Relazione: connessione o corrispondenza che intercorre, in modo essenziale o accidentale, tra due o più enti.
E’ la parola che accomuna gli interventi della giornata di venerdì. La relazione che mette in comunicazione il mondo reale e quello digitale delle blockchain: blocchi che formano una catena immutabile in una realtà virtuale in grado di regolare transazioni regolata da un’autorità formata da molti, quella descritta da Ivan Vitali, socio fondatore di SEC scuola di economia civile. Una lezione di economia che ha avuto poco a che fare con le cifre e molto di più con l’umano, inteso come persona. In un mercato che molto spesso è manifestazione della felicità di pochi a discapito di molti Ivan ci descrive l’economia civile come felicità pubblica, che ha inizio con le scelte di ognuno di noi in favore della collettività, un’economia possibile.
La relazione di Flavio Polano, primo cittadino del Comune di Malgrate, ricercata descrivendo la sua esperienza professionale e citata più volte nella frase “ho sempre voluto fare un lavoro al servizio degli altri”. L’importanza della reciproca comprensione, dell’ascolto senza giudizio, della decisione da prendere, che comporta la responsabilità della scelta e la perseveranza dell’agire, sempre.
Lorenzo Colombo, direttore responsabile del quotidiano online Lecco Notizie, descrive la sua esperienza portando cinque diversi oggetti. Uno di questi: una bottiglia di birra. Esperienza professionale, che si intreccia inevitabilmente con quella personale: grazie anche alle amicizie coltivate, magari proprio davanti a una birra, ha potuto realizzare ciò che per molti di noi è riferimento dell’informazione della nostra città. Un entusiasmo genuino, che traspare nel suo racconto pieno di cambiamenti, anche radicali, dove la costante è rappresentata dalla curiosità e dall’impegno senza riserve. Inoltre descrive la relazione non solo con l’altro ma anche con il tempo, che non è lineare e che a volte il caso stravolge in un solo istante.
Infine Luciano Gualzetti, direttore della Caritas Ambrosiana, racconta della relazione con l’altra persona, che si trova magari in una situazione di difficoltà non solo economica, ma anche di dipendenza o solitudine. L’importanza di leggere le situazioni, i tragitti d’incontro con l’altro e far crescere così la responsabilità che ognuno di noi ha all’interno della propria realtà, la promozione della persona trasmessa anche alle persone aiutate che potranno essere d’aiuto a loro volta creando in questo modo una rete di relazioni.
Personalità molto diverse fra loro, che hanno descritto la loro esperienza, condividendola all’inizio come se fosse poco accademica ai fini del nostro percorso, ma che in realtà con la semplicità del racconto e proprio della relazione stessa hanno arricchito questa nostra formazione.
La lezione di sabato mattina è stata tenuta da Alessio Sperlinga ed è stata incentrata sul tema della creatività e sulle tecniche creative che possiamo quotidianamente utilizzare per affrontare i problemi.
Di fronte ad un ostacolo, il primo passaggio fondamentale è saperlo riconoscere e definirlo correttamente. Per risolverlo, ognuno di noi può seguire un pensiero di tipo logico, oppure scegliere di prediligere la tecnica. La logica è un metodo di pensiero convergente che, partendo da una lista di variabili, cerca di diminuirle per ottenere la miglior soluzione. La tecnica invece si sviluppa attraverso un pensiero razionale di tipo deduttivo.
La creatività entra in gioco quando, nonostante il ricorso alla razionalità, non viene identificata alcuna soluzione e il problema non viene risolto. Possiamo definire quindi la creatività come un metodo risolutivo alternativo ai metodi tradizionali di logica e tecnica.
Tra le tecniche di pensiero creativo, Alessio ha citato il brainstorming, metodo nato nel mondo militare e poi diffuso anche in ambito aziendale, in cui i collaboratori sono chiamati in una prima fase a raccogliere delle idee (fase espansiva) e poi a filtrare le stesse identificando la soluzione da implementare (fase convergente). Alessio ha presentato anche alcune tecniche sviluppate da Edward De Bono: il «pensiero laterale», pensiero contrapposto a quello diretto e alla logica tradizionale, e il metodo denominato «I sei cappelli per pensare».
Durante la lezione, Alessio ci ha proposto alcuni giochi e attività, sfidandoci a trovare delle soluzioni non tradizionali e lasciandoci guidare dalla nostra creatività. È stato evidente come non sempre la logica ci porti alla giusta soluzione: talvolta, è necessario cambiare punto di vista, allontanandoci dai pregiudizi e abbandonando ogni tipo di pensiero razionale.
«Pensare fuori dagli schemi» è stato il mantra della lezione, ed è stato anche l’insegnamento concreto che portiamo a casa da questo incontro. Un grazie ad Alessio che è riuscito a trasmetterci l’importanza e le potenzialità della creatività!
