obiettivi e utilizzando la diffusione e la facilità di “conoscerci” per crearci personalmente l’immagine che vogliamo far apparire.

Ho ritrovato il filo conduttore della giornata in questa frase di Alessandro Baricco: “Come sarebbe bello dire ‘per caso‘? “Tu credi davvero che ci sia qualcosa che succede ‘per caso’?”

Personal kanban e progettazione bandi europei

PERSONAL KANBAN La quarta giornata del master Lecco100 si è aperta con la proposta di tre progetti di lavoro, a cui i ragazzi del master sono stati chiamati a dare il proprio contributo attivo.

Al primo gruppo è stato affidato il compito di promuovere le politiche di conciliazione famiglia-lavoro, proposte dall’ASL di Lecco, attraverso un video illustrativo.

Il secondo gruppo si occuperà invece di stendere una “mappa valoriale” del territorio lecchese. La mappa valoriale è uno strumento volto ad identificare le trasformazioni culturali e i punti di forza del nostro agire.

Questo progetto sarà realizzato grazie al sostegno del Leo Club Lecco – L’associazione giovanile del Lions.

I risultati verranno presentati in un convegno finale in collaborazione con il “Giornale di Lecco”.

Un operatore della Casa Don Guanella di Lecco ha presentato il terzo progetto.

I ragazzi saranno coinvolti nella preparazione di alcune iniziative di sostegno ai giovani nel passaggio alla vita adulta in merito al progetto Living land.

Nello specifico si occuperanno di progettare percorsi che siano d’aiuto ai giovani a far emergere lo spirito d’imprenditività.

Per facilitare i tre gruppi nell’organizzazione del lavoro Alessio Sperlinga ha introdotto il Personal Kanban, un sistema organizzativo ideato dall’ingegnere industriale giapponese Taichii Ohno. Lavorando presso la nota casa automobilistica Toyota egli sviluppò questo metodo basato sull’immediata visualizzazione per migliorare e mantenere alti livelli di produzione in azienda.

Il Personal Kanban associa in un unico spazio grafico gli obiettivi – generalmente limitati a tre- e l’arco temporale deputato al loro svolgimento.

E’ un sistema che può essere usato sia per un’organizzazione personale, sia per coordinare un gruppo più ampio. Infatti grazie all’agevole scambio di informazioni, tutti hanno la possibilità di cogliere con un “colpo d’occhio” ciò che si deve fare, ciò che è in corso e ciò che è già stato fatto.

Il personal Kanban è un metodo che funziona in quanto propone una semplice soluzione e favorisce una rapida ed efficace comunicazione.

CRISTINA PEDRETTI

Nel pomeriggio, Cristina Pedretti, ex studentessa del master Lecco100, nonché Project Manager e trainer presso Fondazione Luigi Clerici, ha avvicinato i ragazzi al mondo dei bandi locali, nazionali ed Europei.

Cristina si è occupata in prima persona di stendere un bando per il rilancio culturale del Monastero del Lavello di Calolziocorte, proposta che ha avuto successo ed ottenuto finanziamenti.

Grazie alla sua viva esperienza sul campo e al suo stile pragmatico, preciso e diretto, Cristina ha spiegato che le caratteristiche principali di un buon bando sono:

– la pertinenza: ossia la coerenza tra proposta iniziale del bando e la realizzazione nello specifico luogo, con particolare attenzione ai bisogni dei destinatari dell’evento

– la fattibilità: ossia la concretezza di un progetto che bisogna dimostrare realizzabile sia dal punto di vista dell’organizzazione, sia dal punto di vista economico

– la sostenibilità: ossia la continuità delle attività in maniera autonoma anche oltre il termine del bando.

La stesura di un bando richiede dunque innumerevoli conoscenze, creatività e organizzazione dettagliata degli ingredienti necessari affinché la ricetta venga approvata. Per questo, a seguito di una prima infarinatura teorica, i ragazzi hanno subito messo le mani in pasta modellando in team quadri logici, alberi degli obiettivi ed alberi dei problemi (strumenti tecnici utilizzati nei bandi) sulla base dei progetti cominciati la stessa mattina.

