Nella terza giornata del master Lecco100 2015 i partecipanti hanno incontrato l’affabile Piero Guasco, compagno di viaggio esperto, “facilitatore” di relazioni interpersonali, come lui si definisce. In un mondo in continua trasformazione, dove per alcuni la definizione di cambiamento in sé è già superata, è il presente la dimensione in cui dobbiamo essere consapevoli di chi ci accompagna nel nostro cammino e, in primis, della nostra condizione di viaggiatori.
Gli alunni del master sono stati così condotti da Guasco lungo un percorso di comunicazione personale che ha richiesto loro lo sforzo di intraprendere insieme al loro relatore il cammino di Santiago de Compostela. Un impegno simbolico ovviamente, che ha tratto dall’esperienza dello stesso Guasco l’ispirazione per discutere alcuni aspetti della conoscenza di sé, riassunti in 5 elementi: la Freccia, lo Zaino, le Ferite, il Bastone e la Conchiglia, ai quali sono stati assegnati degli interrogativi profondi a cui ogni alunno ha risposto individualmente, per poi discuterne con il gruppo nel corso della mattinata.
Dai loro vissuti è scaturito che la guida è un fatto interiore, qualcosa di profondamente vero per ognuno, così come il peso di cui vorremmo liberarci è ciò che percepiamo come superfluo e la ferita è ciò che reputiamo tale, secondo il nostro punto di vista. Le ferite sono esperienze inevitabili, che ci possono preparare agli eventi che seguiranno, sofferenze talvolta prevedibili, talaltra imperscrutabili. E’ certo però che se non ci confrontiamo con chi ci circonda lasceremo che tali ferite rimangano aperte e condizionino il nostro comportamento. In modo simile, se scegliamo di non liberarci di alcuni pesi nel momento opportuno potremmo rischiare di perdere delle occasioni, come quella di “portare” lo zaino di qualcun altro, venendogli in aiuto. Inoltre, nel momento in cui diveniamo consapevoli del sostegno che riceviamo dagli altri, noi stessi possiamo trasformarci in bastone per essi. La chiave di ogni viaggio è quindi quella di essere coscienti della propria individualità itinerante che si spinga verso il cambiamento secondo un’etica del FARE e del REALIZZARE, non di un passivo SPERARE.
La sessione pomeridiana ha poi messo di fronte i ragazzi alla domanda se i nostri successi siano più determinati dalla nostra Volontà o dalla nostra Immaginazione. Un interrogativo complesso, quasi paradossale, che trova una risposta nell’analisi del rapporto tra Immagini Mentali e Comportamento. L’immaginazione è in grado, infatti, di costruire delle immagini talmente nette da generare in noi atteggiamenti e disposizioni d’animo che inevitabilmente condizionano il nostro comportamento. E’ anche vero che, spesso, agenti esterni possono intervenire a modificare tale immagine e quindi la nostra condotta. Per cambiare il nostro modo d’essere, quindi, e il nostro atteggiamento verso il futuro non dobbiamo intervenire direttamente sul nostro comportamento, fatto per cui saremmo percepiti come falsi, bensì dobbiamo agire sulle immagini mentali che ci condizionano nel profondo, bandendo pessimismi e pregiudizi che offuscano e limitano la nostra visuale. La volontà è, quindi, quella forza con cui modifichiamo l’inerzia delle nostre immagini mentali.
L’ultima parte della giornata è stata infine dedicata alla persona umana e alla sua costituzione. Se siamo un insieme di sapere conoscitivo, competenze e comportamenti, è fondamentale, lungo tutta la nostra vita, che ci prepariamo al meglio per affrontare qualsiasi ostacolo. Una volta costruito un sapere consistente, focalizzati i nostri obiettivi e stabiliti dei piani per raggiungerli potremo guardare con ottimismo ai nostri conseguimenti parziali e successivi. Ben preparati, avremo già realizzato il 90% del nostro successo.
Arrivederci al prossimo venerdì.
Paolo Saporito