Ed eccoci qui, dopo qualche settimana di trepidante attesa e curiosità per l’inizio di questa nuova avventura, all’interno di una piccola aula nell’elegante sede della Confcommercio di Lecco, nel cuore della città dei Promessi Sposi.
In pochi avevano già avuto modo di incontrarsi precedentemente, eppure fin da subito l’aria si è riempita di un certo clima familiare e accogliente. Noi “nuove matricole”, infatti, siamo tutte accomunate da speranze, aspettative e forse – sotto sotto – anche da qualche paura.
Già da oggi, in effetti, ci aspetta una giornata piena di impegni alla scoperta di un corso che – con tutta probabilità – cambierà completamente il nostro modo di pensare, come hanno affermato le testimonianze di due ex partecipanti del master attraverso un misto di emozioni accompagnate da lacrime commosse e grandi sorrisi di ottimismo.
Il tema di oggi – che in realtà fungerà da fil rouge per tutto il nostro percorso – è il talento e come metterlo a frutto per produrre valore. Si tratta di un discorso a tratti provocatorio e che non tutti amano mettere in discussione, tuttavia è anche il vero motivo per cui ci ritroviamo qui: è questa parola, “talento”, che ci ha chiamati e attratti. In definitiva, siamo convinti di ESSERE dei talenti e di voler imparare a migliorarci sempre di più.
La prima lezione della giornata è quella di Angelo Cortesi, imprenditore del mollificio Co.El. Grazie alle parole di Angelo, che ci ha parlato della sua esperienza, abbiamo avuto modo di esplorare a fondo cosa significhi “essere imprenditore” nell’Italia di oggi. Abbiamo così appreso da un lato l’importante storia ed etimologia del termine (dal latino im-prehendere, ovvero “farsi carico”), ma anche le prospettive di questo ruolo nel nostro paese e nel mondo.
Questa figura, ad oggi, si sta sfortunatamente perdendo. Tuttavia, essa è fondamentale nella produzione di valori e nell’avanzamento del progresso NON SOLO a livello economico e tecnico, ma anche (e soprattutto) a livello etico e sociale. Chi può dire se tra noi non si stia nascondendo un futuro imprenditore?
Successivamente, come seconda testimonial della giornata, abbiamo avuto modo di conoscere Cristina Pedretti che, oltre a essere una Coach free-lance molto affermata, è anche una ex studentessa del nostro master.
Nella prima parte della lezione ci siamo messi alla prova: abbiamo anzitutto esposto i nostri curriculum a tutta la classe, al fine di scambiarci suggerimenti e consigli per migliorarli; in secondo luogo abbiamo esposto tre oggetti a testa. Ogni oggetto è una rappresentazione della storia di ciascuno, in questo modo abbiamo avuto modo di conoscerci in maniera ancora più approfondita scoprendo che ognuno di noi ha qualcosa di speciale da raccontare.
Successivamente, abbiamo affrontato il tema della multipotenzialità: un vero superpotere! La persona multipotenziale, infatti, non si definisce con un solo percorso di vita e – proprio per questo – viene talvolta considerata ambigua e disorganizzata. In effetti, da grandi poteri – come afferma Ben Parker – derivano grandi responsabilità: non tutti possono capire la mente multipotenziale, motivo per cui le persone che si riconoscono in questo tipo di personalità non sempre si sentono accettate, pur essendo capaci di una grande adattabilità e di una forte attitudine all’apprendimento rapido, al networking e al problem solving.
Alcuni di noi, in seguito alla presentazione di Cristina, si sono sentiti accolti riconoscendosi come multipotenziali. In fondo, forse, c’è un multipotenziale in ognuno di noi!
In conclusione, con la lezione di oggi abbiamo cominciato a “immergerci” completamente nei temi del master, scoprendo delle nuove possibilità inesplorate per il nostro futuro. Carichi di ottimismo, usciamo tutti dall’aula con un grande sorriso sul volto, in attesa di scoprire cosa ci offrirà il domani.
Sabato mattina ha svolto l’incontro Alessio Sperlinga, il tema trattato era la gestione del tempo.
L’argomento si è aperto parlando in maniera larga del tempo e in senso lato, per poi andare a vedere e a comprendere meglio, come dedicare le nostre attività in base al tempo, come riordinarle e classificarle.
Durante questa giornata, ci siamo focalizzati sul concetto di “FLOW”. Inteso come una condizione di stato mentale da ricercare, che spesso avviene in maniera involontaria, quando svolgiamo una mansione.
Di solito ciò avviene, quando siamo concentrati a fare una qualche attività che ci appassiona, come per esempio un hobby.