La sensazione di fine giornata è quella che al master non si smette mai di imparare, ma soprattutto si comincia subito a praticare!

A venerdì!

Luna

Testimonial #7

ARIANNA MASAMi chiamo Arianna, ho 23 anni e nel luglio 2014 mi sono laureata nella triennale di Economia e Amministrazione delle Imprese presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca.

Dopo la laurea ho subito trovato lavoro presso uno studio commercialista della mia zona;

Il lavoro mi piaceva molto e per questo ho deciso di puntare ancora più in alto e proseguire gli studi iscrivendomi alla specialistica in Legislazione, auditing e controllo in modo tale da poter riuscire a dare l’esame di stato da commercialista. Sono sempre più convinta di aver fatto la scelta giusta, anche se non vi nego che studiare e lavorare ha le sue difficoltà, ma sono una ragazza che non si accontenta mai e le piace complicarsi la vita! Infatti durante il primo anno di università, quando mi è stato proposto di partecipare al master Lecco100 non ho dubitato e ho accettato subito! Lecco100 è stata un’esperienza bellissima che ha arricchito il mio bagaglio grazie ai molteplici temi affrontati e soprattutto che mi ha fatto crescere a livello relazionale: trovarsi a svolgere varie attività in gruppo con ragazzi mai visti prima e parecchi anche più grandi di te, aiuta ad “aprirsi”, ad affrontare la vita reale e imparare a relazionarsi nel modo corretto con le persone che hai di fronte!! Credo che il punto di forza di Lecco100 sia proprio questo, creare un gruppo di ragazzi con esperienze diverse, età diverse, ambizioni diverse ma la stessa voglia di crescere e conoscere. Oltre a questo gli altri aspetti molto positivi di questo master sono state le numerose esperienze portate in aula che insegnano molto più della classica lezione teorica e la possibilità di fare uno stage presso aziende del nostro territorio! Detto ciò posso solo confermare che Lecco100 mi è servito molto, sia sul curriculum che a livello personale, grazie anche agli efficienti organizzatori e relatori che abbiamo avuto la possibilità di conoscere: lo consiglio vivamente a tutti i ragazzi, che come me, hanno una gran voglia di fare esperienza!

Arianna Masa

LA COMUNICAZIONE E IL DALTONISMO DELL’ANIMA

Piero_Guasco_LeadershipSotto l’esperta e coinvolgente guida di Piero Guasco abbiamo affrontato il tema della sostenibilità in relazione alla comunicazione, con l’utilizzo di alcune metafore per meglio visualizzare i concetti che ci accompagneranno per tutto il cammino formativo di quest’anno.

La sostenibilità, rappresentata come una antica bilancia a due piatti, evidenzia come agire alternativamente sul futuro oppure sul presente alteri l’equilibrio dei due piatti; seguire un comportamento sostenibile significa anche riuscire ad agire non compromettendo l’equilibrio della bilancia.

Un ulteriore monito ci viene fornito dalla storia della Coppa di Samo: la leggenda vuole che sia stata realizzata dal filosofo greco Pitagora come deterrente all’ingordigia degli operai impegnati nella costruzione dell’acquedotto; essi che potevano versare nella coppa soltanto la razione di vino consentita, pena la perdita dell’intero contenuto: grazie all’ingegno e alle conoscenze di Pitagora -che aveva predisposto un sifone all’interno della coppa – superare il limite consentito faceva sì che la coppa si svuotasse completamente.

Il percorso formativo è continuato con l’analisi delle tre leggi della comunicazione interpersonale; un esempio ci ha mostrato come una semplice domanda possa essere interpretata diversamente a seconda di vari fattori: la reazione e la conseguente risposta non sono determinate dalla mera scelta delle parole poiché distanza, tono di voce, postura e altre caratteristiche (verbali o non verbali) viaggiano tra i due interlocutori insieme alle parole stesse, e contribuiscono a determinare il messaggio ricevuto. La prima legge della comunicazione interpersonale ci dice infatti che noi influiamo sempre sugli altri: dobbiamo tenerne conto quando cerchiamo di comunicare, in quanto ogni nostro comportamento viene processato dall’interlocutore come comunicazione non verbale.

Anche non rispondere immediatamente ad una domanda ha un suo significato per chi la pone: dall’inazione (ad esempio, un silenzio imbarazzato) egli riuscirà a comprendere la reazione suscitata alla sua richiesta. In sostanza, la comunicazione non si ferma alle parole: noi stiamo comunicando qualcosa anche quando non pensiamo di farlo.

Questa consapevolezza è fondamentale, soprattutto se analizzata insieme alla seconda legge: un rapporto può improvvisamente mutare da positivo a negativo per un semplice episodio, a causa di fattori apparentemente insignificanti che cambiano il parere reciproco tra le persone coinvolte. Sapere che non solo le parole fanno parte del messaggio comunicativo ci aiuta ad essere attenti a non rovinare i rapporti con gli altri.

Un’ulteriore metafora, l’iceberg, è servita al nostro relatore per spiegare la terza legge: durante l’atto comunicativo viene sempre coinvolta sia la parte razionale di una persona -la punta dell’iceberg – che il suo inconscio – la parte sommersa dell’iceberg; l’inconscio infatti riceve e rielabora le domande in base ai propri Valori, formatisi in età infantile e difficilmente mutabili – se non da circostanze eccezionali o esperienze di vita profonde. L’inconscio restituisce le proprie interpretazioni alla parte razionale dell’interlocutore, che rielaborerà il tutto: è importante pertanto motivare le domande, onde evitare fraintendimenti ed assicurarsi che il messaggio arrivi così come lo si vuole trasmettere.

Una volta consapevoli di queste regole, bisogna utilizzarle nelle relazioni interpersonali cosicché sia più facile raggiungere l’obiettivo prefissato (ricordando che, per definire un obiettivo come tale, esso deve essere concreto, misurabile, raggiungibile e stimolante). Se l’obiettivo è un risultato da conseguire insieme ad un team, è fondamentale capire come rapportarsi con i singoli individui che lo compongono.

Ma come fare per capire il metodo migliore per comunicare con una persona? In base a quanto detto in precedenza la comunicazione non è unicamente data dal messaggio, ma proviene anche dal nostro comportamento: dobbiamo imparare quindi a conoscere noi stessi per capire come con gli altri.

L’esperienza di gruppo del “Mercato delle Carte” ci ha aiutato a capire come sia fondamentale conoscere sia la propria personalità che quella altrui: è stato distribuito un mazzo comprendente gruppi di carte di quattro colori diversi (rappresentativi dei tipi psicologici teorizzati da Carl Gustav Jung), ognuna con una frase riguardante aggettivi o comportamenti abituali; ciascuno di noi ha trattenuto le carte ritenute “affini” alla propria personalità consegnando ai i compagni di corso le carte ritenute calzanti con le personalità altrui. Alla fine dell’esperimento siamo rimasti con un mazzetto di carte di vario colore a testa, uno spaccato ideale della nostra personalità con i tratti caratteristici delle quattro tipologie: il Rosso, sinonimo di carattere focoso, estroverso e votato all’azione razionale; il Giallo, proprio di chi è allegro, esuberante e che prende decisioni “di pancia”; il Verde, proprio delle persone miti e introverse che ponderano le decisioni in base ai propri valori, ed infine il Blu, rappresentativo di coloro che analizzano in maniera meticolosa tutte le informazioni e decidono in maniera individuale e puramente razionale. La distribuzione quantitativa delle carte ci ha dato una indicazione delle nostre caratteristiche.