Tale fenomeno è importante. Poiché, quando siamo nel “flow”, la nostra percezione del tempo si dilata, come se il tempo rallentasse e non solo, tendiamo anche essere molto più efficienti appunto perché siamo focalizzati su quello che facciamo, ma allo stesso tempo, come dice il termine con cui lo si indica, siamo fluidi, come se ci venisse naturale ciò che stiamo facendo in quell’istante.
Lo scopo è prendere consapevolezza di questo fenomeno e di cercare di realizzarlo, per esempio mentre lavoriamo e non solo quando svolgiamo le proprie passioni. Così che da poterlo sfruttare anche nella vita quotidiana, permettendoci di ottimizzare il tempo che abbiamo ed essere più efficienti.
Un altro punto importante della lezione trattato e quando Alessio ci ha mostrato un metodo per gli obiettivi.
Il sistema utilizzato è la matrice di Covey, che consiste nell’ottenere quattro settori in funzione a loro livello di importanza e urgenza.
Ogni settore che noi otteniamo attraverso questo sistema (come nell’immagine) è una visualizzazione chiara e ordinata delle nostre priorità.
Questa matrice permette di essere utilizzata nell’ambito professionale, come può essere un contesto di lavorativo di gruppo, in cui, abbiamo un visone semplice, di cosa può essere delegato o meno.
Ma allo stesso modo, tale matrice può essere applicata nella vita personale, in maniera da ragionare, cosa ha la priorità e cosa può essere eliminato, di conseguenza di comprendere anche il tempo da dedicare per ogni settore.
Tale metodo appreso, risulta essere molto efficace per la gestione del tempo e per essere più produttivi, in modo da sprecare meno energie in attività futili o che richiedono troppo tempo, ma piuttosto di massimizzare le nostre forze in ciò che risulta essere importante e urgente.
La lezione di venerdì 26 marzo è iniziata con due testimonianze di persone che possiamo dire uguali ma completamente diverse. Entrambe vulcaniche, energiche e piene di vita, ma con stili e metodi opposti per raggiungere i propri obiettivi.
La prima persona che ci ha parlato è stata Maria Celeste Dossi, titolare dello studio di architettura MCDArchitecture. Mary, come la chiamano i suoi amici, è una donna piena di grinta, instancabile e vivrebbe per il suo lavoro che ama e fa con passione. Nonostante la famiglia, quando era più giovane, non appoggiasse molto le sue idee, è riuscita ad insistere per perseguire i suoi sogni. Dopo averci raccontato la sua esperienza di crescita lavorativa e di vita, fatta di momenti felici, ma anche di difficoltà personali, ha voluto farci riflettere bene sul concetto di bilanciamento, bilanciamento tra una vita di solo lavoro e una vita di lavoro e famiglia. Come nella ruota della vita, strumento che le è servito e sfrutta ancora molto nel quotidiano, dobbiamo lasciar sempre spazio a ciò che tendiamo trascurare e fermarci ogni tanto per ricalibrare le priorità quando tendiamo a sbilanciare gli spicchi di questa torta. Nella vita possiamo essere tutto ciò che vogliamo, l’importante è farlo con il giusto bilanciamento.
Un altro aspetto molto importante che ha voluto rimarcare è il fatto che siamo noi a scegliere ciò che vogliamo essere, nessuno ci obbliga ad essere qualcun altro o a fare scelte che non vogliamo; alcune volte bisogna sapere anche dire di no e fare delle scelte che rendono felici noi e non gli altri.
Ultimo aspetto, ma non meno importante, il fatto di circondarsi di persone che ci vogliono bene; la vita è breve e gli eventi meno belli possono essere dietro l’angolo; quindi, meglio vivere appieno il poco tempo che ci è stato donato per poter realizzare tutti i nostri sogni.
La seconda persona che ha testimoniato in mattinata è la signora Loretta Lazzarini, titolare del Centro Servizi Immobiliari.
Una donna piena di autostima, di grinta e carattere, determinata a portare a casa i suoi obiettivi.
La signora Loretta ha raccontato la sua storia di crescita professionale che, da esperta del mondo edilizio privato e pubblico, ha creato nel 1998 la sua società di intermediazione e consulenza immobiliare, che porta ora avanti con i suoi figli ed è riuscita ad aprire nel tempo 3 filiali.
I suoi tre punti chiave che ha voluto rimarcare e che l’hanno sempre contraddistinta sono: la passione, la formazione e il pensare in grande.
La passione riguardo quello che si fa e quello in cui si crede.
La formazione significa il continuo aggiornamento, come i corsi di aggiornamento che la signora Loretta e i suoi figli continuano a seguire per essere sempre pronti e migliori degli altri.
Il pensare in grande, ovvero essere un passo avanti agli altri. Proprio per questo ha voluto mostrarci il suo ultimo progetto condiviso con uno studio di New York per riuscire a pubblicizzare negli Stati Uniti gli immobili in vendita in Italia e viceversa.
Tre sono le frasi che mi hanno colpito molto nel suo discorso: “La paura non esiste, è solo una conformazione mentale”, “credere in sé stessi”, “Perché no?”.
Queste 3 fasi dicono molto sulla sua determinazione e la voglia di svettare rispetto alla concorrenza.
Il pomeriggio è ricominciato con l’intervento della professoressa Sabrina Bonomi, co-fondatrice della scuola di Economia Civile.
La sua lezione era incentrata all’economia civile, alla necessità di un cambiamento nell’economia moderna e ai metodi di valutazione delle organizzazioni.
La storia dell’economia era partita con i giusti presupposti, poi però con il tempo le organizzazioni hanno puntato ad uno sviluppo di breve termine senza tener conto del lungo e questo ha portato a dei limiti: alla crescita di disuguaglianze, al fatto che siamo più ricchi ma più infelici e al deterioramento ambientale. L’unico modo per riuscire a proteggere i beni comuni è con l’organizzazione delle comunità.
L’economia civile mira ad avere una felicità pubblica, un approccio trasparente, ovvero preoccuparsi di non lasciare indietro nessuno e farsi carico delle proprie responsabilità. Mira anche ad avere uno sviluppo sostenibile, ovvero soddisfare i bisogni di oggi senza togliere niente al domani.
Proprio come dice l’articolo 41 della costituzione l’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da arrecare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La prima responsabilità per un’impresa è quella economica, ma senza andare in contrasto alle regole e soprattutto di costruire delle basi per un futuro, come un albero con delle radici belle forti, che in caso di tempeste, è sempre in grado di rimanere in piedi.
Un’organizzazione non deve limitarsi a rispondere ad un bisogno, ma far si che quel bisogno crei valore; il tema dell’ambiente e della comunità devono essere di stimolo per una buona programmazione e un buon sviluppo.
Infine, parlandoci della valutazione delle organizzazioni, ci ha spiegato come si può fare utilizzando tre strumenti: gli output, ovvero l’efficienza, gli outcome, ovvero l’efficacia, e l’impatto, ovvero sulla misura del cambiamento, delle ricadute socio ambientali.
Sabato invece è stata la volta di Alessio Sperlinga a farci lezione riguardo i computer, gli algoritmi, arrivando infine all’intelligenza artificiale.
Siamo partiti dal primo concetto di macchina intelligente, ovvero la Pascalina, che veniva utilizzata per fare i conti. Essa era una macchina instancabile che non poteva fare errori.
Successivamente siamo passati agli stili di linguaggio di programmazione, che possono essere imperativo, funzionale oppure orientato agli oggetti. A seconda della necessità del programmatore, viene utilizzato il linguaggio più opportuno allo scopo. Ci è stato poi dato il concetto di logica, ovvero qualcosa che non può essere contraddetto, per arrivare infine agli algoritmi. Un algoritmo è un’istruzione interpretabile in modo univoco, che si conclude sempre con un risultato in un tempo limitato.
Una volta ben chiari tutti i concetti, Alessio ci ha fatto fare dei giochi per mostrarci come le intelligenze dei computer e gli algoritmi possono fare gli stessi calcoli ed avere i nostri stessi obiettivi, ma con velocità decisamente maggiori rispetto a quanto può fare l’essere umano.
E questo è proprio uno dei grandi motivi per cui tutta questa tecnologia fa parte ormai del nostro quotidiano.
Fino a che punto queste tecnologie potranno affiancarci se non addirittura sostituirci? In molti campi è già una realtà, ma nel futuro cosa dovremo aspettarci?
La lezione di venerdì 24 marzo è iniziata con le differenze che distinguono i Trainer e i Coach.
Se infatti i primi offrono metodi e strumenti per allenare l’individuo nelle sue consapevolezze e abilità lavorative, il Coach ricopre una figura diversa, dove l’aspetto psicologico e personale è al centro. In questo caso la figura diventa di supporto al percorso dell’individuo, che lavorerà sulla sua consapevolezza interiore (tra le tante cose).
Questo tipo di premessa è stata necessaria per introdurre il concetto del “conoscere se stessi per Riconoscere gli altri” , che abbiamo trattato per il resto della mattinata e che abbiamo ripreso ?
Perché però ci interessa riconoscere gli altri?
Ci possono essere varie risposte a queste domande, e quasi tutte si ricollegano al tema della conoscenza come potere, vantaggio, che può essere usato e messo in pratica in tutte le situazioni della vita; per rapportarsi meglio con persone diverse da noi, per riconoscere noi stessi nelle differenze, e infine anche per influenzare, se necessario, i comportamenti altrui, oltre che ai nostri, per ottenere qualcosa.
Ecco, detta così…forse è meglio restare sul tema della comprensione e della migliore interazione!