Riuscire a capire la nostra personalità ci permette così di rapportarci in maniera adeguata alle persone che ci circondano, soprattutto per fare una buona prima impressione, che è la base per costruire un rapporto di collaborazione reciproca.

La prossima sfida che dovremo affrontare sarà quella di capire come riconoscere le personalità altrui, una volta conosciuta la nostra. In un certo senso, ora siamo come daltonici ai colori dell’anima umana, ovvero persone che non riescono a distinguere i colori delle altrui personalità, pur sapendo che in fondo ognuno di noi è differente dall’altro – e a suo modo unico.

Questo daltonismo non è genetico: con lo studio e la conoscenza saremo in grado di distinguere le tonalità e le sfumature del carattere degli altri, per agire in maniera consapevole ed assicurarci le migliori possibilità di conseguire gli obiettivi che ci siamo prefissati.

Marco Cantini

Testimonial #6

FEDERICA SOSTA

Sono Federica Sosta, ho appena compiuto 31 anni e attualmente risiedo a Berlino. Nata a cresciuta a Lecco, dopo la Laurea ho vissuto in diverse città, Milano, Venezia, Berlino, Manchester, per seguire la mia professione all’interno dell’Arte contemporanea. Da qualche anno vivevo di nuovo in Italia, a Lecco, e un pò per caso, un pò per curiosità, mi sono ritrovata a seguire la scorsa edizione del master Lecco100. Sono un’Artista e Creative Director, che in soldoni significa che creo possibilità di sviluppo per altri artisti in contesti culturali o creativi, e negli ultimi anni, non senza difficoltà, avevo deciso di provare a compiere la mia professione di nuovo in Italia. Avere a che fare con l’Arte è più che altro una missione, più che una professione. Bisogna crederci, e molto.
Spesso le persone hanno un’idea romantica dell’artista, di colui che crea a luce di candela nella penombra e vive di mele a morsi… ma la realtà delle cose è ben diversa. Oggigiorno qualsiasi creativo, makers, artista, designer sa bene di dover consolidare numerose competenze prima di poter iniziare a vivere del proprio lavoro, e la parte di creazione in sè, non è altro che un singolo momento, a cui si sommano la capacità di individuare delle modalità di produzione e di fruizione non consuete, la capacità di sviluppare un self branding e marketing dei propri prodotti artistici, e la possibilità di coprire da sè ogni fase di progettazione di contenuti artistici e culturali.
Il Master Lecco 100 mi è stato di grande aiuto ad avere consapevolezza di tutto questo, di quanto in ogni professione, in ogni lavoro, in ogni campo, ci siano sfide e limiti personali da superare. Ho imparato a conoscere di più me stessa in campo professionale, ho imparato a credere in me, a vedermi ‘dall’ esterno’. Ho imparato a confrontarmi con altre persone mosse da passione per il proprio lavoro, professionisti ‘affamati’, curiosi, coraggiosi, che credono nel proprio lavoro e sono disposti a prendersi dei rischi nella propria professione. Ho conosciuto professionisti mossi da una cultura del ‘fare’, e dalla volontà di trasmettere un sistema di conoscenze trasversale, in grado di generare confronto e crescita.
E’ stata un’esperienza assolutamente stimolante e interessante per via delle svariate testimonianze, che hanno avvicinato le vicende personali di numerosi professionisti lecchesi al destino di un gruppo di ragazzi/e appena affacciati/e al mondo del lavoro. Ma indubbiamente anche un messaggio estremamente positivo da parte di chi ha organizzato con dedizione ogni singola lezione, e con generosità ha offerto il proprio patrimonio di esperienze alle nuove generazioni.

Credo che alla fine dei 6 mesi di master, la cosa più importante che possano avermi insegnato sia proprio questa. Credere di nuovo nel futuro, in un futuro fatto di persone. Non si smette mai di imparare, e mentre l’educazione è un processo legato ad un momento particolare della vita, alla scuola, ai banchi e ai libri; la formazione, è un life long process, e dura tutta la vita. Basta rimanere curiosi.