Sono stati quindi introdotti due elementi principali per suddividere, in maniera volontariamente “semplicistica”, i diversi tipi di personalità: l’ENERGIA (sull’asse delle X) che si suddivide in introversi (guidati dalle intuizioni e riflessioni interne) e gli estroversi (spinti dalle sensazioni e orientati all’esterno). Dove le persone puntano la loro energia, così si differenziano.
L’altro elemento fondamentale riguarda la modalità di prendere le DECISIONI (asse delle Y), che può essere guidato più dal pensiero(logico/analitico) piuttosto che dal sentimento (soggettivo/personale).
Dall’intersezione di questi elementi sono emerse 4 categorie chiare, purché semplificate, a cui sono stati identificati dei colori chiave: blu – rosso – verde – giallo, i “colori della personalità”.
Per fare un breve riassunto: – BLU, introversi e logici, meglio interagire con loro presentando fatti precisi, magari per iscritto, lasciando tempo per valutare, senza avvicinarsi troppo ed evitando l’insolenza – ROSSI, estroversi e logici, cercando di essere diretti, brevi e brillanti, andando dritto all’obiettivo, evitando esitazioni e perdite di tempo – VERDI, introversi e guidati dal sentimento, bisogna essere pazienti, educati, dando il tempo di rispondere e facendo domande, senza approfittarsi del loro buon cuore e senza mettere fretta – GIALLI, estroversi e tutto sentimento, preferiscono le interazioni aperte, socievoli e spontanee, senza troppi dettagli o ripetizioni
Con un breve questionario anche noi abbiamo avuto l’opportunità di scoprire il nostro colore, condividendo i resultati poi con il gruppo, così come le nostre esperienze e considerazioni.
E dopo questa parte, sono partiti gli ospiti della giornata.
Per primo abbiamo accolto PEPPINO CIRESA, ex presidente della ConfCommercio tra le tante cose. Attraverso il racconto della sua storia personale abbiamo potuto intravedere lo spessore di una persona che si è sempre messa “al servizio” della comunità attraverso tante attività e incarichi diversi. Ho apprezzato in particolare questa parte del servizio legato soprattutto ad esperienze e cariche di responsabilità, assunte non per il potere e la gloria, ma come impegno e dovere nel mettere il proprio contributo.
Subito dopo è arrivato a parlarci MAURO GATTINONI, Sindaco di Lecco dalle elezioni del 2020, che aveva visto come avversario politico proprio Peppino Ciresa, che coincidenza eh? Anche Mauro ci ha raccontato la sua storia, dalle difficoltà dell’inizio della sua carica in piena zona rossa, agli aspetti più burocratici nascosti dietro il titolo. Ci ha immerso nella varietà del suo ruolo e delle capacità di ascolto e gestione della complessità necessaria, con uno spirito positivo e energetico, che ho apprezzato molto.
Infine come ultimo ospite abbiamo avuto GIANCARLO FERRARIO, ex direttore del Giornale di Lecco che ci ha raccontato della sua carriera e della sua passione per il giornalismo che negli anni ha ricoperto un ruolo fondamentale nella diffusione delle informazione nel territorio, così come dell’etica che deve essere presente dietro questo mestiere.
La mattinata di sabato mattina invece è stata dedicata all’approfondimento delle crypto valute partendo dal tema più generale delle monete, andando via via ad approfondire.
Abbiamo parlato di vari concetti diversi e collegati tra loro; cosa sono i derivati, la differenza tra inflazione e svalutazione, cosa sono i NFT e i BITCOIN, argomenti quantomeno comprensibili grazie all’introduzione sulle BlockChain precedente. Nonostante i temi più distanti dalla mia area di interesse, ho apprezzato molto la lezione, che ha messo alla prova i concetti più tradizionali introducendo, anche in solo piccola parte, un pezzetto di innovazione e futuro.
La quinta settimana del Master Lecco100 si è aperta, nella mattinata di venerdì 17 marzo, con la testimonianza di Walter Cortiana, responsabile commerciale e socio titolare, insieme al fratello, di 3C CATENE SRL di Lecco, un’azienda artigiana leader nazionale per la produzione di catene saldate di piccole dimensioni.
L’imprenditore lecchese, con la sua testimonianza, ha voluto sottolineare l’importanza dell’organizzazione aziendale e della crescita interna in contesto come quello della microimpresa, illustrando alcune delle strategie di business messe in atto nel corso degli anni e soffermandosi, in particolare, sull’orientamento al cliente. La possibilità di personalizzazione del prodotto e la costante garanzia di qualità, come dimostrato altresì dal raggiungimento della certificazione del Sistema Qualità secondo le norme UNI EN ISO 9001, risultano essere tutte attività improntate alla fidelizzazione della clientela. Un ulteriore aspetto che va ad affiancarsi alle strategie di business e che ha contribuito al successo della 3C CATENE SRL, è riconducibile al punto di vista dell’imprenditore in relazione alla gestione dei rapporti con la concorrenza. La scelta di creare delle aggregazioni di rete, basate su collaborazione e cooperazione tra imprese operanti nel medesimo settore, ha permesso all’azienda di entrare anche in mercati esteri che sarebbero stati difficilmente aggredibili singolarmente. Nella vision di Walter Cortiana le relazioni e le collaborazioni risultano fondamentali per lo sviluppo interno dell’azienda, ma altresì per le esternalità positive chi si possono creare in favore del territorio. Da questa prospettiva ne derivano le collaborazioni dell’imprenditore con scuole, università e associazioni, volte a diffondere la cultura e promuovere progetti innovativi, con un focus particolare sull’orientamento scolastico e sull’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro
Nella seconda parte della mattinata, i membri del gruppo hanno avuto modo di ascoltare la testimonianza di Mauro Piazza, Consigliere Regionale presso Regione Lombardia. L’intervento è stato caratterizzato da una prima parte nella quale è stata fatta una panoramica di quello che è il ruolo del Consigliere Regionale e quali funzioni svolge, seguita poi da una seconda parte, contraddistinta da una riflessione sulla considerazione sociale della politica, indicata da Mauro Piazza come una sorta di “terzia via” tra la conoscenza e la tecnica, definendola come la “pratica del buon senso”. Nel raccontare la sua esperienza, è emersa tutta la sua passione per la politica e il suo impegno per fungere da raccordo tra i bisogni del territorio e i possibili interventi di Regione Lombardia per rispondere alle esigenze. Leggendo tra le righe del discorso di Mauro Piazza, è intuibile come l’insieme delle sue idee e dei suoi ragionamenti convergano sempre nell’ottica di un fine ultimo preciso: il bene complessivo del territorio lecchese.
La mattinata di venerdì si è conclusa con una breve, ma al tempo stesso efficacie, lezione di Alessio Sperlinga sul tema delle riunioni, sulla loro organizzazione, sul ruolo di chi le conduce e di chi vi partecipa. L’analisi della tematica è partita da uno spunto interessante: noi passiamo il 15% del nostro in tempo in riunione, pertanto è bene che impariamo a scegliere se e come indirle e a come utilizzare, nel modo più efficiente possibile, questa tipologia di strumento. Ebbene sì, uno strumento. Come più volte sottolineato da Alessio, le riunioni sono uno strumento, non un processo. Devono essere gestite con regole precise, senza “varie ed eventuali” e devono essere volte all’efficienza. In tutte le riunioni il vincolo principale è dato da un fattore: il tempo. La massima che è possibile trarre è che “il processo prevale sul contenuto”: se è stato stabilito un termine, quest’ultimo deve essere inderogabilmente rispettato, a prescindere dal fatto che tutti gli argomenti dell’ordine del giorno siano stati o meno trattati.
Dopo il primo incontro, risalente a circa un mese addietro in occasione della giornata di apertura del Master 2023, ha avuto luogo il secondo appuntamento con Cristina Pedretti, ex allieva del Master Lecco100 nel 2013 e oggi Life & Corporate coach, formatrice e consulente. Il tema di quest’ultimo incontro di venerdì pomeriggio è stato un concetto nuovo e, per la maggior parte dei presenti, del tutto inesplorato: la multipotenzialità. L’approccio di Cristina, estremamente efficace ai fini delle tematiche di cui si occupa, consiste nel proporre ai partecipanti di svolgere alcuni esercizi che permettono di indagare, in modo introspettivo, su noi stessi, sulle nostre esperienze e sugli interessi coltivati nel nostro passato. La lezione ha fornito gli spunti adatti per capire se e come riconoscersi come soggetti multipotenziali. Riportando come possibile definizione di “multipotenziale” quella proposta da Fabio Mercanti nel suo libro “Multipotenziali. Chi sono e come cambieranno il mondo del lavoro”, è possibile affermare che ciò che caratterizza questi soggetti non è la molteplicità di interessi fine a sé stessa, bensì il senso di coerenza individuale nello spostarsi da un’attività ad un’altra in base al proprio personale approccio alla vita, al lavoro e all’organizzazione del proprio tempo. La multipotenzialità è un concetto che, in prima battuta, potrà sembrare astratto, ma che, in seguito ad un’analisi più approfondita, si è rivelato estremamente concreto e riconducibile a un’attitudine dell’individuo, ad una “super-skill” per adattarsi al cambiamento. Tuttavia, non si limita ad essere una caratteristica identitaria. È infatti possibile sollecitare in ogni persona un’attitudine alla multipotenzialità, come se fosse una competenza che si può sviluppare nel tempo. Una sorta di continua ricerca del cambiamento per uscire dalla nostra comfort zone e veicolata sempre da un principio-guida: la coerenza con il proprio continuo mutare. E in un contesto mutevole come quello nel quale viviamo, la multipotenzialità può permetterci di essere maggiormente flessibili e adattabili alle sfide che ci si presentano tutti i giorni, sia nel contesto della nostra vita privata, che in ambito lavorativo.