Federica

USIAMO LA TESTA!

Nella seconda giornata di Master Lecco100 abbiamo affrontato il tema delle mappe mentali e tecniche di creatività. Alessio Sperlinga ci ha guidato alla scoperta delle infinite capacità della mente umana.

La più grande capacità della nostra mente è l’immaginazione! Non ci credete? Provate a prendere carta e penna e iniziate a disegnare degli scarabocchi. Ora trasformate ogni scarabocchio in un uccello. Ecco a voi le infinite capacità d’immaginazione della vostra mente! Un’altra importante capacità della nostra mente è la capacità associativa. Facendo leva su queste due capacità, intorno al 1960, lo psicologo inglese Tony Buzan ha ideato le mappe mentali come tecnica di rappresentazione grafica e simbolica della conoscenza.

Muniti di tanti pennarelli e fogli bianchi, rigorosamente in orizzontale in quanto questa modalità favorisce la sensazione di apertura, ci siamo messi all’opera per la costruzione di una mappa mentale. Procedendo dal centro, dove è individuato l’argomento principale, ci si dirama verso l’esterno, dove, per libera associazione mentale, sono collocati i concetti ad esso legati. È importante usare il più possibile i colori, le immagini e le linee curve, in modo da stimolare il cervello.

La mappa mentale è una tecnica che consente di sintetizzare idee e concetti in forma grafica, rendendoli più assimilabili ai nostri processi di apprendimento e sviluppo, eliminando quello che già di implicito c’è nella comunicazione. Per la sua naturalezza, i campi di applicazione di questa tecnica sono vastissimi: dalla stesura di una storia, al prendere appunti, fino al compilare la lista della spesa.

Nel pomeriggio si è fatta una riflessione su come ogni situazione genera un problema. Spesso anche quando non ce ne accorgiamo, ci troviamo a risolvere problemi, a porceli, ad evitarli, a temerli. Molte azioni automatiche, consistono in processi di soluzione di problemi che abbiamo ripetuto tante volte da non sapere più che cosa stiamo facendo e come lo facciamo. Altre volte invece siamo ben consci di avere davanti un problema particolare da risolvere e la soluzione non è immediata. È in queste situazioni, in cui la razionalità non basta, che entra in gioco la creatività, come capacità di trovare soluzioni alternative ad un problema. La creatività si basa sull’uso di pensiero non condizionato, che esce dagli schemi e ci permette di andare oltre la barriera che ci fa credere che non esistano soluzioni. Il problema è sempre una costruzione mentale. Ecco perché il primo passo per risolvere il problema è innanzitutto riconoscere i nostri preconcetti, accantonarli e da qui ripensare alla soluzione del problema.

Esemplare è il caso del truffatore Victor Lustig, conosciuto anche come l’uomo che vendette la Tour Eiffel.

Quando capì di aver insospettito il potenziale acquirente, trovò una soluzione per accreditarsi cambiando la sua posizione.

Numerose sono le tecniche di creatività utilizzate per trovare nuove idee: brainstorming, freewheeling, pensiero laterale, intuizione, … Esse si basano per la maggior parte su una prima fase espansiva, in cui non sono presenti regole e tutti i giudizi sono sospesi, e in seguito una di filtro, in cui si fa pulizia eliminando le idee che si ripetono o non si ritengono appropriate. Si estraggono in fine le idee principali che si andranno a sviluppare. La creatività quindi produce qualcosa di nuovo, e questo qualcosa di nuovo può essere una soluzione nuova o una soluzione risultante dalla riformulazione di un problema.

Il talento creativo, inteso come capacità di creare e risolvere i problemi derivati da stimoli esterni, risulta essere l’elemento distintivo dell’individuo geniale. “Che cos’è il genio?” si domandava un protagonista del film Amici Miei “È fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione”.

Benedetta Rota