L’incontro di sabato mattina ha preso avvio con l’ormai consueto appuntamento del formato “This I Believe” dei partecipanti. In questa occasione è stato il turno di Francesco, il quale è riuscito a ricreare nelle menti di noi ascoltatori immagini concrete della vita quotidiana accompagnate da un’affascinante vena filosofica, mediante le quali ha saputo trasmettere i valori in cui crede.
La lezione, tenuta da Alessio Sperlinga, ha avuto come oggetto principale l’utilizzo di nuovi strumenti che possiamo definire come “meta-metodi”, ovvero un particolare modo di gestire contenuti, indipendentemente dalla loro tipologia. Rientrano in questa categoria strumenti come Evernote, Obsidian e Notion. Il focus di questa lezione si è concentrato, in particolare, sull’utilizzo di Notion. Notion è un’applicazione di gestione di progetti e database che consente agli utenti di organizzare le informazioni in un unico luogo. Il primo approccio a questo strumento ha evidenziato che l’applicazione può essere utilizzata per creare database personalizzati, note, elenchi di attività e calendari con scadenze.
Partendo dalla scuola di pensiero di Tiago Forte, l’idea è quella di costruire un “secondo cervello”, nel quale immagazzinare e gestire i processi e i progetti che caratterizzano tutti gli aspetti della nostra vita. Nella visione di Tiago Forte tutto è legato a come gestiamo i contenuti, a come li rielaboriamo e a come li archiviamo. Tuttavia, l’archiviazione dei contenuti non deve essere pensata come una mera biblioteca, ma come un flusso di informazioni finalizzate a gestire i nostri progetti attivi. In quest’ottica, l’utilizzo di Notion è funzionale a organizzare i flussi di informazioni in modo visivo, utilizzando una combinazione di tabelle, elenchi e viste Kanban che consentono di visualizzare i dati in modi diversi e di organizzarli in modo efficace. L’obiettivo perseguito con la creazione di un “second brain” tramite uno strumento come Notion, è l’incremento della produttività personale, al fine di gestire tutti i nostri interessi e le nostre attività in modo versatile e flessibile. Che sia proprio Notion lo strumento ideale per gestire e sviluppare la nostra multipotenzialità?
La lezione nella mattinata di venerdì 10 marzo è stata tenuta da Angelo Cortesi, imprenditore e promotore del Master. Nella prima fase della lezione il docente ha posto l’attenzione su quanto la Finanza abbia accentrato e tuttora continua ad accentrare ricchezza in una piccola parte di privilegiati. La concezione del termine Finanza è ben differente dalla concezione di Economia così come era stata concepita tempo fa, ovvero l’arte di far quadrare i conti con lo scopo di produrre il maggior benessere per la comunità.
Nella fase successiva della lezione si è passato in rassegna differenti concezioni storiche del termine Economia: da una parte troviamo l’Economia Civile, o meglio, come preferiva chiamarla Antonio Genovese, la scienza della pubblica felicità; dall’altra troviamo l’Economia Politica, concepita da Adam Smith. Gli effetti collaterali provocati dalla distorsione moderna dell’Economia Politica, ovvero il capitalismo/riduzionismo, nei confronti dell’uomo, della natura, delle imprese e del valore sono stati i temi successivi della lezione. Queste conseguenza sono talmente evidenti che è difficile non capacitarsi del fatto che non si sia facendo nulla o quasi per arginare il problema. Detto ciò, tenendo a freno il suo pessimismo, o meglio, la sua razionalità, il relatore ha mostrato anche alcuni esempi di gratuità e genuinità che il pessimismo antropologico non spiega. Sono comunque piccole gocce in un oceano sconfinato, ma è necessario smettere di pensare che le piccole azioni virtuose di alcuni siano inutili. Bisogna essere consapevoli che il mondo non cambierà e non migliorerà senza l’impiego di ciascuno di noi.
Nel pomeriggio Angelo Belgeri ha presentato alla classe un suo caro amico e preziosissimo collaboratore Sergio Bartesaghi. Tramite il loro esempio ci ha spiegato quanto sia difficile ma al tempo stesso fruttuosa la collaborazione leale e sincera, mettendo da parte qualsiasi dietrologia e scorrettezza, che non portano assolutamente a nulla.
Nella seconda parte del pomeriggio si è presentato Bruno Corti educatore per professione. Uomo che ha dedicato la vita per aiutare gli altri presso l’associazione Don Guanella. Ha spiegato due concetti che lui ha ben appreso durante la sua esperienza, fondamentali per la vita di ognuno di noi nel gestire le relazioni con le persone:
-nulla accade per caso
-ogni storia è unica e irripetibile.
La lezione di sabato 11 marzo è stata tenuta da Alessio Sperlinga circa i principi di project management. Durante la lezione, grazie alla sua vasta esperienza e alla continua formazione, ha fornito alla classe una serie di strumenti e logiche utili per gestire situazioni di gruppo durante il lavoro, ma perfettamente applicabili nella vita di tutti i giorni.
“O è civile, o non è economia”. Una massima solo apparentemente scontata, quella dei professori Bruni e Zamagni con cui si è aperta la sessione mattutina del Master Lecco 100 di venerdì 3 marzo, curata da Ivan Vitali, co-fondatore della Scuola di Economia Civile ed esperto di blockchain. Cuore della lezione è stata proprio una corretta e deontologica definizione di blockchain, una tecnologia rivoluzionaria che spesso, nell’immaginario collettivo, è stata limitata alle interpretazioni speculative proprie delle criptovalute e che invece, anche in contesti di crisi geopolitica, ha rappresentato e continua a rappresentare la più solida alternativa alle banche, permettendo trasferimenti di denaro immediati e a basso costo transazionale escludendo il “leviatano istituzionale”.
Con un dispiego brillante di metafore e sapiente tecnica oratoria, il docente ha saputo tratteggiare un argomento complesso con immagini alla portata di tutti, parcellizzando l’universo del Bitcoin a fogli e cartelle di un grande libro mastro, dove nulla viene mai cancellato. Takeaway principale è la visione positivista verso le possibilità offerte da questa tecnologia attuale, che non può essere travisata a responsabile degli abusi in cui viene impiegata: citando lo stesso docente, la blockchain è il mezzo, la “canna”, l’acquedotto che mette in comunicazione due o più estremità, alle quali rimane la responsabilità inderogabile di approvigionarla di acqua pulita e mai corrotta. Nel pomeriggio, scranno ad Alessio Sperlinga e alle mappe mentali, uno strumento codificato dallo psicologo Tony Buzan per visualizzare informazioni nella modalità più affine a quella in cui il cervello umano le rielabora. La convenzione del testo scritto per sequenze di linee è, difatti, una costrizione grafica, sviluppatasi nei secoli per assecondare i supporti necessari alla trascrizione formale dei concetti ma non in linea con la naturale propensione all’apprendimento della mente, che non memorizza ed interpreta in sequenza, ma secondo una struttura ad “albero rovesciato” o neuronale. Il tutto comincia, infatti, ribaltando il paradigma del foglio verticale: si parte da una tavola orizzontale, che asseconda al meglio le potenzialità del campo visivo, e si posiziona al centro l’idea principale dalla quale si sviluppano i “rami principali” della trattazione, disposti in senso orario a partire da delle virtuali “ore 13”. Rami e sottorami accolgono ciascuno una parola, un’immagine, un riferimento evocativo in grado di costruire il concetto, non nella forma dell’assorbimento e ripetizione mnemonica ma con l’obiettivo di assimilare organicamente parole passaggi chiave, rendendoci in grado di padroneggiare e spiegare quanto appreso, non semplicemente di ripeterlo meccanicamente.
Il sabato mattina abbiamo imparato a non aspettarci nulla, non sulla scia di una rassegnata e qualunquista disillusione per i proverbiali “tempi che corrono” ma come unico esercizio capace di addestrarci a aspettarci (e quindi, gestire) quasi tutto. Sulla base di questo postulato abbiamo lavorato sulla preparazione come fattore determinante per il successo, anche nei contesti deontologicamente più incerti – ad esempio, l’attività di vendita. Preparazione che poggia su una base tecnica, nell’avere, ad esempio, a disposizione tutti gli strumenti anche remotamente necessari al fine di gestire ogni imprevisto, ma che deve farsi anche e soprattutto psicologica: ciò che influenza realmente il comportamento è l’immagine mentale che si è in grado di costruire dei soggetti e delle situazioni in cui ci si imbatte. Un grande grazie a Matteo per il coraggio di essersi fatto primo alfiere dei nostri This I Believe, con un parole dense e accorate in cui è impossibile non riconoscersi e che, in tre minuti, hanno riassunto i massimi valori dell’uomo e della vita. Bonus track: gli appunti di questa lezione sono stati, per chi scrive, il primo tentativo di ordinare i pensieri in una mappa mentale. Eccola in calce, con lo stesso spirito di condivisione scevra da ogni giudizio che mi ha spinto nell’avventura di questo Master.
di Filippo Pozzoli
il patrimonio imprenditoriale per fare impresa in un mercato che seleziona
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